Pubblicato il 24/02/2012, 18:08 | Scritto da La Redazione

IL REGISTA CARCANO: «CON “ITALIA’S GOT TALENT” ABBIAMO CAMBIATO IL SABATO SERA IN TV»

IL REGISTA CARCANO: «CON “ITALIA’S GOT TALENT” ABBIAMO CAMBIATO IL SABATO SERA IN TV»
Un percorso trentennale in cabina regia, da Corrado alla Ventura alla De Filippi. Parla il regista dello spettacolo dell’autunno, con quasi 9 milioni di spettatori e il 35% di share. Un percorso di 30 anni nelle “cabine” più “autorevoli” dei programmi tv, tra talent, game-show e reality. Da Corrado alla Ventura, da Amadeus alla De […]

Un percorso trentennale in cabina regia, da Corrado alla Ventura alla De Filippi. Parla il regista dello spettacolo dell’autunno, con quasi 9 milioni di spettatori e il 35% di share.

Un percorso di 30 anni nelle “cabine” più “autorevoli” dei programmi tv, tra talent, game-show e reality. Da Corrado alla Ventura, da Amadeus alla De Filippi. Paolo Carcano, regista delle tre edizioni di Italia’s got talent, è un professionista, e questo lo sapevamo già, ma è anche e soprattutto, una persona di quelle che ti stupisce, di quelle che fa un lavoro artistico (è sua la lente attraverso la quale conosciamo il trio spietato e divertente, dello show del sabato sera di Canale 5), ma non lo fa pesare. Oltre alla passione per la sua professione, ha una vita “normale” – dice – con moglie, figli e l’amore per la montagna. È uno quelli che crede che il frutto positivo del proprio lavoro sia di tutta la squadra; di quelli, che quando si incontrano sul lavoro, fanno ancora sperare che bisogna essere bravi per riuscire. Si definisce un regista tecnico. Ed in un momento come questo ci sembra davvero azzeccato.

Ma cosa c’è di diverso dalle altre edizioni precedenti che ha portato il programma a numeri stellari?

Il successo è stato dei tre giudici che sono diventati gli amici di casa. Il pubblico si immedesima in Zerbi che è la parte “cattiva”, la professionalità al di sopra delle parti o la sensibilità di Maria che scopre dei lati nascosti delle persone e Gerry che è il buono, che è lo zio che mette d’accordo tutti.

Quanto contribuisce il suo lavoro alla riuscita del programma?

Il mio lavoro è catturare l’emozione dei giudici. E quella è anche la difficoltà. Noi non proviamo mai nulla, aldilà delle cose tecniche come i microfoni o gli ingombri per non impallare le telecamere. Le loro espressioni, le smorfie, il dissenso di Zerbi quando un “concorrente” canta, sono tutte improvvisate. È la classica situazione di tre persone davanti alla televisione che fanno i loro commenti. La forza sono loro tre. Dietro ovviamente c’è un lavoro incredibile di redazione e produzione.

Nel suo curriculum c’è anche l’ultima edizione della “Corrida” di Corrado. È anche per questo che la scelta è ricaduta su di lei?

Io lì ho lavorato come aiuto regista di Stefano Vicario che per me è un gran Maestro ma non credo che questo c’entri qualcosa. Questo programma ha un format inglese, il primo anno c’era la supervisione loro per quello che era l’impostazione delle camere poi piano piano l’abbiamo italianizzato. L’ abbiamo adattato nel montaggio ed il grosso dubbio e la grande sfida era se fosse possibile andare in onda il sabato sera con un programma montato diversamente dal solito perché gli italiani sono abituati vedere dei varietà alla Ballando con le stelle, C’è posta per te, Fiorello, programmi di intrattenimento che hanno una consecutio, questo è stato proprio cambiare il loro modo di guardare la tv.

Sfida vinta?

Diciamo che il pubblico ha capito che l’esibizione è qualcosa che ti permette di andare avanti nel programma non il programma. Ci sono state critiche in passato, ma ora la gente si è affezionata a questo nuovo modo di fare tv e soprattutto ai giudici.

La sua dimensione qual è?

Io nasco dallo sport quindi ho una impostazione di diretta. A me piace raccontare storie, come con “C’è posta per te” che per me è di una bellezza… è montato quasi come un film.

E qual è la prossima cosa che farà?

Sono dieci anni che lavoro con Maria e non ho tempo per far altro. E per questo mi reputo molto fortunato. Io metto a disposizione la mia professionalità e lei, come gli altri per cui ho lavorato, la sfrutta come meglio crede. Con Maria mi trovo benissimo. Lei è una che non ti dà dei limiti, lascia spazio alle persone per quanto se c’è qualcosa che non va è la prima a dirlo.

La soddisfazione più grande che si è tolto nel suo lavoro?

Succede tutte le volte che rendi soddisfatte le persone per cui lavori.

La cosa più “strana” e particolare che le è stata chiesta tra i vari programmi e personaggi che ha seguito?

Richieste particolari non ne ho mai avute. Devo dire che Maria è attenta a tutto e lavorando da tanto con lei si è creata una simbiosi per cui la capisco dagli atteggiamenti o sguardi quando è tutto tranquillo o quando sta escogitando mentalmente qualcosa. E allora sì che ho bisogno della massima allerta di tutta la squadra, perché non so se si muoverà da una parte all’altra dello studio o cosa dirà perché lei ha questa capacità incredibile di leggere le persone con cui sta parlando.

Ma ce l’avrà un sogno.

Non mi pongo mai sogni o obiettivi. Cerco di centrare di volta in volta dei traguardi,  senza però darmi degli obiettivi precisi che potrebbero poi diventare dei limiti. Perché puoi esplodere o cadere come son caduti tanti.

 

Erika Barbacelli

 

(Nella foto il logo della trasmissione)