Pubblicato il 10/05/2012, 15:05 | Scritto da La Redazione

TRIO MEDUSA: «LA VERITÀ È CHE CE LA FACCIAMO SOTTO»

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{Summary}Il trio Medusa racconta a TVZOOM il suo debutto i con il nuovo show “Italia Coast2Coast”, questa sera su Rai Due.{/Summary}

L’ansia del debutto c’è tutta. Ma la vivono con ironia. Gabriele Corsi, Furio Corsetti e Giorgio Maria Daviddi, al secolo il Trio Medusa, aspettano con qualche timore questa sera quando Italia Coast2Coast, il programma sulle radio e tv locali, oltre che sul web, prodotto da Bibi Ballandi, andrà in onda su Rai Due. Qualcuno ha già paragonato lo show a Mai dire tv, in cui la Gialappa’s Band prendeva in giro quel sottobosco da Italia provinciale che erano le emittenti locali. «Capisco che raccontato il nostro show può ricordare il programma della Gialappa’s, ma noi vogliamo bene a queste persone. La nostra è un’Italia di provincia vincente. Il nostro occhio sarà affettuoso, non ironico».

Come vivete questo debutto in una prima serata Rai?

«Ce la facciamo sotto, sappiamo bene l’impegno che ci aspetta, ma attraversiamo questa frontiera con la massima serenità. Sappiamo anche di esser stati chiamati perché costiamo poco».

Per questo vi siete presi un mese di pausa da radio Deejay?

«Per fortuna Linus ha capito le nostre esigenze, non potevamo fare l’alba in trasmissione radio a Roma e poi la sera correre a Napoli. Questo programma era perfetto per noi, non potevamo rifiutare».

Anche voi siete “nati” nelle tv locali?

«Sì, è un mondo che conosciamo. Abbiamo cominciato a GBR, una tv romana».

Che differenze avete riscontrato tra le tv locali del Nord e quelle del Sud?

«La differenza vera è nel linguaggio, perché abbiamo scoperto tv che producono programmi fantastici. Telenorba, per esempio, ormai è una tv vera e propria, ben strutturata».

Non rischiate di cadere nella tentazione di raccontare e poi lanciare il classico fenomeno da baraccone?

«In trasmissione noi non abbiamo il mago Gabriel, ma gente che ti fa ridere in maniera sincera. I nostri personaggi non sono fenomeni da baraccone, ma bravissimi comici che vengono da realtà locali straordinarie. Il taglio non sarà da presa in giro».

Andando in onda in prima serata dovrete adattarvi alla ritualità da prima serata?

«Non sappiamo a chi si rivolge questo programma e per chi è pensato. Nessuno ci ha detto di fare certi numeri, rispondendo a certe aspettative, ma pensiamo che sia comunque il nostro mondo».

Dopo questo programma, cosa farete?

«Ci riposiamo, è stato un anno difficile, in diretta quotidiana dal lunedì al venerdì su radio Deejay. A Quelli che il calcio il sabato e la domenica».

A proposito tornerete a Quelli che il calcio, con i problemi che la Rai ha con i diritti per le partite…

«Vedremo, ora è presto per parlarne. Sarebbe un peccato, il bello di Quelli che il calcio sono sempre state le facce di quelli che raccontavano in diretta le partite, quando ancora non c’era Sky. Ma è un discorso prematuro».

E le Iene vi mancano?

«Le abbiamo fatte per dieci anni, va bene così. Abbiamo smesso quando siamo diventati quarantenni, con i figli. Quella vita era inconciliabile con una famiglia. Dovevi stare a disposizione 24 ore su 24, per 365 giorni l’anno, se succedeva qualcosa il 15 di agosto dovevi andare. Sono stati anni divertenti, ma basta così».

Ora hanno perso un po’ di mordente…

«Non è facile fare servizi “tosti” quando poi sui giornali escono i contenuti di certe intercettazioni. La gente ormai è abituata a qualsiasi cosa».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto il Trio Medusa)