Pubblicato il 08/02/2012, 13:38 | Scritto da La Redazione

CINEMA E TV: BASTA TRUCCHETTI PER FAR GIRARE SOLDI!

CINEMA E TV: BASTA TRUCCHETTI PER FAR GIRARE SOLDI!
Come e perché è cambiata la programmazione di lungometraggi sulle reti generaliste. Quali interessi si celando dietro i palinsesti? Strano rapporto quello tra cinema e tv. Negli anni Cinquanta, agli albori del tubo catodico, la tv andava nei cinema, le sale proiettavano i quiz di Mike Bongiorno e facevano affari d’oro. Poi il cinema è […]

Come e perché è cambiata la programmazione di lungometraggi sulle reti generaliste. Quali interessi si celando dietro i palinsesti?

Strano rapporto quello tra cinema e tv. Negli anni Cinquanta, agli albori del tubo catodico, la tv andava nei cinema, le sale proiettavano i quiz di Mike Bongiorno e facevano affari d’oro. Poi il cinema è andato in tv e per qualche decennio le cose sono andate bene, il cinema viveva grazie ai soldi della tv, la tv faceva grossi ascolti grazie al cinema e lo spettatore godeva di buoni film da vedere.

Mi rivolgo a chi ha superato la quarantina. Alzi la mano chi non si ricorda i film del lunedì sera su Rai Uno. C’era la sigla di Lucio Dalla, poi uno splendido Claudio G. Fava che ci introduceva il film e poi si spegnevano le luci del salone, la mamma finiva di sistemare la cucina, mio padre addirittura staccava il telefono e… partiva il filmone.

La televisione è consuetudine, i tecnocrati televisivi cercano di incanalare gli spettatori per abitudini e qualche decennio fa le abitudini erano: il lunedì sera il film, il sabato sera il varietà.

Poi è cambiato tutto: tutti i giorni della settimana sono buoni per film, il varietà si sposta al lunedì, ci sono reti generalista e reti dedicate. I dati Auditel raccontano che il film in tv non tira più. Ma c’è qualcosa che non mi convince. La televisione, è meglio dirlo subito, muove un sacco di soldi e genera spesso gli interessi economici che travalicano gli interessi televisivi. Mi spiego meglio: i palinsesti si fanno anche per favorire qualcuno economicamente e se ogni tanto ricompare qualche programma, che era andato male la stagione precedente e vi state chiedendo il perché è ancora lì, la risposta è che quella produzione deve lavorare perché genera soldi e a volte li ridistribuisce.

I film non li generano più questi soldi. Una volta sí, negli anni Novanta il vero business era l’acquisto di film. Berlusconi e le sue televisioni hanno ancora qualche strascico legale e i più anziani ricorderanno la mega vendita dei Cecchi Gori alla Rai di un listino di film, che rese ricco il produttore cinematografico fiorentino e qualche suo sodale politico.

Ma da qualche tempo Sky ha avuto un merito, infatti il lunedì su Sky Cinema 1 ha proposto Cinema Première e ha avuto un ottimo riscontro di pubblico. Cari dirigenti televisivi non prendeteci più in giro, il giochino è scoperto. Quindi chiediamo alla nuova Rai di rimettere i grandi film al lunedì, magari organizzandoli per cicli: western, filmografie di attori, ecc… e vedrete che il pubblico vi ripagherà.

 

Pietro Berna