Pubblicato il 29/02/2012, 15:18 | Scritto da La Redazione

ALESSANDRA MASTRONARDI: «AI CESARONI DEVO TUTTO, MA IL MIO FUTURO È SU RAI UNO»

L’attrice romana, intervistata da TVZOOM, racconta il suo ruolo, passionale e sentimentale, nella mini serie “La Certosa di Parma” in onda sull’ammiraglia Rai. E lo fa parlando del set dei Cesaroni, dove è tornata solo per poche scene.

Ciao Alessandra, possiamo parlare cinque minuti?

«Sì, come no, ora sono sul set dei Cesaroni per fare delle piccole cose».

Come i Cesaroni, non te n’eri andata, sei tornata di nuovo a casa?

«Sono tornata a casa per un attimo, fuggente»

Quindi sei ancora legata a quella fiction, sembrava che invece non ne potessi più…

«No assolutamente, c’è grande amore e grande rispetto per quello che mi ha dato. Ricordo quello che mi disse il produttore Carlo Bixio: “Se è un tuo sogno fallo diventare un tuo lavoro”. Ieri è stato un anno dalla sua scomparsa, non è stata un gran bella giornata».

Parliamo della miniserie La certosa di Parma, in onda su Rai Uno domenica e lunedì.  Conosceva il romanzo di Stendhal, da cui è tratta?

«L’avevo letto al liceo, e chiaramente non l’avevo molto apprezzato. L’ho riletto con un altro spirito, è stato piacevole scoprire un meraviglioso manifesto all’Italia e agli italiani, soprattutto oggi. Ti fa capire che noi italiani non siamo sempre stati messi male e che in passato non abbiamo sempre dovuto giustificare qualcosa di sbagliato»

Tu interpreti Clelia, una donna molto passionale che rischia molto per amore. Secondo te fino a che punto è giusto spingersi in amore?

«Credo sia giusto cercare e ricercare la felicità, è un diritto di tutti. Se lottare per un amore o per un sogno è ciò che ti rende felice e ti fa sentire vivo, bisogna farlo fino in fondo. Certo poi bisogna essere pronti a prendersi qualsiasi responsabilità, non mi piacciono i rimpianti, preferisco dirmi: “c’ho provato”»

Quindi al momento non hai rimpianti?

«Grazie a Dio no, questo non significa che non abbia fatto scelte probabilmente sbagliate. Ma le batoste mi sono servite comunque, a temprare un carattere e farmi crescere».

Cosa stai leggendo in questo periodo?

«I romanzi mi piacciono molto, non mi fanno impazzire i thriller, preferisco guardarli al cinema. Sto leggendo “La  ragazza delle arance” di Jostein Gaarder».

Le hanno mai proposto di scrivere un libro? Molti suoi colleghi lo fanno.

«No e spero che non me lo chiedano mai»

Diciamo che a molti tuoi colleghi i libri li scrivano altri. Poi però diventano best seller a loro nome. E’ un circo che funziona.

«E’ una cosa che non sopporterei».

Hai finito da poco di girarela fiction di Rai1 sul Titanic, in che ruolo?

«La nostra storia racconta non il Titanic, ma la costruzione del Titanic: nessuno sa che non è una nave inglese, ma fu costruita in Irlanda, a Belfast, e tra gli operai c’erano moltissimi italiani. Raccontiamo la storia di queste famiglie che hanno partecipato alla costruzione della nave, è uno sfondo per raccontare la vita di Belfast nel 1912, dove c’erano forti lotte tra protestanti e cattolici, italiani e irlandesi, datori lavoro e operai».

Certo dopo il disastro del Giglio uscire con il Titanic non è il massimo…

«In effetti non siamo stati fortunatissimi, è questione di tempi sbagliati, succede anche in tv, non solo in amore».

Sicuramente anche il naufragio della Costa diventerà una fiction…

«Diventerà un film americano, dove gli italiani faranno una figuraccia»

Tornando alle fiction, secondo te è giusto tirare troppo la corda. Mi spiego: Romanzo Criminale è stato un grande successo, breve, ma intenso. I Cesaroni vanno avanti da anni. E’ giusto spremere le storie?

«Per quanto riguardo Romanzo è stato giusto così, la storia si riallacciava a una storia vera, in cui morivano tutti. Sarebbe stato stupido farlo andare avanti. Per quanto riguarda le fiction a lunga serialità credo che a un certo punto o devono essere molto bravi gli sceneggiatori oppure si deve chiudere, perché se le storie vengono trascinate non crea più interesse. Però poi da appassionata di Grey’s Anatony , giunta all’ottava serie, mi auguro che non chiuda mai».

Gli americani sono un po’ più bravi di noi con i telefilm….

«Perché non hanno paura dei tabù. Noi pensiamo di essere liberi, poi magari scrivi qualcosa di più forte e si presentano mille gruppi, centinaia di sindacati a bloccare tutto. Guardo la tv inglese e americana, ci sono anche lì programmi orrendi, volgari, con ballerine mezze nude, solo che lì ci sono anche altre cose. Da noi basta la farfallina di Belen per parlare solo di quello»

A proposito di libertà di scelta, sai che lunedì sera comincia il nuovo show di Panariello si Canale 5?

«Non so assolutamente che cos’è. Se ci fosse un nuovo Walter Chiari mi preoccuperei…mah comunque staremo a vedere».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Alessandra Mastronardi)