Pubblicato il 23/05/2012, 16:03 | Scritto da La Redazione

LA TV ITALIANA SALDA IL DEBITO CON GIOVANNI FALCONE

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In occasione del ventennale dalla strage di Capaci, tutte le reti hanno programmato speciali dedicati al 23 maggio 1992. E il pubblico apprezza.

In tutto il Paese la frase che più ricorre oggi è: «Dov’eri vent’anni fa?», come sempre accade per gli eventi che segnano, nel bene e nel male, la storia di una nazione. La strage di Capaci e poi di via D’Amelio sono due spartiacque nella cronologia italiana, come lo è Piazza Fontana, l’omicidio Moro, i Mondiali dell’82, Tangentopoli e, per quanto ci riguarda nello specifico, l’avvento delle radio e tv private.

Quel sabato 23 maggio del 1992, non ancora maggiorenne, io ero a casa e stavo guardando un servizio sul Giro d’Italia, che sarebbe partito il giorno dopo. Ricordo nitidamente la notizia che scorreva in sovraimpressione e il senso di dispiacere e paura che provai in quel momento. Quel giorno, nelle ore passate davanti alla televisione per informarmi, maturai la decisione di diventare giornalista e di occuparmi di mafie, per dare il mio contributo.

Ricordo in quegli anni lo sforzo televisivo di giornalisti come Maurizio Costanzo (lui stesso bersaglio di un attentato mafioso), Michele Santoro e molti altri, alcuni morti proprio per questo. Ricordo (e oggi è anche nella nostra Videoselection qui a destra) la puntata speciale congiunta del Maurizio Costanzo Show e di Samarcanda, con Falcone sul palco del Parioli. Vicino a lui, sullo stesso divanetto, c’era Andrea Monti, all’epoca alla guida di Panorama, che poi per più di dieci anni divenne mio direttore. Oggi posso dire di aver realizzato il mio progetto di vita e in parte saldato un debito, che da italiano sentivo di avere con quegli eroi sacrificati per la nostra giustizia.

In questi giorni anche la tv italiana sta saldando quel debito, onorando la memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, con una programmazione speciale su ogni rete. Ieri la fiction Paolo Borsellino – 57 giorni ha registrato ascolti da finale dei Mondiali (30% di share) e questo è un segno di salute per il Paese. So bene che la rotondità di un anniversario come il ventennale è un’occasione speciale, che bene si presta a commemorazioni straordinarie, ma mi piacerebbe che di mafie si parlasse di più e non solo in queste occasioni, in cui ricordiamo e piangiamo i nostri caduti. Per un semplice motivo: il silenzio aiuta le mafie a lavorare indisturbate e questo lo sapeva bene anche Paolo Borsellino, che diceva: «Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene». Ricordiamocelo tutti domani.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto, da sinistra, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino)