Pubblicato il 13/06/2012, 10:53 | Scritto da La Redazione

RAI: ANCORA UNA SETTIMANA PER DECIDERE

RAI: ANCORA UNA SETTIMANA PER DECIDERE
Giovedì 21 giugno la commissione di Vigilanza Rai aprirà le urne per eleggere i sette consiglieri di amministrazione di sua competenza, secondo la legge Gasparri. Lo ha deciso ieri l’ufficio di presidenza, riunito da Sergio Zavoli.   Corriere della Sera, pagina 13, di Paolo Conti Cda Rai tra veti e candidature. Una settimana per decidere Il 21 Vigilanza riunita […]

Giovedì 21 giugno la commissione di Vigilanza Rai aprirà le urne per eleggere i sette consiglieri di amministrazione di sua competenza, secondo la legge Gasparri. Lo ha deciso ieri l’ufficio di presidenza, riunito da Sergio Zavoli.

 

Corriere della Sera, pagina 13, di Paolo Conti

Cda Rai tra veti e candidature. Una settimana per decidere

Il 21 Vigilanza riunita per la scelta. Stop da Pd e Lega

 

Giovedì 21 giugno la commissione di Vigilanza Rai aprirà le urne per eleggere i sette consiglieri di amministrazione di sua competenza, secondo la legge Gasparri. Lo ha deciso ieri l’ufficio di presidenza, riunito da Sergio Zavoli. Entro il 18 giugno dovranno arrivare i curriculum dei candidati: sia autocandidature che segnalazioni esterne non necessariamente decise dagli interessati. Un metodo assolutamente inedito, di certo trasparente, non riconducibile ai partiti. Sono già arrivati, tra gli altri, quelli di Massimo Liofredi, Michele Santoro, Carlo Freccero, Franco Scaglia, Marco Marsili, Rubens Esposito, Carlo Rienzi, Renato Parascandolo, Sabino Acquaviva, Luciano Canfora, Giovanni Sabbatucci. Una via d’uscita per il Partito democratico che continua, col segretario Pier Luigi Bersani, sulla linea di non voler eleggere propri rappresentanti e quindi di non partecipare alla nomina del nuovo consiglio? Sembra pensarla così proprio il presidente Zavoli che esorta esplicitamente gli astensionisti: «Voglio augurarmi che questo adempimento contribuisca a creare le condizioni per risolvere, nell’attuale congiuntura che investe la Rai, una questione che incide sulla vita civile e culturale della nostra democrazia repubblicana». Anche da sinistra si chiede di far presto. Il segretario generale della Slc Cgil: «Per la Rai è vitale cambiare, Gubitosi conosce bene i processi di convergenza tra le diverse piattaforme trasmissive e le opportunità che si possono cogliere». Il segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, Carlo Verna: «Andate avanti, fate presto, se il puzzle dei vertici aziendali che alla fine si comporrà raffigurerà una Rai modellata come se la Gasparri fosse stata di fatto superata, sarà comunque un buon passo avanti». Uno spiraglio vagamente possibilista viene aperto da Fabrizio Morri, capogruppo pd in Vigilanza: «Li guarderemo e poi decideremo. C’è tutto il tempo per fare un ragionamento su cosa è meglio per il futuro della Rai». Ma per ora la linea di Bersani non cambia. La Lega annuncia che non presenterà proprie candidature: «Non avanzeremo alcun nome per il prossimo consiglio di amministrazione. Confermiamo la nostra posizione sulla improcrastinabilità della sua privatizzazione», afferma Davide Caparini, responsabile della comunicazione del Carroccio.
In quanto al Pdl la posizione è chiara: si vota. Dice Alessio Butti, capogruppo berlusconiano in Vigilanza: «Valuteremo i curriculum pervenuti e quelli che perverranno». Anche Enzo Carta,
Udc, e Pancho Pardi, Idv, suggeriscono di scegliere tra i curriculum in Vigilanza: «Ne sono già arrivati una trentina, in maggioranza buoni, c’è tempo fino a lunedì…». In quanto a viale Mazzini, c’è da segnalare la pepata risposta a Bersani del presidente della Rai, Paolo Garimberti. Bersani aveva sostenuto da Lilli Gruber che la Rai «ha cacciato Fazio e Saviano, e avevamo il presidente del consiglio di amministrazione…». Replica di Garimberti: «Rispondo come Gilberto Govi, il comico genovese che, interpretando proprio in Rai uno dei suoi celebri personaggi, rispose “non siamo mica soci” a chi, parlando del tempo, gli aveva appena detto “abbiamo il sole”… Battute a parte, al segretario Pd mi preme solo ricordare che la democrazia è fatta di numeri e di maggioranze che decidono e lo stesso, piaccia o non piaccia, vale anche all’interno del consiglio di amministrazione Rai».