Pubblicato il 14/02/2012, 19:03 | Scritto da La Redazione

IL BLACKOUT DELLE GENERALISTE PER SANREMO, SOLO SKY TIENE LA POSIZIONE. E IL RISPETTO VERSO IL TELESPETTATORE DOV’È?

IL BLACKOUT DELLE GENERALISTE PER SANREMO, SOLO SKY TIENE LA POSIZIONE. E IL RISPETTO VERSO IL TELESPETTATORE DOV’È?
Le reti Mediaset e La7 abdicano sulla controprogrammazione e sospendono i programmi di punta. E Sky lancia una pubblicità che più che una provocazione ci appare una deduzione: «Questa settimana o guardi Sanremo o guardi Sky». O il Festival o… il Festival. Mai come quest’anno le generaliste hanno abdicato a uno scontro diretto di controprogrammazione […]

Le reti Mediaset e La7 abdicano sulla controprogrammazione e sospendono i programmi di punta. E Sky lancia una pubblicità che più che una provocazione ci appare una deduzione: «Questa settimana o guardi Sanremo o guardi Sky».

O il Festival o… il Festival. Mai come quest’anno le generaliste hanno abdicato a uno scontro diretto di controprogrammazione festivaliera. Mediaset ha addirittura sospeso le trasmissioni di punta con cui battono regolarmente la Rai, come Zelig e Italia Got’s Talent (oltre gli 8,8 milioni di spettatori nell’ultima puntata), inserendo al loro posto film, fiction, di indubbia qualità, ma già viste e riviste. Canale 5 giovedì farà una puntata speciale di Matrix sulla crisi economica in Grecia, come unica alternativa ai film stravisti. L’unico a rimanere in piedi a Cologno Monzese è Quarto Grado su Rete 4, dimostrazione che il Biscione punta solo sull’informazione. Dunque, Questa settimana o guardi Sanremo o guardi Sky. Che non si tratta esclusivamente della pubblicità comparativa comparsa oggi sui quotidiani, ma di una deduzione che ci appare, purtroppo, quantomeno scontata. Non si capisce la motivazione per cui le tv generaliste invece di corazzarsi per l’evento Sanremo e proporre almeno una programmazione all’altezza, abbiano pensato di passare mano. L’unica alternativa, quindi, è la programmazione della piattaforma Sky. Ci sembrano davvero lontani i tempi in cui Del Noce, allora direttore di Rai Uno, era il 2006, durante il Festival di Panariello, prima ancora quello della Ventura (penalizzata anche e proprio da quella concorrenza televisiva) e poi nell’edizione di Bonolis, che rassicurava gli animi con un «Ciascuno fa quello che vuole, e Sanremo deve guardare a se stesso» in virtù di una pax televisiva che non c’era più e che andava rispettata.

E parlando proprio di rispetto, dov’è finito quello per lo spettatore, che dovrebbe essere al centro dei pensieri di tutti gli operatori e che invece è trattato come l’ultima ruota del carro? Almeno poi non si lamentino dell’erosione degli ascolti da parte della pay tv…

 

Erika Barbacelli

 

(Nella foto la pagina pubblicitaria di Sky sul quotodiano La Repubblica)