Pubblicato il 11/07/2012, 15:31 | Scritto da La Redazione

ACCORDO SKY-MEDIASET: ECCO QUANTO VALE IN TERMINI ECONOMICI LA “GRANDE TREGUA”

zappia-berlusconi

La stretta di mano tra Andrea Zappia e Piersilvio Berlusconi, oltre allo scambio di diritti sulle Coppe europee, comprende investimenti pubblicitari, cataloghi di film e crescita delle concessionarie. Mentre la Rai è sempre più isolata e svuotata di contenuti.

Tutti ora hanno tutto. O quasi. Sky e Mediaset trasmetteranno la Champions League, con Sky che avrà l’esclusiva in HD delle partite in chiaro del mercoledì in onda su Italia 1 e Mediaset Premium che potrà proporre anche gli altri match del torneo. Di più, a Sky viene concessa pure la Europa League, che nella prossima stagione vedrà schierate tre squadre di peso come Inter, Lazio e Napoli. E, come anticipato ieri da TVZOOM, per rinunciare all’esclusiva su un pacchetto di partite costato a Murdoch e soci 140 milioni di euro, arrivano in saldo anche film della Warner. Completa il quadro dell’accordo della grande tregua siglato dal vicepresidente di Mediaset, Piersilvio Berlusconi, e dall’ad di Sky Italia, Andrea Zappia, il ritorno della pubblicità Sky su Mediaset, dopo tre anni di assenza caratterizzati anche da una querelle legale, risoltasi con una sentenza favorevole al Biscione, considerato libero dal tribunale di rinunciare alle inserzioni della pay tv.

Quanto investiva la tv di Rupert Murdoch sulle reti di Cologno? Una trentina di milioni di euro almeno, che dovrebbero tornare nella casse di Publitalia, ossigeno puro in un’annata difficile. Secondo AssoComunicazione, l’associazione dei consulenti di pubblicità che ha appena presentato le proprie stime, nel 2012 le tre emittenti generaliste della Rai perderanno il 12,2%, quelle Mediaset l’11,2%, con una chiusura complessiva della raccolta dei due gruppi (-10,6% la Rai e -9,6% Mediaset) solo in parte compensata dalla tonicità dell’appeal pubblicitario delle rispettive nuove offerte (+12,1% per i canali tematici in chiaro di Viale Mazzini e +14,3% per l’offerta tematica e pay del Biscione).

Trainata dalle Olimpiadi e dallo sport in generale dovrebbe andare bene, invece, la raccolta pubblicitaria di Sky, stimata in crescita del 6,4%, in attesa l’anno prossimo della Formula 1 e l’anno dopo della MotoGp. In progresso è prevista la raccolta de La7 (+8,1%), che però si considera avere saturato il margine di crescita, che era il frutto di una precedente sottostima delle performance.

Gli analisti considerano l’accordo tra Berlusconi Junior e Zappia di tipo «win win». Tutti avrebbero guadagnato qualcosa e la svolta, complessivamente, dovrebbe avvantaggiare il mercato della pay nel suo complesso. Che nelle stime degli osservatori più qualificati rischiava, causa crisi, per la prima volta dopo molti anni, una contrazione dell’8% circa complessivo. Difficile ipotizzare come si sarebbe suddiviso il calo tra le due piattaforme in competizione, anche se c’è da credere che il potere disporre dei diritti esclusivi pay della Champions e l’avere appena aggiunto al bouquet di eventi sportivi anche la Formula 1, rischiava di fare più male a Mediaset Premium. La scelta di ripartire quasi alla pari, con la solita polarizzazione in termini di posizionamento – qualitativo quello di Sky, conveniente quello di Premium – sposta ancora di più la competizione dei due player verso un obiettivo diverso da quello di «spezzare le reni al nemico».

Con il numero degli abbonati che decrescerà sia da una parte che dall’altra a causa della crisi dei consumi (se il tasso di decremento alla fine fosse del 4% a testa, Sky si ritroverebbe circa 200 mila abbonati sotto la soglia dei famosi 5 milioni e Mediaset Premium a 1,9 milioni circa), l’enfasi torna sul miglioramento dell’Arpu, l’indice di redditività per ogni singolo abbonato. Per tornare a essere più efficaci su questo fronte, in una situazione di allentamento della domanda, a entrambi i competitor conveniva allargare al massimo la propria offerta di prodotto. E fare pace, almeno momentaneamente.

Conclusa la tregua tra Sky e Mediaset, rimane a questo punto paradossale la situazione d’isolamento in cui si viene a trovare la Rai. Che ai tempi del dg Mauro Masi aveva rotto alleanze e patti con Sky proprio quando, guarda caso, da Cologno era partita la fase più dura di contrapposizione alla pay satellitare. Scelte e strategie conseguenti – sui diritti dei grandi eventi, il destino di Raisat, con la codifica di alcuni dei programmi Rai sul telecomando Sky – che oggi, dopo l’abbraccio tra Piersilvio Berlusconi e Andrea Zappia, appaiono vieppiù senza senso.

 

Mario Gemelli

 

(Nella foto, da sinistra, Andrea Zappia e Piersilvio Berlusconi)