Pubblicato il 03/02/2012, 10:08 | Scritto da La Redazione

PERCHÉ LA RAI DÀ UN MILIONE PER LA SECONDA SERIE DELLA FICTION DI BARBARESCHI, QUANDO LA PRIMA NON È ANCORA ANDATA IN ONDA?

PERCHÉ LA RAI DÀ UN MILIONE PER LA SECONDA SERIE DELLA FICTION DI BARBARESCHI, QUANDO LA PRIMA NON È ANCORA ANDATA IN ONDA?
Nel cda di Viale Mazzini scoppia il caso legato alla serie tv dell’attore-politico, a cui sono stati dati 950mila euro: il doppio rispetto agli anticipi Rai. Corriere della sera, pagina 46, di Paolo Conti Anticipo quasi milionario, diventa un caso Rai la fiction di Barbareschi Nel cda contestati i 948 mila euro per la seconda […]

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Nel cda di Viale Mazzini scoppia il caso legato alla serie tv dell’attore-politico, a cui sono stati dati 950mila euro: il doppio rispetto agli anticipi Rai.

Corriere della sera, pagina 46, di Paolo Conti

Anticipo quasi milionario, diventa un caso Rai la fiction di Barbareschi

Nel cda contestati i 948 mila euro per la seconda serie di «Bentornato Nero Wolfe». Il produttore: «Accuse strumentali».

ROMA – «Ma perché la fiction di Barbareschi deve avere un’attivazione, cioè un anticipo, di 948 mila euro quando, di solito, la Rai non supera quota 300-400 mila?» Con questa domanda, ieri in consiglio di amministrazione, il consigliere di centrosinistra Giorgio van Straten ha destato l’interesse del Consiglio dei sindaci, che ha ritenuto degna di analisi la contestazione e si è riservato di decidere. Van Straten invierà la pratica anche al consigliere della Corte dei Conti, Luciano Calamaro, che dal settembre 2010 assiste ai cda Rai per seguire in tempo reale il flusso di spese Rai: ieri era assente e riceverà un’informativa.

Si tratta della seconda serie di «Bentornato Nero Wolfe». La prima non è ancora andata in onda: da qui è partita la riflessione di van Straten subito dopo la relazione di Fabrizio Del Noce, direttore di Rai Fiction: perché assicuriamo alla società Casanova Multimedia di Barbareschi una cifra così alta di attivazione se nemmeno sappiamo se il prodotto, in termini di Auditel, ha funzionato? Sul sottofondo, come sempre avviene in Rai, c’è un nodo politico.

Van Straten rappresenta il centrosinistra e Luca Barbareschi è deputato eletto nel Pdl, ora iscritto al Gruppo misto, e da sempre è uomo del centrodestra, ovvero della analoga maggioranza del Consiglio Rai, anche. Infatti Barbareschi contesta van Straten su quel piano: «Con disappunto e rammarico riscontro ancora una volta la polemica strumentale del consigliere van Straten, con critiche e accuse che vengono mosse solo in funzione di appartenenze a correnti politiche». Barbareschi sostiene che la sua fiction è «di alta qualità» e che la quota di attivazione deve tenere conto «della lunga serialità e dell’onerosa acquisizione dei diritti internazionali. La cifra è proporzionale a questi fattori e non è una elargizione immotivata».

Ieri è stata giornata anche di polemiche politiche. Sia il consigliere nominato dal ministero dell’Economia Angelo Maria Petroni (che ha inviato una lettera a Sergio Zavoli, presidente della Vigilanza) che il suo collega Guglielmo Rositani, centrodestra (con una lettera a Mario Monti come ministro dell’Economia) hanno duramente contestato al presidente della Rai, Paolo Garimberti, di aver definito la Rai «ingovernabile». I due consiglieri sostengono che con le sue frasi Garimberti avrebbe «delegittimato i vertici Rai» e di aver «leso l’immagine dell’azienda».

Sempre ieri circolava una voce, tra Palazzo Chigi e viale Mazzini, che non ha trovato conferme. Lorenza Lei avrebbe chiesto e ottenuto un incontro riservatissimo con Mario Monti per esporgli il pacchetto di nomine Rai prima dell’ultimo Consiglio. Monti si sarebbe limitato ad ascoltare senza esprimere alcun parere. Ma sono, appunto, solo voci. Nel prossimo Consiglio si discuterà della richiesta, sempre di van Straten, di aprire un’indagine interna sul dossier presentato a suo tempo dal consigliere dimissionario Nino Rizzo Nervo sulle presunte violazioni del codice etico da parte del direttore generale.