Pubblicato il 22/02/2012, 18:24 | Scritto da La Redazione

IL REGISTA TAVARELLI: «ASPETTATEVI UN GIOVANE MONTALBANO MOLTO PASSIONALE»

IL REGISTA TAVARELLI: «ASPETTATEVI UN GIOVANE MONTALBANO MOLTO PASSIONALE»
{Summary}Il regista della fiction “Il giovane Montalbano” su Rai Uno da domani sera, racconta a TVZOOM tutti i suoi dubbi iniziali. Il giovane commissario, interpretato da Michele Riondino, mostrerà sentimenti e passioni che il pubblico non è abituato a conoscere.{/Summary}. Domani sera su Rai Uno va in onda il primo dei sei episodi del Giovane […]

{Summary}Il regista della fiction “Il giovane Montalbano” su Rai Uno da domani sera, racconta a TVZOOM tutti i suoi dubbi iniziali. Il giovane commissario, interpretato da Michele Riondino, mostrerà sentimenti e passioni che il pubblico non è abituato a conoscere.{/Summary}.

Domani sera su Rai Uno va in onda il primo dei sei episodi del Giovane Montalbano, tratti dai racconti di Andrea Camilleri e interpretati dall’ attore pugliese Michele Riondino, che ha il difficile compito di vestire i panni del Commissario a 30 anni. All’inizio di questa operazione che va indietro nel tempo e racconta gli esordi professionali e sentimentali di Montalbano in molti hanno storto il naso. Anche lo stesso regista, Gianluca Maria Tavarelli, che ammette a TVZOOM: «Di dubbi ne abbiamo avuti sia io che Riondino, entrambi avevamo lo stesso tipo di paura e perplessità, dissipate molto presto perché abbiamo capito che non era una semplice operazione commerciale, ma un’idea più letteraria, più vicina ai romanzi di Camilleri e al vero personaggio. Io e Michele ci siamo messi al lavoro insieme, dividendoci le responsabilità».

Quindi non avete mai avuto dubbi sul fatto che il giovane Montalbano dovesse avere il volto di Riondino?

«No mai, il progetto è nato con lui»

E così dopo Zingaretti, romano, un altro Montalbano non siciliano…

«Ma Riondino è pugliese, è un uomo del sud, e poi intorno a lui ci sono tutti attori siciliani, è stato un lavoro al 99% siciliano».

Quindi senza la Sicilia Montalbano non esisterebbe?

«Salvo è la Sicilia, è quel mondo, quel mare, quella cucina, quella terra, quell’amore per la sua terra. La Sicilia è l’altra vera grande protagonista della fiction».

Cosa si deve aspettare il pubblico di diverso da questo giovane Montalbano?

«Che finalmente verrà a conoscenza di tante cose che avrebbe voluto sapere del suo carattere».

Per esempio?

«Raccontiamo il Montalbano a 30 anni, quando aveva un modo completamente diverso di vivere le emozioni, sia nei confronti delle donne, che della famiglia. Si vedrà il sentimento passionale verso la prima fidanzata, ma anche le sofferenza per la fine di un amore, con la sensazione di essere inadatto ad amare una donna. Nello stesso tempo il pubblico assisterà alla nascita dell’amore con Livia, e capirà anche perché si sono piaciuti fin dall’inizio».

Finalmente un Montalbano davvero passionale. Si scoprirà anche perché ha un rapporto difficile con il padre?

«Sì, finalmente scopriremo perché non si parlano, cosa è successo tra di loro, la morte della madre, e anche perché alla fine si riavvicineranno. Insomma i conoscitori di Montalbano, oltre ai gialli e agli intrighi, scopriranno un lato emotivo molto più forte».

Quindi lei non ha dubbi sul fatto che il pubblico lo accoglierà positivamente?

«No un momento, di dubbi se ne hanno sempre, spero solo

che piaccia e la gente lo ami. Quello di cui sono sicuro è che noi abbiamo messo il massimo impegno per realizzarlo. Poi non ho la più pallida idea di quanti spettatori faremo».

Ama di più il giovane Montalbano, o l’adulto?

«Ovviamente amo più il giovane, l’ho diretto io, sarebbe un tradimento».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Gianluca Maria Tavarelli)