Pubblicato il 09/02/2012, 15:03 | Scritto da La Redazione

FABIO DE LUIGI: «QUEST’ANNO SONO STATO UN FAN DI “XFACTOR”»

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L’attore, da domani nelle sale cinematografiche con “Com’è bello far l’amore”, a fianco di Claudia Gerini, racconta a TVZOOM le sue impressioni su cinema e televisione in Italia.

Diciamocela tutta, la concezione affaticata e pessimistica dell’italica esistenza trova nel sesso il riscatto adeguato, quasi a sottolinearlo come frangente in cui la vita val la pena di essere vissuta, cantando l’apologia dell’accoppiamento in un messaggio d’amore sproblematizzato, o meglio, vincitore sui problemi domestici. Lo spiegano al meglio Fabio De Luigi e Claudia Gerini, coppia in crisi di astinenza al cinema con Com’è bello far l’amore, di Fausto Brizzi, (nelle sale dal 10 febbraio), la cui vita sarà sconvolta dall’arrivo in casa di un pornodivo (Filippo Timi) che tanto somiglia a Franco Trentalance. «È il quarto film che giro con Brizzi», dice Fabio De Luigi a TVZOOM, «il cinema sta diventando la mia dimensione».

Fabio, ha ripudiato la televisione definitivamente a vantaggio del cinema?
«Direi di no, semplicemente in questo periodo sono concentrato sul cinema e coltivo le occasioni che questa strada mi porta. Questo è il quarto film girato con Fausto Brizzi, ormai siamo davvero in sintonia, e poi è un film in 3D, quasi una sorta di fumetto, io sono da sempre un grande amante dei fumetti».
C’è chi dice sia un film anti-cinepanettone, ovvero capace di trattare temi popolari senza cadere nel cliché della commedia sporcacciona…
«Non lo definirei un film “anti” qualcosa, ma un film “pro”: al centro del discorso c’è il sesso, ma non è trattato in modo scontato. È una commedia leggera, basata su situazioni comiche e divertenti, ma è anche una pellicola romantica, non rinuncia agli aspetti profondi e autorali della narrazione pur essendo pop e fruibile, come ogni film di Fausto. Girare con Claudia Gerini e Filippo Timi è stato divertente».
Ora come ora, in Italia, sta meglio il cinema o la televisione?
«Probabilmente il cinema. Sta mettendo tanto fieno in cascina, le commedie sono il motore trainante che, se ben gestito, potrebbe consentire anche nuove sperimentazioni, un po’ come è accaduto in Francia con The artist. La televisione, invece, sta vivendo un momento di grande cambiamento grazie al digitale e, come in tutte le novità, esiste un problema di assestamento. I nuovi canali, specie le realtà minori, non dovrebbero però scimmiottare le grandi generaliste, ma cercare di affrancarsi scegliendo strade proprie e congeniali».
Forse il ponte tra il cinema e la tv è ben rappresentato dalle fiction, non crede?
«Sono d’accordo, oggi come oggi, se un prodotto è qualitativo, un attore è ben contento di abbracciarlo, a prescindere che sia destinato alle sale o alla tv. È un trend iniziato negli USA, che ovviamente dispongono di budget e possibilità ben maggiori rispetto alle nostre, ma è replicabile con successo anche da noi».
Guarda la tv, in questo periodo?
«Guardo lo sport, promuovo alcuni talent show, penso a XFactor, che quest’anno mi è piaciuto molto, evito i programmi di approfondimento politico, pur essendo appassionato di politica: lì, gli attori sono sempre gli stessi e il copione spesso è scontato. Le mie scelte però sono condizionate dal vero padrone del telecomando, mio figlio, dunque guardo anche i cartoni animati».
C’è un’esperienza che le piacerebbe fare, professionalmente, che ancora non ha fatto? 
«Mi sarebbe piaciuto girare Ubriaco d’amore, film di Paul Thomas Anderson, con Adam Sandler. Per questa stagione, mi attende ancora tanto cinema: sto scrivendo un nuovo copione assieme a Alessandro Genovesi, dovremmo iniziare a girare a marzo».
 
Gabriele Gambini
 
(Nella foto Fabio De Luigi)