Pubblicato il 15/03/2012, 16:39 | Scritto da La Redazione

LA TELEFONATA DI FUOCO DI CARLO FRECCERO A “LIBERO”

LA TELEFONATA DI FUOCO DI CARLO FRECCERO A “LIBERO”
Il direttore di Rai 4 ha chiamato un giornalista del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro accusandolo di avergli fatto spostare nel palinsesto una serie tv, in seguito a un articolo. Libero, pagina 2-3, Francesco Borgonovo Freccero ci minaccia: «Fascisti, vi mando i forconi» Il direttore di Rai 4 accusa: «Mi censurate. Come la Lei, prendete […]

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Il direttore di Rai 4 ha chiamato un giornalista del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro accusandolo di avergli fatto spostare nel palinsesto una serie tv, in seguito a un articolo.

Libero, pagina 2-3, Francesco Borgonovo

Freccero ci minaccia: «Fascisti, vi mando i forconi»

Il direttore di Rai 4 accusa: «Mi censurate. Come la Lei, prendete ordini dai cardinali pedofili. Siete un giornale di merda».

Ieri Libero ha pubblicato un articolo sulla serie tv di Rai 4 Fisica o chimica, in onda al mattino e poco dopo l’ora di pranzo. Non abbiamo mai chiesto di chiudere o censurare la trasmissione. Nel pomeriggio, il direttore di Rai 4 Carlo Freccero ha telefonato in redazione, chiedendo di Maurizio Belpietro. Era piuttosto arrabbiato, ha detto che a causa del nostro articolo sarebbe stato costretto a eliminare il programma, che siamo dei censori e dei fascisti. La segretaria di Belpietro gli ha fatto presente che il direttore non c’era, e gli ha detto che l’avremmo richiamato. Dunque, poco dopo, gli ha telefonato l’autore del pezzo, cioè il sottoscritto. Quello che segue è il riassunto della conversazione.

Salve sono Borgonovo di Libero.

«Complimenti. Vi faccio i complimenti, veramente straordinari. Mi fate togliere Fisica o chimica al mattino».

Ma perché?

«Per il tuo articolo di merda».

Perché la chiudono?

«Perché i cattolici, capisci…».

Scusi, ma noi non abbiamo mica chiesto di chiudere le serie.

«Lei è peggio guardi. Siccome il suo direttore mi ha chiesto di aiutarlo quando c’era il programma, io racconterò tutto. Lei giustamente fa il suo lavoro. E io faccio il mio, racconto Libero che cosa fa, che mette le donne nude, che il suo direttore chiede notizie a me… Racconto cos’ha il cardinale di Genova, racconto tutto. Facciamo pari e patta. Lei troverà una persona che le farà un culo… Vedrà. Naturalmente io al pomeriggio non tolgo un cazzo, perché do le dimissioni… Lei è veramente un censore. Lei è XXX (fa il nome di un noto giornalista, ndr), lei è il XXX della redazione».

Io ho semplicemente scritto un pezzo…

«Ma un pezzo dei coglioni, perché non l’ha vista la serie, lei».

Io la vedo sempre, invece.

«La serie è pedagogica, cretino. Comunque a me non importa nulla. Io…».

Mi scusi allora, le cose che ho scritto ci sono o no? Sono vere o no?

«Sono false. Bisogna leggerle nel contesto della narratività. Lei purtroppo non è un esperto di televisione, mi dispiace. Dovrebbe leggere interamente il contesto di pedagogia…».

Però io sono uno spettatore, mi sono accorto della serie perché l’ho vista, guardo Rai 4 e ho anche scritto che è una bella rete.

«Ma lo dice l’Upa, non ho bisogno dei suoi complimenti…».

Io dico quello che penso.

«Io dei suoi complimenti non ho bisogno. Io c’ho l’Upa, i pubblicitari, i clienti, io me ne frego di lei, di quello che dice lei… Ma puoi capire se ho bisogno dei suoi… Comunque dico solo che racconterò le cose che ci sono fra me e il direttore del giornale. Siccome il direttore quando ha bisogno mi chiama per dire “mi aiuti a fare un programma?”, racconterò queste cose».

Non mi sembra però che il mio articolo abbia a che fare con un suo rapporto personale col direttore…

«Mi fanno togliere la serie al mattino…».

Ma chi vuole toglierla? Io non ho visto nessuna agenzia finora.

«Marano mi ha chiamato perché è la Lei che vuole… Tanto non verrà rieletta, la Lei. Anche se è amica di tutti i pedofili non verrà rieletta. I pedofili non la possono aiutare. Mi capisce? Io questa volta sarò una iena col suo direttore».

Non capisco cosa c’entri il direttore. Nel pezzo ci sono le mie opinioni, e fra l’altro non si chiede di cancellare la serie.

«Ma il digitale non è la Rai, non è Don Matteo. Siccome so che a Mediaset sono impazziti per Rai 4, siccome io gli faccio il culo tutti i giorni… Ma poverini… Vedrà, vedrà che conferenza stampa facciamo. In cui io racconterò che lei è come XXX, tale e quale XXX. Veramente XXX. Io penso che anche lei sia culattone come XXX».

Mi spiace che lei usi questi termini.

«Sono pronto… Vedrà cosa succede. Io poi conosco tutto della Chiesa. Io e YYY (un altro giornalista, ndr) siamo amici… Io so delle cose… Io e YYY siamo amici».

Guardi, io non parlo né con la Chiesa né con XXX né con i cardinali né con la Rai. Io ho fatto un pezzo da spettatore, vedendo una serie ed esprimendo delle opinioni.

«Infatti io stamattina non l’ho mica chiamata. Mi ha chiamato Marano, che la Lei gli fa il culo perché devo togliere questa serie. Ma al pomeriggio non la tolgo nemmeno… Anzi faccio la replica. Perché se no rischio di dare le dimissioni. E chiedo a tutti quanti di assalirvi e di portare i forconi sotto il giornale, perché ho più spettatori io che lettori voi, questo è indubbio. Ho più spettatori io. Per cui vi mando i forconi sotto la redazione del vostro giornale di merda. Che fate degli articoli indecenti, di pornografia. Per cui veramente, questa volta vi faccio… C’ho più spettatori io che voi. Lei è uno stronzo fascista che mi ha fatto chiudere una serie».

Non la chiudo io la serie.

«La Lei che vuole rinnovare… Tanto non verrà rinnovata dai pedofili, perché i pedofili non contano più nulla, è chiaro?».

Non so chi siano i pedofili.

«Sono i suoi amici cardinali. Poi racconto di come il direttore mi chiede notizie quando deve fare i programmi».

Mi pare che siano due cose completamente diverse, ripeto…

«Questa volta, eh ragazzi… Fate chiudere Luttazzi, fate chiudere Santoro…».

Io non faccio chiudere nessuno.

«Lei fa chiudere Luttazzi…».

Ma io non conto niente…

«Le vedo le fotografie delle ragazze nude che mettete, gli articoli che fate… Ma siate laici, siate laici».

Guardi che io sono assolutamente laico.

«No, lei mi sembra un deficiente».

Va bene.

«Io mi vendico in quello che posso dire. Mi fanno chiudere questa cosa… È indegno, indegno. Ma d’altra parte è così il giornale vostro, è così. Volete chiudere tutti. Volete solamente esserci voi che dite cazzate in libertà. Voi che siete liberisti e volete far chiudere tutto, ma che livello è?».

Veramente io non ho detto di chiudere un bel niente. E poi non dipende dame, fossi io a decidere che cosa va in Rai…

«Non è il servizio pubblico di Rai 1, impari qualcosa. Bisogna venire incontro a tutti i pubblici. Legga qualche libro!».

Le assicuro che li leggo.

«Il digitale, Rai 4 non ha questa funzione. Lei è un asino. Comunque mi ha fatto chiudere la serie al mattino, mi vendicherò col suo direttore. Anzi, con lei non ho niente. Non ho nemmeno chiamato. Ha fatto il suo dovere, poi io lascio libertà. Non vado a chiamare il direttore dicendo “lo sai che un tuo…”. Non l’ho mai fatto, però racconterò che i cardinali pedofili mi fanno chiudere e attraverso un giornalista…».

Ma guardi che io con i cardinali come dice lei non ho nessun rapporto. Non è che io ricevo telefonate da un cardinale che mi dice “faccia chiudere la serie”. Io non parlo con nessun cardinale, ho scritto un pezzo da spettatore sulla sua rete, che guardo. Capito?

«Comunque vabbé, è la prima rete del digitale. Rai 4 non ha nulla a che vedere… Non si può fare solo Don Matteo, imparate dalla tv americana. Ma quale tv educati va, impari qualcosa. Impari a non fare il moralista, a non fare il coglione seguendo i pedofili. Lei è al servizio dei pedofili, dell’Opus Dei. Adesso parlo io con YYY. Con YYY e il direttore. Lei è libero di scrivere. Vedremo la battaglia. Sarà il sangue e il sangue scorrerà».