Pubblicato il 04/07/2012, 15:10 | Scritto da La Redazione

SKY ON DEMAND E L’EVOLUZIONE

SKY ON DEMAND E L’EVOLUZIONE
In occasione della presentazione del nuovo servizio destinato ai propri utenti, Sky ha aperto le porte della sua struttura milanese a TVZOOM Alle presentazioni vado sempre volentieri quando sono costretto, eppure arrivo alla presentazione di Sky on Demand forte di una consapevolezza: se gli eventi mondani televisivi somigliano spesso a un circolo bocciofilo di moralismo […]

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In occasione della presentazione del nuovo servizio destinato ai propri utenti, Sky ha aperto le porte della sua struttura milanese a TVZOOM

Alle presentazioni vado sempre volentieri quando sono costretto, eppure arrivo alla presentazione di Sky on Demand forte di una consapevolezza: se gli eventi mondani televisivi somigliano spesso a un circolo bocciofilo di moralismo civile autoreferenziale in cui ogni azione è funzionale ad arricchire l’immenso patrimonio del “già visto”, con Sky la musica cambia. 

La gigantesca struttura di via Monte Penice a Milano, reggia high-tech nel deserto cyberpunk della zona di Rogoredo che ha accorpato gli uffici e le redazioni un tempo sparse per la città, ricorda  un operoso formicaio in divenire dove la crisi rimane relegata fuori dalla porta. Lo suggeriscono dettagli di natura tecnica e, per così dire, socio-mondana. L’aspetto tecnico è già stato affrontato da TVZOOM: la fruizione della televisione è in evoluzione e Sky, dopo aver concentrato i propri sforzi sui sistemi di registrazione personalizzata, ha deciso di inserirsi a gamba tesa nell’on demand, assecondando l’idea, futurista ma condivisa da tutti i broadcast, di tv libera dai palinsesti.  
«Sky on Demand è un servizio innovativo, semplice da utilizzare, che cambia il modo di vedere la tv. L’utente ora potrà scegliere tra migliaia di contenuti dell’offerta Sky, cosa vedere e quando vederlo, senza più nessun vincolo di orario o di palinsesto. Il servizio è incluso nell’abbonamento senza costi aggiuntivi e, per premiare la fedeltà dei propri clienti, Sky offrirà il nuovo Sky on Demand in anteprima e in esclusiva ai clienti abbonati da almeno un anno dotati di My Sky HD», spiega Paolo Agostinelli, President Third Party e PPV. «Con questo nuovo servizio, Sky apre il decoder My Sky HD alla ricezione di contenuti via internet e mette a disposizione dell’abbonato una videoteca di film, serie tv, documentari, programmi per bambini, sport e molto altro, in continuo aggiornamento che, dagli oltre 1200 titoli disponibili già in fase di lancio, arriverà a oltre 2000 nei prossimi mesi». 
La differenza con la concorrenza è di natura tecnica: «I nostri concorrenti» – prosegue Agostinelli –  «Mandano in onda contenuti in streaming in tempo reale e quindi soggetti ai problemi della rete, Sky on Demand, invece, grazie al progressive download, ha bisogno di circa 30-50 secondi per caricare il film e dal quel momento diventa come un dvd». 
Un’ulteriore tappa tecnologica in un itinerario iniziato nel 2005 con MySky, decoder satellitare con hard disk integrato, potenziato dall’introduzione della digital key nel 2009 e culminato con Sky Go, nel 2011, la prima applicazione che ha consentito di vedere in streaming, sport, news e intrattenimento direttamente sul tablet.
L’aspetto socio-mondano, invece, ha caratteristiche forse più intime e sentimentali, per niente tecniche ma non per questo meno essenziali. Nelle strutture Sky milanesi (tre palazzi disposti a semi raggiera, di cui uno dedicato interamente alla parte broadcast, destinato all’ampliamento, in cui si gestisce tutta la programmazione della rete, eccezion fatta per Skytg, trasmesso da Roma) si respira aria diversa rispetto a quella talvolta da nomenklatura sovietica di casa Rai. Per intenderci, non ci si sente ispezionati come a Fort Knox pur con la sensazione che le riserve auree siano terminate da tempo. L’interesse nel mostrare la struttura a giornalisti e visitatori è tratto distintivo di chi pensa in grande e ci tiene a farlo sapere. Il palazzo dei sistemi di broadcasting  agli occhi di un profano ricorda il ventre dell’Enterprise di Star Trek, e quel che più colpisce, oltre alle dimensioni, sono gli ampi spazi destinati a essere riempiti per “progetti imminenti a breve scadenza”.  Anche gli spazi redazionali sono in continuo ampliamento e, quel che più conta, la fanno da padrone i giovani. I giovani, non parodisticamente i gggiovani. Se poi si aggiunge che ogni presentazione è abbellita da un omaggio, di quelli affatto inutili e da un buffet gastronomicamente ricco e mondanamente corroborante, c’è da credere che chi pensa davvero in grande sia in grado di razionalizzare e indirizzare al meglio i costi, valorizzando i contenuti non scordando di abbinarli alla forma.
 
Gabriele Gambini
(Nella foto il logo di Sky)