Pubblicato il 16/03/2012, 11:18 | Scritto da La Redazione

NAPOLITANO CANDIDA PIERO ANGELA ED ENRICO BONDI PER LA RAI

NAPOLITANO CANDIDA PIERO ANGELA ED ENRICO BONDI PER LA RAI
Il “Corriere della sera” parla di un gradimento da parte del Quirinale per un ticket, tra il conduttore di Quark e il liquidatore di Parmalat, ai vertici di Viale Mazzini. Corriere della sera, pagina 3, di Paolo Conti Rai, anche Napolitano chiede un nuovo Cda. L’ipotesi di un ticket Piero Angela-Enrico Bondi ROMA – Un […]

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Il “Corriere della sera” parla di un gradimento da parte del Quirinale per un ticket, tra il conduttore di Quark e il liquidatore di Parmalat, ai vertici di Viale Mazzini.

Corriere della sera, pagina 3, di Paolo Conti

Rai, anche Napolitano chiede un nuovo Cda. L’ipotesi di un ticket Piero Angela-Enrico Bondi

ROMA – Un ticket composto da un grande nome storico della Rai, incarnazione della tv di qualità, ovvero Piero Angela. Un direttore generale-amministratore delegato molto forte e dotato di ampie prerogative (basterebbe un lieve ritocco non governativo e nemmeno parlamentare alla Gasparri) che potrebbe portare il nome indiscutibile di Enrico Bondi, il liquidatore di Parmalat. O di Rocco Sabelli, manager uscente di Alitalia. O magari di Claudio Cappon, altro nome eventualmente spendibile per la presidenza (due volte direttore generale e una profondissima conoscenza dell’azienda). Su un’ipotesi di questo genere, forse, si potrebbe raggiungere una ipotesi di accordo tra le posizioni distantissime del Pdl («Cambiare questo Consiglio con la legge Gasparri») e l’itinerario seguito fin qui dal Pd. Ieri Pier Luigi Bersani lo ha confermato: «Se la Rai è paralizzata da una governante che non decide è tagliata fuori».

Il Pd punta a cambiare completamente le carte in tavola, partendo proprio dai nomi. Lo dice infatti Mario Orfini, responsabile Cultura e informazione del Pd: «Umberto Eco presidente della Rai? Con una nuova governance andrebbe benissimo, chi vuole fare le nomine utilizzando la legge Gasparri lo faccia, noi non parteciperemo, non abbiamo bisogno di avere interlocutori in un Cda eletto in questo modo, perché non sarà in grado di governare la Rai a prescindere da chi sarà nominato».

Una delle possibili strade sarebbe proprio la revisione dei poteri del direttore generale, trasformandolo in un amministratore delegato ma senza toccare la forma della Gasparri: Consiglio di amministrazione a nove, un consigliere indicato dal ministero dell’Economia, il presidente designato dalla stessa fonte così come il direttore generale. Monti potrebbe invitare i partiti a nominare consiglieri adeguati ai nomi che lui stesso proporrebbe, sganciati da ogni logica di posizione politica. Dal Quirinale sarebbe arrivato un invito generale, quindi anche al Pd, per cambiare i vertici della Rai ed evitare l’assurda prospettiva di una proroga: che piaccia o no alle forze politiche, in assenza di nomine da parte dell’azionista (ministero del Tesoro) e della commissione di Vigilanza, a norma di Codice civile si procede con l’attuale Consiglio di amministrazione. Si parla di una forte irritazione del ministro Corrado Passera per una recentissima intervista rilasciata dall’attuale direttore generale, Lorenza Lei (nella foto con Paolo Garimberti), in cui parlava di prospettive future. Intanto il Consiglio di amministrazione uscente ieri ha votato un ordine del giorno in cui si progetta una revisione di Raiuno. Impossibile immaginare una sostituzione di Mauro Mazza proprio mentre il Consiglio sta scadendo.