Pubblicato il 10/06/2012, 12:21 | Scritto da La Redazione

“LINEA2”, LA TV FATTA DAL PUBBLICO

“LINEA2”, LA TV FATTA DAL PUBBLICO
Sulla rete di “riserva” di Italia1 in onda sul digitale terrestre c’è un interessante esperimento: un assemblaggio di materiale fornito dagli spettatori.   Il Giorno, Resto del Carlino, La Nazione, pagina 43, di Piero Degli Antoni “Linea2”, la tv fatta dal pubblico SU ITALIA 2, la rete di riserva di Italia 1 in onda sul […]

Sulla rete di “riserva” di Italia1 in onda sul digitale terrestre c’è un interessante esperimento: un assemblaggio di materiale fornito dagli spettatori.

 

Il Giorno, Resto del Carlino, La Nazione, pagina 43, di Piero Degli Antoni


“Linea2”, la tv fatta dal pubblico


SU ITALIA 2, la rete di riserva di Italia 1 in onda sul digitale terrestre, è in corso da qualche settimana un esperimento interessante. S’intitola “Linea 2” ed è un assemblaggio di materiale fornito dagli stessi spettatori. Così a occhio è il tentativo di innestare sulla tv il mezzo monarchico per eccellenza la spudorata libertà, talvolta licenza, della repubblica di Internet.

LA TRASMISSIONE si divide in numerose fermate: documentario, cortometraggio, clip musicale, performer, volontariato. La qualità è spesso buona, talvolta professionale. La carica rivoluzionaria dell’idea di partenza è però stemperata innanzitutto da un’impaginazione bolsa, datata, retorica. La voce fuori campo ricorda il vecchissimo “Odeon” (magari) e purtroppo anche “Lucignolo”. Ma occorre osservare che anche i materiali forniti dalla base dei praticanti non spiccano per eccessiva originalità.
NON C’È quell’idea spiazzante, provocatoria, fenomenale, che rompa le geometrie manualistiche del genere di riferimento. Il clip musicale è in tutto simile a milioni di altri clip, i documentari non ne parliamo neanche, la sezione performer dovrebbe essere la più promettente e invece anche qui ci si adagia sui canoni più frusti. Peccato, l’esperimento è interessante e coraggioso, soprattutto perché viene da una tv commerciale e non dalla Rai che
certe cose dovrebbe farle per statuto. Ai curatori, un solo, sommesso, sobrio consiglio: osate di più.