Pubblicato il 12/04/2012, 16:30 | Scritto da La Redazione

TULLIO SOLENGHI: «LA COMICITÀ DEL TRIO ERA DIVERSA, ORA IN TV C’È QUELLA MORDI E FUGGI ANTI-ZAPPING»

{Summary}Lo shoman racconta a TVZOOM la sua carriera divisa tra tanta tv nel passato e teatro nel presente. Il 4 maggio condurrà la cerimonia di premiazione dei David di Donatello, in onda su Rai Movie e Rai Uno. {/Summary}

Ha fatto parte del celebre trio Marchesini-Solenghi-Lopez dal 1982 al 1994, una comicità lontana negli anni, ma capace di inchiodare di fronte al piccolo schermo 14 milioni di spettatori, tutti innamorati della versione riveduta e corretta dei loro Promessi sposi. Ora Tullio Solenghi in tv si vede decisamente poco, ma tornerà per fare il «bravo presentatore» nella serata dedicata ai David di Donatello, dove il mondo del cinema si loda e si imbroda.

Fratelli del dio minore dell’Oscar, i David sono premi che la Rai deve trasmettere, mai in prima serata, per carità, e così li piazza in diretta alle 17.30 del 4 maggio su Rai Movie e in differita alle 23.20 su Raiuno e Rai International. Da sempre i David raccolgono briciole di share, ma da sempre fanno parte di quel tipo di trasmissioni da cui la Tv di Stato non può prescindere. E così se per gli Oscar si assoldano comici pagati a peso d’oro, salvo poi rinnegarli, ai David  si preferisce puntare sull’usato sicuro, un attore di cinema, teatro e tv, capace di gestire la diretta e all’occorrenza risolvere gli imprevisti. «Nel rispetto della serata e dell’istituzionalità – commenta Solenghi – cercherò comunque di non farla diventare un mortorio, il rischio in questi casi è l’orchite di chi guarda. Darò spazio al mio humor nei limiti della gradevolezza».

Ha un film preferito che vorrebbe veder vincere?

«Non mi dovrei esporre, visto il mio ruolo, ma sono molto felice che alcuni film italiani, come per esempio Habemus Papam abbiano varcato i confini nazionali».

Dopo questa serata la rivedremo in tv?

«No, ormai mi sono dato al teatro».

Dà più soddisfazione ricevere un applauso o fare un punto di share in più?

«Sono due cose diverse, l’applauso è vero, autentico, il punto di share è frutto di strane combinazioni che non hanno niente a che fare con il talento. Il teatro è la realtà».

Le manca la tv?

«No, non mi manca, di sicuro se ci fosse una proposta interessante non mi tirerei indietro, ma diciamo che dormo lo stesso sonni tranquilli».

Vede in tv qualcuno in grado di ripercorrere il successo comico del vostro trio Marchesini-Solenghi-Lopez?

«Facendo teatro guardo poco la tv, e non è una risposta diplomatica, è la verità. Oggi la comicità è molto cambiata: i nostri sketch duravano otto minuti, oggi in otto minuti a Zelig sono già passati quattro comici. E’ un tipo di impostazione comica completamente diversa».

E la comicità è cambiata, intendo gli argomenti per far ridere il pubblico?

«Credo che ormai si insegua la deformazione dello zapping, un comico deve catturare immediatamente l’attenzione dello spettatore per non fargli cambiare canale. E questo comporta anche un altro modo di fare satira».

Quindi lavorando in teatro non ha avuto modo di vedere né la Dandini, né la Guzzanti, né Fabio Volo…

«No, ho visto solo lo show di Fiorello che ho trovato molto divertente. Ma lo show televisivo che più mi è piaciuto è stato Vieni via con me di Fazio e Saviano».

Infatti la Rai se l’è fatto portare via da La7…

«Eh eh….non voglio entrare nel merito di certe faccende, parlo solo da fruitore».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Tullio Solenghi)