Pubblicato il 05/02/2012, 14:34 | Scritto da La Redazione

FRANCESCA SENETTE:«RAI E MEDIASET NON MI MANCANO»

alt

La conduttrice racconta a TVZOOM le novità del suo “Effetti personali”, in onda su La7d al lunedì in seconda serata, e sottolinea: «A La7 sono rinata»

 

Gli Effetti Personali sono quelli dei suoi ospiti, che ogni lunedì su La7d alle 23.10 esplorano le città del mondo, le raccontano e si raccontano, ma l’affetto personale va tutto a lei, Francesca Senette: sa descrivere la sua evoluzione di carriera con un fluire circostanziato di parole capaci di farsi intenzioni, per liberarsi dai lacci e laccioli che la imbrigliavano ai tempi di Mediaset e Rai. «La7 è una dimensione professionale meravigliosa: mi consente di sperimentare e di essere libera», dice lei. 

Si dice che tra il dire e il fare ci sia di mezzo il mare. Anche tra la Francesca del passato e quella di oggi. Un mare di esperienze, alcune belle, altre meno, ma sempre formative.
Francesca, iniziamo dalla fine: Effetti Personali è giunto alla seconda edizione, segno che sta piacendo.
«Sono molto soddisfatta di come sta andando il programma. Affronta il tema dei viaggi in modo innovativo, il taglio non è documentaristico, i nostri ospiti ci consentono di scoprire aspetti inconsueti e nuovi riferimenti anche per città abbastanza note al pubblico. Scegliere una città e raccontarla è un modo efficace di raccontarsi. Quest’anno poi, abbiamo introdotto un gioco divertente: la cartolina. Ne abbiamo stampate diverse a seconda del luogo descritto nella puntata, invitando l’ospite di turno a scriverle e inviarle. Al di là del romantico gesto di scrittura, che in un mondo tecnologico sembra appartenere alla preistoria, sono nati siparietti interessanti: c’è chi ne ha inviata una al papa, chi a Berlusconi, chi a un’ex fidanzata. Enrico Silvestrin l’ha inviata a Brunetta, Alessio Boni a un suo vecchio maestro di teatro, morto da poco».
Chi le piacerebbe invitare, in trasmissione, che ancora non ha invitato?
«Vasco Rossi, che adoro. Oppure, perché no, i politici. Siamo abituati a vederli circolare solo in auto blu e a concedere interviste in parlamento. Sarebbe un modo per mostrare il loro lato umano, quasi intimo. Capire che cosa hanno da raccontare di personale. Capire se sono proprio come ti aspetti. Per esempio, quando ho avuto come ospite Roberto Vecchioni, ho scoperto che è esattamente come lo immaginavo: quando viaggia con i figli si sposta con i mezzi pubblici, a volte dorme in tenda. Immaginate se si scoprisse il lato avventuroso di qualche sottosegretario o ministro! A pensarci bene però si porrebbero problemi di par condicio, dunque lasciamo perdere. E poi, la politica ormai ha invaso ogni canale generalista, forse la gente ne ha già abbastanza, vuole pensare ad altro, rilassarsi».
Già, la tv generalista: in molti, scegliendo La7 hanno contribuito a spostarne il baricentro allontanandosi dal duopolio Rai-Mediaset…
«La7 ha un management illuminato, penso a Lillo Tombolini prima e a Ruffini oggi. Credono nella sperimentazione, valorizzano i progetti, hanno meno vincoli di share. Il digitale ha ampliato la scelta, consentendo di valutare proposte un tempo impensabili. Parliamoci chiaro, io su La7d ho un pubblico di nicchia, ma la libertà di cui godo qui non è paragonabile a quella del passato. Il rapporto con il regista Patrizio Amabili e con gli autori è eccellente, siamo un vero team. La squadra è leggera, ridotta, ma affiatata».
A proposito di libertà: ha nostalgia del passato?
«Il mio passato da giornalista su Mediaset o da conduttrice Rai mi appartiene ma non mi rappresenta più. Ora sono davvero me stessa». 
Mediaset e Rai le guarda ancora?
«In questo periodo ho avuto un problema con il decoder e non sto guardando la tv».
Con la Rai il rapporto non si è concluso bene. Qualche aneddoto su quel periodo?
«Si è concluso davvero male, diciamolo. Essere al timone da sola di una trasmissione come quella di Rai Due, in fascia pomeridiana, in diretta, mi costringeva ad accettare vincoli di ogni sorta, persino estetici. Non potevo, per esempio, essere vestita troppo alla moda affrontando il tema dei pensionati in crisi. E poi, il linguaggio doveva essere calibrato al millimetro. Ricordo un giorno in cui, parlando delle presunte differenze caratteriali tra donne more e bionde, mi è scappato il paragone: “Bionda ed eterea come una Madonna”. Apriti cielo! Guai a dire una cosa del genere. Per fortuna, in quell’occasione stavamo registrando».
Oggi invece può esprimere se stessa a tutto tondo.
«Ci tengo a sottolineare che ho ridimensionato notevolmente anche la parte economica, ma la libertà professionale non ha prezzo». 
E può vestirsi alla moda, secondo il suo senso estetico ben evidenziato anche nel suo blog Birkin.
Non le piacerebbe condurre una trasmissione sull’argomento?
«Certo, ma andrebbe calibrata in modo diverso da ciò che c’è ora, altrimenti rischierei di attirarmi gli strali dei numi tutelari sull’argomento. Io sono un’appassionata di moda, non un’esperta. Il senso estetico ha però un valore psicologico: le scelte di moda condizionano e danno indicazione sulla personalità di un individuo».
A lei piace l’aspetto psicologico, la confidenza che si crea durante un’intervista utile a capire la personalità dell’intervistato. Potrebbe condurre un programma alla Marzullo.
«Perché no, potrei essere la “Marzulla dè noartri”! Anzi, ecco un’idea. Io sono sommelier, mi piacciono i vini. Sarebbe bellissimo condurre un programma notturno in cui invitare ospiti disposti a raccontarsi scegliendo un bicchiere di buon vino come punto di partenza, creando una sorta di confessione conviviale. Mi piace entrare in empatia con l’intervistato. Alle volte, sono capace di rompere gli schemi, di condurlo a trattare argomenti che si era concordato di non affrontare».
Il titolo sarebbe già pronto: In vino veritas.
«Perfetto, non resta che raccogliere le idee».
 
Qui potete vedere la clip della prossima puntata di Effetti Personali, speciale Buenos Aires.
 
Gabriele Gambini

 

(Nella foto Francesca Senette)