Pubblicato il 06/02/2012, 11:55 | Scritto da La Redazione

ALTRO CHE ASTA PER LE FREQUENZE, SONO GIÀ TUTTE OCCUPATE ABUSIVAMENTE

ALTRO CHE ASTA PER LE FREQUENZE, SONO GIÀ TUTTE OCCUPATE ABUSIVAMENTE
Mentre si discute sulle nuove regole di assegnazione, si scopre che l’etere è un Far West, dove anche la Rai se ne infischia della legge. Corriere della sera, pagina 13, di Edoardo Segantini Frequenze televisive, nuovo Far West. Le emittenti locali (e la Rai) le occupanoLa gara: dalla Lombardia alla Campania solo una non è […]

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Mentre si discute sulle nuove regole di assegnazione, si scopre che l’etere è un Far West, dove anche la Rai se ne infischia della legge.

Corriere della sera, pagina 13, di Edoardo Segantini

Frequenze televisive, nuovo Far West. Le emittenti locali (e la Rai) le occupano
La gara: dalla Lombardia alla Campania solo una non è utilizzata abusivamente
MILANO – Mentre da settimane si discute che fare delle frequenze televisive dopo il blocco del beauty contest deciso dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e dopo giorni di discussioni politiche accanite sul dilemma «asta sì, asta no» ecco emergere un fatto nuovo e sconcertante: quelle frequenze in attesa di assegnazione, tranne una, sono già state occupate. Abusivamente, si direbbe.

Tra i casi più eclatanti la Lombardia, dove i canali 25, 54 e 55 vengono utilizzati dalle emittenti Telemilano, Più Blu e Più Blu 2. Mentre a Roma i canali 23, 54 e 59 sono usati dagli «inquilini» Canale Zero, Idea Tv e Yes Tv. E a Napoli il 54 e il 59 sono occupati dalle emittenti Telecapri e Tv Capital. Infine, in diversi bacini, in Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna, il canale 24 trasporta i segnali della Rai.

A denunciare l’incredibile vicenda, che fa capire quanto lunga sia la strada per uscire dal Far West dell’etere, è Antonio Sassano, autore del primo e unico catasto delle frequenze televisive ed ex consulente dell’Autorità per le Comunicazioni Agcom. Dalla sua denuncia parte anche l’interrogazione parlamentare dell’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, Pd, rivolta allo stesso Passera.

L’occupazione, si rileva, non è «storia vecchia», ma anzi recentissima. Poiché nel decreto governativo del 20 gennaio scorso queste frequenze da assegnare venivano definite «indisponibili», Gentiloni chiede di sapere se e quando il ministro abbia autorizzato, dopo quella data, l’uso delle preziose porzioni di etere.

E poi interessante notare come l’unico canale non occupato, tra quelli del fu beauty contest (il meccanismo che regalava le frequenze agli operatori televisivi esistenti), sia proprio il 58, dagli esperti ritenuto il più pregiato, che l’ex ministro Paolo Romani e il suo staff avevano destinato a Mediaset sollevando un mare di polemiche.

A questo punto ci si domanda – se davvero quello spazio è stato indebitamente occupato – quando sarà liberato. E, soprattutto, da quale portafoglio sarà sostenuto il costo dello «sfratto»: dalle televisioni occupanti o dall’amministrazione pubblica, cioè dai contribuenti?

La domanda non è oziosa, perché i precedenti non tranquillizzano. In particolare l’ultimo in ordine di tempo, l’asta per le frequenze destinate agli operatori di telecomunicazioni, che come noto ha fatto entrare nelle casse dello Stato più di quattro miliardi di euro.

Anche in quel caso, i canali messi all’asta erano occupati da emittenti locali. Che, per liberarli, hanno ottenuto 175 milioni di euro a fronte di una richiesta di ben 400. Il «risarcimento», essendo stato fatto con criteri «egualitari», ha suscitato la protesta di quegli editori che avevano investito di più negli impianti. Ad esempio Sandro Parenzo, che ha denunciato l’operazione acquistando e firmando un’intera pagina di pubblicità sul «Corriere della sera» del 26 gennaio e lamentato, in un’intervista successiva, che si mettono sullo stesso piano Telelombardia, che dà lavoro a 300 persone, e «le piccole televisioni dell’amico dell’assessore con due dipendenti quando va bene».

La vicenda sta creando nervosismo tra i partiti che alcune settimane fa, all’insegna del «No al beauty contest», avevano dato vita a un’insolita maggioranza: Pd, Terzo Polo, Idv e Lega Nord.