Pubblicato il 05/03/2012, 18:30 | Scritto da La Redazione

L’AUTORE TAGLIENTO: «PANARIELLO, UNO SHOW CLASSICO, MODERNISSIMO, CON UN PO’ DI ZELIG»

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A poche ore dalla diretta, TVZOOM ha intervistato uno degli autori del comico toscano, che ha svelato in esclusiva alcuni segreti dello show di Canale 5.

Alessio Tagliento è uno di quegli autori che apporta le proprie idee ai giovanissimi comici di Zelig, personaggi in erba di cui sentiremo parlare più avanti. Ma è anche lo stesso che fa parte della squadra autorale di Giorgio Panariello: uno di quei pochi conduttori tuttofare della scatola magica televisiva. Uno di quelli che.. il sabato sera in tv. Uno di quelli che.. non si usciva per vedere e sentire quel che si sarebbe potuto vedere dall’ex tubo catodico. Uno di quelli che quando c’era lui.. gli ascolti erano cifre che si ricordano.  Uno di quelli che, oggi sarà di nuovo in tv dopo 6 anni di assenza.

Lavorare per Zelig e lavorare per un unico personaggio, cosa cambia?

Sono due cose radicalmente diverse, non tanto per le due trasmissioni ma per le due preparazioni. Zelig per me significa lavorare con 7/8 teste diverse e in più accordarsi con la linea della trasmissione stessa. Poi c’è la direzione artistica, Gino, Michele e Giancarlo Bozzo. E’ un lavoro di confronto ed aggiustamento continuo. Lavorare con Giorgio in un varietà significa confrontarsi con una testa unica che ha la visione di insieme, e cerca di comunicarla per ottenere quello che lui sta immaginando, è un rapporto uno a uno.

Qual è il tuo ruolo in questa squadra autorale? Qual è la tua cifra?

Giorgio mi fa sentire quello che gli dà le battute che hanno un graffio moderno. Metto le battute dove magari non ci sono e poi ho un’insieme di visione con contributi audio e video da mettere a chiusura di un monologo, o il contrappunto musicale mentre lui sta facendo un pezzo o cose del genere che lo rende un po’ più multimediale”.

Quanto saranno presenti i Social Network? “Giorgio è affascinato dai social. Tutti i giorni ha voglia di fare i log con quello che sta facendo. Ne ha sentito un po’ la necessità.

Si è parlato di un “Panariello non esiste” in cui ci saranno acrobati, ballerini, cantanti, personaggi, ospiti. Cosa credi che possa far divertire di più?

Io direi che la cosa più efficace che stupirà il pubblico è Giorgio “monologhista”. I suoi punti di forza erano i suoi personaggi ma io sono certo che alla fine di questa kermesse il pubblico dirà che il suo punto di forza è il monologo. Il contorno ha un peso importante ma relativo nel divertimento. Avrai delle immagini meravigliose con scenografia spettacolare, numeri di magia e funambolismo e nuovo impatto emotivo fatto da artisti francesi, stoffe, luci, colori, trampoli, “mostri” che appaiono sul palco, stupiscono. Il divertimento però è dato dal sapore che ti porti a casa, cioè la risata, il gusto e lo star bene te lo dà quello che hai ascoltato. Ci saranno sipari meravigliosi fatti con gli artisti, però questa volta non sono semplicemente studiati ma “copionati”, con delle parti in commedia che sono ben definite che metteranno in luce sia Giorgio che gli ospiti, facendoli entrare in questa scatola magica che ha creato. Anche loro faranno parte della commedia. E vedremo mostri sacri che faranno cose che non consuete.

La cosa più importante che abbia mai fatto?

Lavorare con quelli che reputavo dei riferimenti televisivi come Riccardo Cassini. E poi quando ti viene una battuta mediamente carina e senti che tutta l’Arena di Verona ride i brividi sono al di sopra della pelle.

La cosa più strana che ti è capitata?

Ho fatto un programma con dei cani che fanno dei talent – scout, mai pensavo nella mia vita di dover dar voce a degli animali.

Qual è la televisione di qualità? Questa è televisione di qualità?

Io credo che non ci sia una uniformità televisiva è come se ci fossero dei mini appuntamenti per ogni tipo di gusto. Anche sulla generalista uno si può creare un bouquet a orari invece che a canali. Quindi se si vuol seguire la parte più trash può si può fare, idem per la televisione cosiddetta di qualità, con giornalisti e informazione d’attualità. In realtà non credo ci sia da una parte Santoro e dall’altra il Grande Fratello. Ci sono varie sfumature. Credo che la tv di qualità ci sia che però tante volte viene offuscata dal rumore fortissimo che fanno delle trasmissioni che più che la qualità cercano la quantità di pubblico, quindi la

spettacolarizzazione non controllata.

Tipo i reality?

Si ma anche lì, sono andati talmente oltre che non sono più neanche da considerare programmi trash perché hanno un bacino talmente tanto consolidato che soddisfano un pubblico che vuole quelle cose.

Ma che momento televisivo è?

Un momento strano, in cui le cose grandi ricordano la vecchia repubblica televisiva e tutto quello che sembra “rubato”, web o una critica al sistema viene visto come nuova frontiera televisiva. Io credo che dovremo fermarci un attimo e vedere bene in giro cosa sta succedendo e fare una cosa che ci si è dimenticati di fare.. chiedere alla gente cosa vuole vedere e non basandosi su questa benedetta auditel che adesso come adesso è l’unico strumento del successo e soprattutto degli investimenti sul programma.. perché in realtà quello che succede al gradimento del programma è quanti soldi riceverà nella prossima edizione o farlo chiudere anticipatamente.

E che si potrebbe fare?

Mentre ne parliamo per cercare una soluzione le nuove generazioni stanno già stabilendo un rapporto nuovo con la televisione attraverso il web. E’ quindi utilissimo chiedere cosa fare.. ma mentre ce lo chiediamo dovremmo già agire e, nel frattempo, buttare più qualità possibile in quelle cose che in questo momento potrebbero sembrare diversamente fruite.

E l’auditel quanto c’entra in tutto questo?

L’auditel sta scodando, sta battendo gli ultimi colpi di coda o che almeno dovrebbe essere di gran lunga rivisto con la tecnologia che abbiamo adesso. Ci sarebbero tantissimi altri modi di rilevazione anche a richiesta, che ne so, uno sconto sull’abbonamento se mi fai sapere cosa stai vedendo a casa.. sapremmo esattamente cosa succede dappertutto. O dare modo di conoscere il gradimento via internet il giorno stesso, che è un po’ quello che sta succedendo con Twitter che è sicuramente uno strumento più vivo dell’auditel. E’ inutile guardare le curve quando la gente può dirci esattamente quello che pensa della trasmissione nel momento stesso. Magari si smetterebbe di uccidere le trasmissioni che avevano forse diritto di esistere ancora.

Fiorello ha sdoganato il varietà. Si sta andando verso “un ritorno”?

Se tu guardi Fiorello dici che sta facendo il Varietà perché c’è tutto dentro, musica, canzoni, balli, monolghi, ospiti. Se vedi qualsiasi puntata di Zelig è così. Il varietà c’è sempre stato e in realtà in Italia ne abbiamo sempre avuto bisogno.

Che Giorgio vedremo?

Giorgio è un po’ più classico in questo momento. Riproporrà il varietà più vicino a Studio Uno, come erano i grandi show del sabato sera, come era Fantastico con un gusto nuovo, con delle teste nuove e con un flusso iper moderno. Ma sono sicuro che è pronto per affrontare il varietà ancora più moderno di questo che reputo già modernissimo.

C’è un po’ di Zelig nel “Panariello non esiste”?

Un po’ un gusto di riferimento che potrebbe rimandare a Zelig. Però la bravura di un autore è di essere versatile e diventare parte di quello per cui sta scrivendo. E ti confesso che quando scrivo alcune cose penso in toscano.

 

Erika Barbacelli

 

(Nella foto Giorgo Panariello)