Pubblicato il 20/03/2012, 12:33 | Scritto da La Redazione

MAURIZIO COSTANZO: «NON CI SONO PIÙ GLI INTRATTENITORI IN TV»

 

Tvzoom incontra i “grandi” della tv. Maurizio Costanzo, uno spaccato di storia e attualità. E un grande monito: «Non si può fare varietà senza attori». Promossi Floris, Crozza, Sottile, Fiorello e Panariello. Bocciata la satira. «Santoro? Un po’ lo guardo».

Entrare in contatto con un personaggio come Maurizio Costanzo è come entrare nella televisione. Non solo perché il suo studio ne è pieno. Ma perché tutto, anche le migliaia di tartarughe sparse in ogni angolo della stanza, di cui è nota la collezione, odorano di tv. Foto, ritagli di articoli diventati quadri, copertine, e quegli schermi, dieci, sempre accesi che raccontano il quotidiano, sintonizzati sul meglio dei palinsesti, almeno secondo lui, il Dottor Maurizio dal cognome più catodico d’Europa che per anni, da bambina, ho pensato fosse tutt’uno con “Show”. Che pensa dei tg, della satira, dei talk di oggi, uno che è stato testimone e fautore di programmi storici, che si è mosso trasversalmente tra radio e tv, su ogni fronte di reti. Per uno “fastidioso, pignolo e curioso”, come si definisce per vocazione “virginiana”. Ma questa è una buona giornata per la vergine, lo ha detto Fox, e noi iniziamo con il nostro zoom.

Dottor Costanzo, oggi se ne parla tanto, ma qual è la tv di qualità?

Nel momento in cui si allarga la platea, la qualità diventa una parola senza senso. Si recupera qualità con i canali tematici, perché via via che si parcellizza l’ascolto in qualche modo si può recuperare la qualità. Il problema non è fare una cosa piuttosto che un’altra il problema è non fare. C’è una volgarità di comportamento che è brutta. In questo la televisione diventa modello. Io non sono di quelli che si scandalizzano sulla nudità, o cose del genere. I ragazzini sanno come sono fatti i corpi maschili e femminili. Il problema è il comportamento, la violenza, e quanto arriva sui più giovani questa presenza. Per me la qualità è quella. Poi, c’è una televisione più utile e di servizio, quella più frivola…

Quella che le piace di più?

Io seguo molto le all news, sia quelle di Skytg24 che quelle di Mediaset, TgCom24 ce le ho davanti tutto il giorno, principalmente queste due. Poi vedo pezzi di programmi, Ballarò, ad esempio, Porta a Porta, Linea notte. Il giorno più sfigato per me è la domenica sera perché non trovo niente di speciale da vedere. Anche fiction ne vedo, Montalbano a pezzi, ecco io vedo pezzi di programmi, sarà, che mi sono abituato a vedere la tv su 10 televisori ormai da tanti anni che seguirne uno intero faccio fatica.

E Santoro lo vede?

Sì, il giovedì, un po’ lo vedo, vedo anche le Iene, il venerdì poi c’è Quarto Grado di Sottile, mi diverte la cronaca come la fanno loro.

E il varietà? Non c’è nella sua lista, è un po’ crisi?

Ora si pensa a una cosa di famiglia, ma a me non è dispiaciuto Italia’s Got Talent perché c’era un grande senso di verità, infatti l’ascolto che ha fatto era imbarazzante come numero. Ho visto un pezzo di Panariello, però Fiorello mi piaceva di più. Panariello è bravo e quando fa i personaggi è molto bravo. Ha colto nel segno perché nei momenti come questo, pieno di problemi, staccare la spina è importante. Approvo la scelta del lunedì, che sta diventando il giorno in cui la gente certamente sta a casa, è un giorno da prendere in considerazione perché sta diventando il sabato del passato.

E la Satira?

Non mi piace, di quella attuale, il restare sempre su se stessa. Mentre è stata clamorosa con le Dandini e i Guzzanti di Avanzi, ora meno.

Ha visto il nuovo programma della Guzzanti?

Ne ho visto un pezzo e non mi è dispiaciuto, il fatto che abbia fatto più di un milione testimonia che aveva una sua verità, però l’ho trovato lungo in una maniera imbarazzante, non si devono fare programmi così lunghi.

Mentre i programmi, soprattutto i varietà, finiscono sempre più tardi.

Sì, perché pensano che il programma della concorrenza finisce prima e si recuperano quegli ascolti nel finale. È vero e non sempre vero.

Anche quello di Fiorello tirava tardi.

Mi piace Fiorello innanzitutto perché è tutto, è varietà, osserva i comportamenti e li riferisce, il pezzo sul rapporto genitori-figli era perfetto. A me il varietà con lo lo sketch non i interessa più.  

C’è stato però uno sguardo al “vecchio stile” sia ne #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend che in Panariello non esiste? C’è la voglia di “ritornare” all’old style?

Sì, però dobbiamo dire una verità drammatica, non ci sono gli attori, gli intrattenitori. Se si pensa che prima c’erano Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi, chi lo fa adesso, Scamarcio?. Faccio sempre l’esempio di Speciale per voi, fatto da Falqui con Fabrizi, Ave Ninchi, Bice Valori e Paolo Panelli. Ne basterebbe uno di questi quattro, oggi per fare una serie lunghissima. Ora sta uscendo in dvd, fatto da me, la Storia della televisione e c’è una ricchezza di materiale su cui sono andato ad attingere che è pazzesca. C’è un momento di Canzonissima dove c’è Noschese che fa Sordi, Corrado, e Sordi che fa Noschese. Fare il varietà, senza il portatore non si può. E si continuerà a dire che il varietà è morto, ma non è così. Come dire la prosa è morta, ci sarà sempre qualcuno che farà Pirandello, poi bisogna vedere chi è quel qualcuno.

Quindi il risultato di questa tv che non viene considerata di qualità è la mancanza di personaggi adeguati?

Sì, e questo avviene anche in teatro e nel cinema. Noi abbiamo vissuto un periodo di grande ricchezza e ora viviamo in una situazione di stallo. Bisogna avere il coraggio di dirlo. Viviamo in un mondo di talent, è che proprio non ci sono questi personaggi. Tanto è vero che se ci sono cantanti che funzionano escono e vincono, guarda Emma e la Amoroso. Se ci fossero comici e intrattenitori, uscirebbero.

E Zelig?

C’è anche Zelig Off, Colorado, che ce ne sarebbe da tirar fuori di comici, ma chi è uscito? Sono davvero pochissimi. Anche in IGT, se ci pensa, non c’erano comici tra i partecipanti. Ribadisco, il problema è che non ci sono, e questa non è colpa di nessuno. Quando facevo il Costanzo Show sono venuti fuori Iacchetti, Covatta, Riondino, facile trovarli e farli debuttare. Sono stato due anni direttore artistico del Premio Troisi a San Giorgio a Cremano e c’erano collaboratori che sono andati proprio a testare la comicità nelle campagne, nei piccoli locali, nelle cantine in due anni non è uscito quasi niente. Tutti quelli che ho trovato in passato li ho trovati così, ma ora non si trova più nessuno, qualche motivo ci sarà. Ripensandoci, guardando indietro, dico che è stato facile il mio lavoro perché avevo possibilità di scegliere e provare sulla platea. Forse sarà ciclica la cosa, se no è drammatica.

Come si fa?

Credo che per questo non ci sia una ricetta. Mi sono un po’ informato e anche in Francia e Germania è la stessa cosa. Forse i troppi anni di televisione hanno reso troppo facile il riuscire.

È anche questa la difficoltà delle reti, che non sanno più cosa proporre per fare ascolti? “Forse è il maggior problema delle reti. Anche io per qualche tempo davo colpa agli autori, alle formule, non è vero nulla. Se non tornava a fare delle cose Panariello, che ci mettevano? E’ già miracoloso il risultato che ha fatto, questo mi dà la dimostrazione che il pubblico ha proprio bisogno di queste cose, di ridere. Ma tolto lui, chi ci mettiamo?”

I canali però continuano ad aumentare.

Sì, ma sono sempre più tematici. Certo che così muore il piacere del divertimento, ma anche il piacere dell’aggregazione, perché il varietà aggrega la famiglia. Fiorello è riuscito nel miracolo di portare davanti alla televisione i ragazzi, che di solito non ci vanno, vedono la televisione su Youtube.

Cosa pensa dell’ingresso dei social network in tv?

Allontanano ancora di più, perché abituano a un diverso modo di fruire la televisione e la comicità. A me fa ridere chi dice che c’è una tv destinata ai giovani. Oggi l’età media si è molto allungata, quindi vuol dire che la tv è destinata a un pubblico adulto, e dovrebbero piuttosto adoperarsi per fare tecnologie facili e se una persona non più giovanissima ha voglia di vedersi Canzonissima, bisognerebbe trovare un sistema comodo per fargliela rivedere.

Tra “la rete” e i numeri Auditel si nota sempre più spesso la disuguaglianza di gradimento. È successo anche con Panariello, dai social e blog critiche negative, mentre i numeri il giorno dopo hanno detto il contrario.

Probabilmente con Panariello c’è stato anche dello snobismo verso un tipo di comicità. E forse è piaciuto più a una fascia un po’ più adulta. Non bisogna pensare a “prendere” i giovani. Non ci sono. Mi ricordo quando qualcuno in Rai diceva che Rai Due era destinata ai giovani, ma fa poco ascolto. I giovani vanno dove pare a loro, vanno a vedere quello che vogliono, si fidelizzano su cose loro. Il problema è che chi fa questo mestiere ed è adulto ha perso il loro linguaggio, il contatto con loro. Ecco infatti il successo de I Solidi idioti che hanno intercettato un linguaggio, che ti fa aggregare ad altri, essere uguali ad altri. Il problema di avere un pubblico giovane è tutto qui.

Qualche tempo fa ho letto una sua intervista in cui diceva che Floris era il suo preferito. È ancora così?

Sì, lo trovo bravo, mi piace perché sorride ha un approccio non ingrugnato, perché non è necessariamente portatore sano di un messaggio. Lo guardo volentieri, al di là della bravura di Crozza, ma Crozza è bravo sempre, qualsiasi cosa, dove lo metti va bene. Floris è il sorridere, l’affrontare questo mondo non con l’errato concetto di fare una sfida all’intervistato.

Mi ha anticipato, le stavo chiedendo che ne pensa della Costamagna.

Mah. (sbuffa, risposta non pervenuta, ndr).

Procediamo con altro. La soddisfazione più grande che si è tolto nella sua carriera?

Aver fatto un programma per 25 anni che si chiamava con il mio nome.

E quella che si vorrebbe togliere?

Non ce l’ho, rifinisco quello che ho fatto.

Ho letto di alcuni suoi format nuovi, di cui uno dedicato agli animali, dal titolo Conviventi.

Vorrei ma non sarà in tempi così immediati. Vorrei anche fare, nello stesso giorno e orario in cui faccio Di che talento sei? (sabato notte, ndr) che finisce, una cosa sempre con Vaime: interviste un po’ più ravvicinate, sempre con personaggi abbastanza noti, ma non troppo famosi, e approfittare del fatto che siamo a mezzanotte e mezzo per avere maggiore intimità. Mi vengono in mente personaggi come Carofiglio, magistrato, senatore che vende più di 4 milioni di libri.

Per l’ultima domanda ci siamo riservati l’argomento di attualità. La Rai, scontri, discussioni, nomi sparati ogni giorno sui giornali in vista della scadenza del Cda. Che ne pensa?

Non so che pensare. Forse faranno una prorogatio a questo cda. Se no, come fanno? Non si cambiano le cose in 5 minuti. Stanno facendo dei nomi ma io non li ipotizzo perché per esperienza o non se ne fa niente o arriva sempre qualcuno che non si è mai nominato. Ritengo che Lorenza Lei come direttore generale c’è da maggio e penso che uno gli debba dare un po’ di tempo in più per lavorare. Se è vero che ha. in parte o del tutto messo, in pari il bilancio, mi sembra già una cosa importante. La crisi è quella che è, i costi sono quelli che sono e la pubblicità non c’è. L’Auditel ha il suo da fare, anche se non stanno andando male gli ascolti Rai. Comunque è un fritto misto e la mancanza di pubblicità sia sui giornali che in televisione è la causa di tanti problemi.

Quindi è tutto legato alla crisi economica più che a una crisi di qualità?

Sì, anche perché quella economica porta a tagli, a risentimenti, a non lavorare con gioia. Poi lavora bene un Fiorello, ma sono casi, quattro serate in un anno. Anche la fiction però non è andata male. Ma ripeto, manca, manca, manca, l’intrattenimento.

E tutto torna.

 

Erika Barbacelli

 

(Nella foto Maurizio Costanzo)