Pubblicato il 19/01/2012, 08:49 | Scritto da La Redazione

LE 100 CANDELINE DI “ZELIG”. E SE FOSSE TROPPO VECCHIO?

LE 100 CANDELINE DI “ZELIG”. E SE FOSSE TROPPO VECCHIO?
In mezzo ai comici della prima ora, che hanno fatto la storia del programma, domani sera Bisio e Cortellesi festeggiano il cabaret in tv su Canale 5. La Repubblica, pagina 51, di Mariella Tanzarella Hunziker, Albanese & C. alla festa di Zelig numero 100 Domani la puntata speciale con i comici che c’erano nel 2003 […]

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In mezzo ai comici della prima ora, che hanno fatto la storia del programma, domani sera Bisio e Cortellesi festeggiano il cabaret in tv su Canale 5.

La Repubblica, pagina 51, di Mariella Tanzarella

Hunziker, Albanese & C. alla festa di Zelig numero 100

Domani la puntata speciale con i comici che c’erano nel 2003

MILANO – Fare tanti ascolti e tante puntate è una bella soddisfazione, ma di Zelig e dei suoi autori, al di là dei numeri che sono lusinghieri, si può dire qualcosa di più: ha cambiato il modo di fare, e di vedere, la televisione in prima serata, trasformando la fascia addomesticata per famigliole e pensionati in un’arena per tigri e domatori esperti. «Se abbiamo fatto una cosa diversa forse è perché alle spalle avevamo un locale, tanti talenti e la tradizione di cabaret di una città come Milano, con personaggi come Jannacci, Fo, Cochi e Renato: non abbiamo studiato un progetto televisivo, abbiamo portato in tv tutta questa passione per il nostro lavoro. Siamo partiti dall’esigenza di pagare l’affitto del locale di viale Monza e siamo approdati insperatamente a un enorme successo», dice Gino Vignali, padre-padrino e autore del programma assieme a Michele Mozzati e Gianfranco Bozzo.

La celebrazione della “numero 100”, in onda domani su Canale 5, è una bella occasione per ricordare i traguardi superati, anzi bruciati, da una squadra di infaticabili entusiasti. E per rivedere alcune vecchie glorie che, da quella sera del 2003 in cui debuttarono nell’ambìto quanto temuto prime time, non hanno perso un briciolo di grinta.

Era, combinazione, proprio il 20 gennaio (quella puntata storica si può rivedere da oggi su Premium Play, tv on demand di Mediaset), e sotto il tendone da circo nella estrema periferia milanese faceva freddo, ma molti sudavano per l’emozione: «Sentire duemila persone che cantavano “Le so tutte”, il mio tormentone, e pensare che ci stavano vedendo nelle case in prima serata… Che effetto!», ricorda Fabrizio Fontana, mentre Gabriele Cirilli rievoca con tenerezza «la Hunziker che divideva lo sketch con me, io facevo Crusca e lei la Cruschina». Per Leonardo Manera la preoccupazione era diversa: «Ho pensato che molte più persone avrebbero visto la mia calvizie incipiente». Romantica la memoria di Ale Franz («Non sapevamo che cosa sarebbe successo, ma sentivamo tutti un gran senso di appartenenza»), bilanciata dal solito cinismo di Paolo Migone («Ero molto in tensione: ero entrato nel bagno e non c’era la chiave») e MaxPisu («Prima serata? Minchia, vado a letto prima!»).

Logico che per sdrammatizzare ricorrano alla loro comicità, quel tipo di humour disincantato e irriverente che ha dato la scossa alle platee televisive delle nove di sera, incollandole allo schermo con le risate: 6.600.000 gli ascolti medi delle 100 puntate (share 27%), picco massimo il 14 maggio del 2004 con 10.132mila (39%).

Domani sera sfila una parata di big, molti ripescati dalla puntata “numero Uno” (compresa una Hunziker in gran forma che saltella come ai tempi) e qualcuno chiamato come volto “storico”. C’è Sconsolata (Anna Maria Barbera), sempre pungente e profonda, Antonio Albanese imbonitore improbabile, Oreglio con le sue riflessioni semiserie, il “ferrarista” Marco Della Noce orfano di Schumacher, Paolo Cevoli che invita la regina Elisabetta, Migone con una esilarante parodia del personale Alitalia, Max Pisu con il suo Tarcisio, Raul Cremona, Sergio Sgrilli. Ale Franz ripropongono l’intramontabile gioco a due della panchina, Fontana riporta in scena James Tont con l’aiuto di Bisio, mentre Manera interpreta Battiston, uno spregiudicato imprenditore del nord Est, e Cirilli è un autentico “lost in translation”, con le sue versioni strampalate: per esempio, “che Dio t’assista” diventa “which God taxi driver”, capolavoro assoluto di nonsense translinguistico. La satira politica? Difficile inserirla quest’anno. Come riassume Paola Cortellesi, per la seconda volta mattatrice al fianco di Claudio Bisio, «I personaggi di questo governo tecnico non sono abbastanza riconoscibili. Non si conoscono nemmeno tra loro!».