Pubblicato il 12/07/2012, 10:44 | Scritto da La Redazione

QUELLE FREQUENZE ASSEGNATE CON TROPPA FRETTA

QUELLE FREQUENZE ASSEGNATE CON TROPPA FRETTA
La nuova Agcom si riunirà la prima volta il 18 luglio e allora perché non aspettarla prima di assegnare in via definitiva le 19 frequenze ventennali? Corriere della sera, pagina 43, di Edoardo Segantini. Frequenze assegnate in tutta fretta. Ma allora l’Agcom che ci sta a fare? Lascia sorpresi la velocità con cui il ministero […]

comunicati stampa2

La nuova Agcom si riunirà la prima volta il 18 luglio e allora perché non aspettarla prima di assegnare in via definitiva le 19 frequenze ventennali?

Corriere della sera, pagina 43, di Edoardo Segantini.

Frequenze assegnate in tutta fretta. Ma allora l’Agcom che ci sta a fare?

Lascia sorpresi la velocità con cui il ministero dello Sviluppo economico ha deciso di assegnare in via definitiva per vent’anni le frequenze alle televisioni nazionali e locali e agli operatori di telecomunicazioni. Sono, per l’esattezza, 19: 16 in Dvbt (4 a Rai, 4 a Mediaset, 3 a Telecom Italia Media e 5 ad altri soggetti) e 3 in Dvbh. A queste se ne aggiungeranno altre 6, che saranno assegnate secondo l’asta recentemente stabilita dal governo al posto del beauty contest che regalava lo spettro radio alle emittenti.

Malgrado la decisione sia prevista dalla legge, la sua rapidità sorprende in primo luogo per il metodo, che contrasta sensibilmente con il fair play istituzionale in altre occasioni dimostrato dal governo. Perché non aspettare che fosse operativa la nuova Autorità per le comunicazioni, la cui prima riunione è prevista per il 18 luglio? Se non si ritiene debba essere chiamata a esprimersi su materie e in occasioni come questa non si vede infatti l’Agcom che cosa si pensa ci stia a fare. Ma la velocità sorprende anche per il merito.

In tutt’Europa, nei prossimi anni, è prevista una transizione dell’etere dalla tivù alla banda larga mobile, che assorbirà crescenti quantità di spettro radio. In questo passaggio le assegnazioni rischiano di favorire eccessivamente i titolari attuali (televisivi e non) e di cristallizzare ulteriormente la loro preponderanza sul mercato. Oggi per giunta l’Italia non ha ancora definito un coordinamento con i Paesi confinanti nell’uso dello spettro, perciò si rischia di autorizzare frequenze che non saranno riconosciute a livello internazionale. Senza contare le emittenti locali, che vengono premiate anche se stanno occupando frequenze già cedute via asta alle compagnie telefoniche.

Per questo sarebbe stato meglio, prima di assegnare le frequenze, risolvere i problemi sul tappeto: e, innanzitutto, aspettare che l’Agcom decidesse quali frequenze mettere a gara e quali assegnare.