Pubblicato il 16/05/2012, 17:28 | Scritto da La Redazione

FAZIO-SAVIANO: CAIRO PUBBLICITÀ AVEVA PROMESSO ASCOLTI PIÙ ALTI AGLI INVESTITORI

FAZIO-SAVIANO: CAIRO PUBBLICITÀ AVEVA PROMESSO ASCOLTI PIÙ ALTI AGLI INVESTITORI
La concessionaria de La7 aveva promesso agli investitori l’andata a nero, durante il programma “Quello che (non) ho”, a quota 3 milioni e invece è indietro del 20%. Difficile fare una stima attendibile sugli ascolti prima che andasse in onda. È vero che il format di Quello che (non) ho, firmato Endemol, era molto simile […]

La concessionaria de La7 aveva promesso agli investitori l’andata a nero, durante il programma “Quello che (non) ho”, a quota 3 milioni e invece è indietro del 20%.

Difficile fare una stima attendibile sugli ascolti prima che andasse in onda. È vero che il format di Quello che (non) ho, firmato Endemol, era molto simile a quello che aveva decretato il successo di Vieni via con me, che a novembre del 2010 aveva chiuso in bellezza a quota 8.669.000 telespettatori con il 29,17% di share. Ed è vero pure che i protagonisti chiave erano gli stessi: Roberto Saviano e Fabio Fazio. Ma era impensabile che si arrivasse agli stessi livelli. Visto che erano veramente tante le discontinuità. Altra stagione, altra rete, altro clima sociale, altro premier. L’incertezza deve avere contagiato anche Fazio e Saviano, che hanno pensato bene di usare a mo’ di (r)assicurazione sul successo del programma gli interventi salva audience che sono da tempo la prerogativa di Luciana Littizzetto a Che tempo che fa.

Gli esiti complessivi dell’operazione, quando sono andate in onda due puntate (la prima capace di raccogliere 3 milioni di spettatori e il 12,66% di share, la seconda 2,7 milioni ed il 12,29% di share) e sta per andare on air anche la terza sono difficili da pesare. Record, come dicono alcuni, o quasi flop, come sostengono i “nemici” di Saviano? A occhio e croce né l’uno né l’altro. A sentire pareri accreditati, quelli di chi investe in pubblicità, Quello che non ho è fin qui «leggermente sotto le attese».

Supera per adesso in media il miglior risultato raggiunto da Maurizio Crozza con Italialand, ma va sotto il miglior risultato raccolto dal telegiornale di Enrico Mentana in access prime time.

Cairo Tv ha offerto gli spot dentro Quello che (non) ho a un prezzo relativamente elevato (231 mila euro a passaggio, 693 mila euro per tre spot e 1,386 milioni per sei nell’arco delle tre serate), salvo però prevedere sconti molto flessibili. E ha incamerato quasi tutti gli spender che era possibile coinvolgere. I pubblicitari sono quasi tutti soddisfatti dell’esito della trasmissione. Molto dipende, in realtà, dal prezzo reale a cui hanno ottenuto la merce. La concessionaria ipotizzava nei listini l’ascolto medio dei break a quota 3 milioni. Le stime di Media Italia – agenzia media del gruppo Armando Testa, il player nazionale più importante del mercato della consulenza – dicono che nelle due serate già archiviate gli intervalli pubblicitari hanno prodotto 2,375 milioni di spettatori, il 21% circa in meno rispetto alle previsioni della concessionaria. Così per compensare l’ascolto mancante dovrebbe fare il miracolo l’ultima puntata. Ma potrebbe non essere necessario.

«Avevamo fatto una stima degli ascolti più bassa di quella della concessionaria, ipotizzandoli a una quota praticamente in linea con quelli che si sono registrati realmente» spiega Norina Buscone, alla guida della struttura Research di GroupM, sigla del gruppo Wpp, holding che raduna alcune delle principali agenzie e centrali media internazionali e italiane. «E poi non c’è dubbio – aggiunge – che il prodotto centri in pieno, fin qui, tutti gli obiettivi qualitativi che erano alla base di tutta l’operazione. Mi sento di fare una sola osservazione e, per giunta – conclude Buscone – di tipo prevalentemente personale: forse sarebbe stato meglio accorciarne la durata, magari anche di un’ora…»

 

Mario Gemelli

 

(Nella foto il logo della trasmissione)