Pubblicato il 06/04/2012, 13:02 | Scritto da La Redazione

LUIGI PISANI, DALLA PRIMA SERATA RAI CON RANIERI ALLE FICTION DI CANALE 5

Il trentenne attore salernitano ha raccontato a TVZOOM la sua esperienza nell’affiancare Massimo Ranieri, in prima serata su RaiUno il primo maggio, nello spettacolo “Sabato, domenica e lunedì” e le anticipazioni sulla prossima fiction targata Mediaset, “Il clan dei camorristi”, con Stefano Accorsi.

«Teatro e televisione possono andare di pari passo, lo abbiamo già dimostrato e lo dimostreremo ancora», dice il trentunenne Luigi Pisani, da diversi anni a fianco di Massimo Ranieri negli spettacoli teatrali Filomena Marturano e Napoli Milionaria, trasmessi da RaiUno. Proprio Pisani, il primo maggio, tornerà ad affiancare il grande maestro napoletano in Sabato Domenica e Lunedì (sarà Federico, il fidanzato della figlia di Ranieri), commedia di Eduardo De Filippo che RaiUno trasmetterà in prima serata. Il giovane attore ci sta provando gusto a lavorare in tv: sarà anche uno dei protagonisti della prossima fiction trasmessa da Mediaset, Il clan dei camorristi, realizzato dalla TaoDue di Valsecchi sull’onda del successo di Squadra Antimafia e Ris.

Pisani, che cosa significa lavorare con un mostro sacro come Massimo Ranieri?
«Ranieri è uno che non si ferma mai. Ha un’energia inesauribile: quando non studia un copione è impegnato nelle prove, quando non fa le prove convoca tutti gli attori della sua squadra per confrontarsi. Lui è uno di quelli che credono moltissimo nel lavoro di squadra. Pretende una disciplina ferrea, soprattutto dai giovani».
Il primo maggio il suo spettacolo teatrale Sabato, domenica e lunedì sarà trasmesso da Rai Uno:è possibile conciliare il teatro con la tv?
«Da un lato, è doveroso: il teatro è un patrimonio nazionale che la tv snobba troppo spesso. Dall’altro, è possibile a patto di trovare la formula giusta per ri-abituare gli spettatori ad assistere agli spettacoli».
Quale potrebbe essere la formula adeguata?
«La tv di oggi è caotica e frenetica, gli spettatori non sono più abituati alle pause e ai secondi di silenzio a cui si assiste durante uno spettacolo teatrale. Il segreto per rendere televisivo il teatro sta nel montaggio. Lavorare sulle inquadrature, sulla fotografia, sulla cura dei dettagli con occhio cinematografico. Conciliare le esigenze del pubblico a casa con quelle della regia. Ranieri sta lavorando molto a questo, i successi di Filomena Marturano e di Napoli Milionaria sono incoraggianti».
“Curare i dettagli con occhio cinematografico”: lo sento dire spesso dai suoi colleghi, soprattutto quando si parla di fiction…
«Quando si parla di fiction, penso a Faccia d’angelo. Quello è un esempio di cosa significa “occhio cinematografico” nelle pellicole. La qualità ne esce rinforzata. Penso anche alle recenti produzioni della TaoDue di Pietro Valsecchi, Squadra Antimafia e Ris. Funzionano per via del ritmo serrato, dell’azione, della sceneggiatura, pensata come se ci si trovasse davanti a una pellicola per le sale». 
A proposito di TaoDue: a breve verrà trasmessa una nuova fiction, Il clan dei camorristi
«Sarà una fiction in 8 puntate con Stefano Accorsi, ancora non so dire quando verrà trasmessa, ma di sicuro accadrà entro l’anno. Io sarò uno dei protagonisti, il figlio di un boss della camorra che, dopo aver studiato all’estero, ritorna nel proprio paese natale per prendere le redini del clan malavitoso di appartenenza. I registi Angelini e Sweet hanno fatto un gran lavoro, al pubblico piacerà».
Se ci fa caso, abbiamo citato fiction con un tema ricorrente: la malavita. Sono quelle che funzionano di più, a quanto pare!
«Perché alla gente piace confrontarsi con il lato oscuro. Esiste in ciascuno di noi. Piace anche a noi attori, sai? Il mio sogno è poter portare sullo schermo un personaggio caratterizzato da luci e ombre, un “cattivo”, un anti eroe. Lo sto facendo ora a teatro (fino al 29 aprile sarà al Teatro Vascello di Roma con un riadattamento moderno del Satyricon di Petronio), interpretando il ruolo di un borderline, di un violento, capace di rappresentare passioni sanguigne, viscerali».
Lei però ha iniziato con la tv dei ragazzi!
«È stata una grande palestra. Tracy e Polpetta, questo il nome della sit-com trasmessa anche da RaiEducational, ha rappresentato il mio debutto televisivo. Interpretavo un pirata. Lo scopo era di insegnare ai bambini la lingua inglese, veicolandola attraverso una storia divertente. Dopo quella esperienza, ho deciso di non sfruttare i miei studi di Economia, e di dedicarmi a tempo pieno alla recitazione».
In questo modo forgiava anche potenziali nuove leve di attori?
«Tengo tutt’ora laboratori di recitazione per bambini, hanno un valore anche psicologico, li aiutano a sbloccarsi, ad acquisire consapevolezza. E poi, insegnano ad avere pazienza e perseveranza: un giovane attore deve prepararsi, saper aspettare e osare al momento giusto».
Lei ha osato al momento giusto?
«Un giorno mi sono ritrovato il regista Martone nella stessa località di villeggiatura in cui andavo io. Ero ancora agli inizi. L’ho avvicinato, gli ho fatto i complimenti, gli ho detto che anch’io ero un attore e, così, senza pensarci, gli ho lasciato un mio contatto. Dopo quasi un anno – io ormai non ci pensavo più – mi ha contattato per il ruolo di Salvatore in Noi credevamo».
Come dire… là dove osano i giovani attori rampanti e rapaci come aquile. Là dove osano le aquile, appunto.
 
Gabriele Gambini
 
(Nella foto Luigi Pisani)