Pubblicato il 31/12/2011, 11:07 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: LA RAI AL CENTRO DEL DIBATTITO

RASSEGNA STAMPA: LA RAI AL CENTRO DEL DIBATTITO
L’intervista a Lorenza Lei del “Corriere” e le strategie di Bersani per la tv di Stato su “Repubblica”. Corriere della sera, pagina 11, intervista a Lorenza Lei di Paolo Conti «Con i tagli la Rai torna in pareggio. Santoro? Presenti i progetti, valuterò» Lei: nei prossimi tre anni risanamento strutturale per il rilancio ROMA – […]

L’intervista a Lorenza Lei del “Corriere” e le strategie di Bersani per la tv di Stato su “Repubblica”.

Corriere della sera, pagina 11, intervista a Lorenza Lei di Paolo Conti

«Con i tagli la Rai torna in pareggio. Santoro? Presenti i progetti, valuterò»

Lei: nei prossimi tre anni risanamento strutturale per il rilancio

ROMA – Direttore generale Lorenza Lei, ha ancora un senso una Rai «all’antica» nell’Italia problematica dell’era Monti?

«La Rai non è né nuova né antica. La Rai è servizio pubblico: deve essere vissuta e condivisa tra i dipendenti e i telespettatori. Un’azienda continuerà ad accompagnare il cambiamento del Paese mutando la narrativa televisiva: nei linguaggi, nei toni e nei contenuti. Per l'estero la nostra missione è raccontare un Paese pieno di gente che lavora, studia, si impegna, rischia in prima persona, superando gli stereotipi».

Eppure la Rai offre un intrattenimento «vecchio», lungo nelle prime serate. Chiuso negli studi, incentrato sui divi.

«Con la costituzione della direzione Intrattenimento abbiamo posto le premesse per la realizzazione di un nuovo modello editoriale e produttivo. Le prime serate durano due-tre ore con ripercussioni sulla concretezza del linguaggio. Puntiamo a slot da un’ora-settanta minuti: andrà a vantaggio dei canali, che ritroveranno seconde e terze serate. Basta con gli studi sontuosi: pensiamo a collegamenti esterni per raccontare l’Italia e aprire finestre sul mondo. I "divi“? Ci saranno, ma con loro anche le immagini, e non solo lo studio…»

Calmiererete i loro compensi spesso scandalosi?

«In un buon progetto l’artista è coinvolto nella strategia e nei costi. Una politica che seguo dal 2006, da quando mi occupavo delle risorse artistiche della Rai».

In quanto alla fiction? I produttori sono inquieti.

«Anche qui riordineremo il modelloproduttivo. In quanto alle storie di attualità, punteremo sulla famiglia, sui suoi valori e problemi, sul dialogo genitori-figli anche per suggerire ottimismo, voglia di farcela in un grande Paese, senza abbandonare la tradizione della grande fiction storica».
A proposito di cambiamenti, come nascerà il canale All News?

«Con l’accorpamento di Rai News, Televideo e la parte giornalistica di Rai Italia. Offrirà informazione continua nazionale, regionale, internazionale e sarà di supporto agli approfondimenti giornalistici delle singole testate e dei canali».

I sindacati protestano: c’è un piano di tagli da 85 milioni proprio nelle ore dell’adeguamento del canone. Come risponde?

«Il canone costa al cittadino 37 centesimi al giorno, un terzo di un caffè, il più basso tra i grandi Paesi dell’Ue. Non è un aumento, ma l’adeguamento all'inflazione programmata previsto per legge. Le forze sociali hanno le loro ragioni. Ma un progetto va analizzato, compreso, condiviso. Difendere la Rai non significa ritrovarsi dall’altra parte dell’azienda. Non si può solo conservare: occorre puntare a soluzioni contemporanee che si aggancino alla parola futuro».

Situazione finanziaria. Perché tanto allarme a fine 2011?

«Sono fiera di aver raggiunto il pareggio del bilancio per l’esercizio 2011 dopo cinque anni di perdite. Questo risultato è stato raggiunto attraverso una prima manovra sui costi di circa 70 milioni di euro nel maggio scorso, necessaria per allinearci al trend negativo del mercato pubblicitario. Devo ringraziare chiha collaborato con me puntando a interventi editorialmente intelligenti. La manovra è stata dura anche perché negli ultimi quattro anni abbiamo tagliato costi esterni per circa 250 milioni di euro. L’allarme di fine 2011 riguarda la necessità di operare in maniera strutturale sui costi. Il triennio 2012-2014 sarà gravato dai costi dei grandi eventi sportivi. È stato necessario un piano straordinario: i benefici saranno visibili nell'intero arco del triennio. Sarà caratterizzato da una serie d’interventi che, dal risanamento strutturale dei costi, sapranno avviare un percorso di sviluppo».

Ora la stretta attualità. Minzolini vuole tornare al Tg1, sostiene che lasua rimozione è illegittima.

«È stata soltanto applicata una legge».

Si parla di uno scambio Tg1-Tg2: Marcello Masi al Tg1, Minzolini al Tg2 per chiudere il contenzioso…

«Non so da quali fonti arrivino certe notizie. Perché io non ho mai pensato a tutto ciò».

Nel palinsesto di Raidue c’è il vuotolasciato da Santoro il giovedì sera. Si parla di un programma con Antonello Piroso.

«Spero di trovare al più presto una soluzione per il giovedì sera di Raidue. Ma puntando alla valorizzazione delle risorse interne Rai».

E Santoro? È possibile un suo ritorno in Rai?

«Santoro è un grande professionista che ha liberamente deciso di lasciare l’azienda. Lo conosco e lo stimo da anni. So che ha molti progetti. Se deciderà di presentarmeli, sarà mia cura valutarli e illustrarli al Consiglio di amministrazione».

Raiuno chiuderà il 2011 con un -3% circa in prime time. Pensate a un ricambio di Mauro Mazza?

«Nulla del genere in vista. Il nuovomodello organizzativo consentirà al canale di consolidare la propria leadership».

E per Milena Gabanelli c'è qualche rischio?

«Nessun problema. Continuerà il suo programma».

Il programma di Lucia Annunziata su Rai3 in prima serata?

«Quando lo proporrà il direttore del canale, affronteremo la questione».

All’inizio del suo mandato poteva contare su una solida maggioranza di centrodestra in Consiglio. Ora no. Le ultime votazioni hanno visto maggioranze diverse…

«Sono stata votata all’unanimità. In otto mesi ho svolto un lavoro al servizio dell'azienda, frutto di un rapporto dialettico e costruttivo con il presidente e i consiglieri. Non tutti i giorni sono uguali. E, nello stesso modo, non tutte le votazioni sono uguali. Le decisioninella pluralità, due concetti distinti».

E i suoi incontri con Berlusconi?

«Ho rapporti con tutte le istituzioni e gli esponenti pubblici. Non credo che gli auguri di Natale siano una notizia».

Il suo progetto complessivo per il 2012?

«Consolidare e rilanciare l’aziendanello sviluppo editoriale e tecnologico».

 

 

La Repubblica, pagina 12, di Goffredo De Marchis

Rai, pressing di Bersani: “Riforma a gennaio”

“Si metta nel pacchetto liberalizzazioni. Altrimenti serve il commissariamento ”

ROMA – «Per carnbiare la Rai si può usare anche il pacchetto liberalizzazioni. Ogni strumento è buono. L'importante è fare presto, prestissimo. Il problema va risolto entro marzo». Pier Luigi Bersani ha deciso di domare con la forza il cavallo di Viale Mazzini. Sa di essere in sintonia con Mario Monti e Corrado Passera su questo tema, sa anche che il Colle vigila sui contorcimenti politici della tv pubblica che spesso la fanno apparire ingestibile, sull'orlo di uno perenne scontro politico, quello che il governo tecnico ha attenuato in Parlamento. Alla trasmissione di La7 Piazzapulita il segretario del Pd ha annunciato che il suo partito non parteciperà più alla spartizione dei posti con la legge Gasparri. Con Repubblica va oltre. Fa capire che alla fine il commissariamento può essere la soluzione migliore. Anche in questo caso sa che l'ipotesi è sulla scrivania del presidente del Consiglio. La proposta del Pd per riformare i vertici della Rai è depositata alla Carnera. Primo firmatario lo stesso Bersani, autori l'ex consigliere Rai Carlo Rognoni e Matteo Orfini, responsabile Cultura. Come nel progetto dell'esecutivo tutto ruota intorno alla figura dell'amministratore delegato. Sostanzialmente il consiglio di amministrazione, più legato alla politica, verrebbe in tutt'e due i casi sterilizzato. Sarebbe un cda che come quello di altre grandi aziende si riunisce poche volte l’anno e non tutte le settimane come quello attuale della tv pubblica. Monti pensa a un mini-consiglio di tre membri nominati dai presidenti di Camera, Senato e Consiglio. Per Bersani il cda può rimanere di nove membri, con fonti di nomina diversa: Camere, regioni, comuni e Tesoro. «La nostra proposta è semplice da adottare perché non stravolge la governance. Basta approvare pochi articoli e soprattutto riportare sotto il codice civile i poteri dell'amministratore delegato». Che diventerebbe un supermanager pienamente operativo. «Ma se ci convincono che per qualche ragione non c'è tempo per varare una vera riforma si faccia, nelle more, un commissariamento. Altrimenti così non si va avanti».

L‘amministrazione straordinaria è il sogno di Enrico Letta: «Io tifo per questa soluzione». Può essere anche lo spauracchio che convince Pdl e Lega a partecipare alla cancellazione della Gasparri: tra un cda con la politica dentro (qualcosa) e niente (il commissario) meglio qualcosa. Ma alla fine rischia di diventare l’unica strada percorribile. «Gennaio è il mese decisivo», dice Bersani. Il 28 marzo scade l'attuale consiglio di Viale Mazzini, bisogna arrivare a quella data con la via d'uscita in tasca. Nel Pd qualcuno teme che il commissariamento apra la strada alla vendita di pezzi dell'azienda (Giorgio Merlo, vicepresidente della Vigilanza). Bersani replica: «Con la privatizzazione non c'entra nulla». Giura di non aver affrontato l'argomento con il premier: «Non se n'è ancora parlato». Hanno discusso invece, e a lungo, dell'asta delle frequenze digitali.

Sulla linea del commissario si schiera anche il Terzo polo. «È arrivato il momento di un amministratore straordinario», dice il mernbro della commissione Vigilanza Udc Enzo Carra. Ma riuscirà davvero la politica a rinunciare al suo link strettissimo con la televisione pubblica’? La risposta è vicina. Monti anche giovedì ha fatto capire di aver aperto il dossier Rai: «Non mi sfugge che molti guardino a me per risolvere quella materia». C'è la questione dei bilanci in rosso, di un cda ingestibile che a metà gennaio si ritroverà a decidere di nuovo sul direttore del Tg1.

Molte partite aperte. E se arriva il commissario nessuno può predire quale sarà il futuro di Viale Mazzini.