Pubblicato il 19/02/2012, 11:05 | Scritto da La Redazione

VICARIO, REGISTA DEL FESTIVAL: «CI SONO STATI 2 PROGRAMMI: UNO CON CELENTANO E UNO CON LE CANZONI»

tvzoomsanremo A TVZOOM il regista di Sanremo dice: «L’edizione 2012 è stata faticosa per conciliare le esigenze del Molleggiato con quelle del Festival. E ora subito al lavoro per Panariello».

Sono quattro al suo attivo, di cui due con Bonolis e uno con Simona Ventura, i Festival di Sanremo di cui ha curato la regia. Stefano Vicario, uomo “nascosto”, per esigenze del ruolo, della 62° edizione, e, nel bene e nel male, responsabile di ciò che vien fuori dallo schermo, e soprattutto dal come. E’ suo l’occhio attraverso il quale passa tutto ciò che si vede e come lo si vede. Lui, e della sua squadra, ovviamente. Siamo in cabina regia quando lo abbiamo raggiunto. Proprio mentre ci sono le prove del “cannibale” Celentano, a porte chiuse, rigorosamente. Tra una battuta e l’altra, il re degli ignoranti, lo chiama, chiede, spiega, e Stefano, classe ’53 e tanto curriculum alle spalle tra varietà e fiction, ascolta, decide, coordina, dirige. Lui, ed il suo pool. È da poco passata l’ora di pranzo e si percepisce già l’energia e il dinamismo della situazione. «C’è tensione è tanta e fatica perché sono tre settimane che non ci fermiamo un giorno dobbiamo stare attenti a non pensare che sia già finita – spiega – ce ne è ancora una parte che è la parte più grande, l’ultima serata».

Qual è stata la difficoltà di questo Festival?

Nella parte iniziale è stata dover fare due programmi nello stesso programma, ovvero conciliare le esigenze di un artista meticoloso come Celentano con le esigenze del Festival, avere questa sorta di scollamento, di doppio incarico, poi dopo tutto si è aggiustato.

Cosa le ha chiesto Celentano?

È un artista che capisce di regia, capisce di luci, non è una persona che sale sul palco e non ha il controllo di quello che gli accade intorno, quindi ci siamo dovuti confrontare.

E’ al suo quarto festival, Bonolis (due volte), Ventura e Morandi, persone molto diverse. Che differenza si deve tener presente nel suo lavoro?

La conduzione fa la temperatura emotiva diversa per quanto ci riguarda, cercando di confezionare un abito comodo per ognuno di loro. Per quanto riguarda la parte musicale è un approccio diverso, un approccio che più mi compete direttamente quindi cerchiamo di fare cose diverse ogni anno.

Il “vestito” di Morandi come è diverso rispetto a quello di Bonolis?

Quest’anno la differenza essenziale è che abbiamo lavorato con una tecnologia più da concerto, rispetto al solito nel senso che non abbiamo uno schermo ad alta definizione dietro (un Led Wall passo sei) usato gli altri anni perché darebbe un’immagine bidimensionale, molto piatta, invece questa volta abbiamo scelto con Gaetano (Castelli, lo scenografo, ndr) ed Ivan (Perri, il light designer, ndr) di mettere quelli che si chiamano schermi “tipo Martin” che si usano molto di più nei concerti che creano profondità piuttosto che uno schermo piatto.

Dopo Sanremo, nemmeno il tempo di riprendersi che sarà subito al lavoro con il nuovo spettacolo di Panariello, con il quale, tra l’altro, ha già lavorato. Cosa l’aspetta?

Tante ore di lavoro. Con Giorgio abbiamo già fatto due edizioni di “Torno Sabato itinerante”. E’ un contesto totalmente diverso, dall’Ariston andremo in una sorta di Moulin Rouge fastoso che è costruito nel Teatro 5 di Cinecittà che sarà un altro grande ambiente di grande fascino.

È stato annunciato come spettacolo con illusionismo, musica e…?

Sarà un ritorno di Panariello dopo sei anni lontano dal video, con una formula di one man show che per Mediaset è abbastanza innovativa che non è uno specifico che loro percorrono abitualmente. Cercheremo di dare una immagine abbastanza stuzzicante, ritorneremo con scenografie e sapori che non si sono viste da un po’, avremo una tecnologia mascherata”. Battute rubate, che ci vengono, involontariamente rubate dal Molleggiato. 


Erika Barbacelli


(Nella foto Gianni Morandi e Adriano Celentano)