Pubblicato il 26/11/2011, 11:31 | Scritto da La Redazione

MONICA VALLERINI: «AMO I TALENT, MA SOGNO UNA FICTION STORICA»

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L’infermiera Gloria di “Un medico in famigliasu TVZOOM boccia i reality show, promuove i talent, non nasconde una passione per il ruolo di opinionista, ma coltiva l’idea di una tv in grado di compiacere il pubblico, educandone il gusto.

La rincorsa per intervistare Monica Vallerini sfreccia sull’asse Roma-Milano. Lei, pur essendo di una bellezza che invita alla contemplazione, non è affatto facile da contemplare. È sempre in movimento. Da Roma, dove ha il fidanzato e il lavoro di attrice (è l’infermiera Gloria nella fiction Rai Un medico in famiglia), a Milano, dove partecipa come opinionista a diverse trasmissioni. «Sto entrando adesso in Rai per intervenire a L’Italia sul due, proprio l’altro giorno ho partecipato alla puntata in cui si parlava di padri divorziati», dice con aria trafelata ma felice.

Dunque, Monica, che cosa è meglio? Fare l’attrice o l’opinionista?

«Bella domanda. Recitando, si plasma un ruolo definito da altri per te. Facendo l’opinionista, si ha la possibilità di farsi conoscere per quel che si è davvero, diffondere le proprie opinioni, i tratti distintivi della propria personalità. Perché scegliere? A me piace fare entrambe le cose, anzi, non nascondo il desiderio di un ruolo da conduttrice. Adoro l’interazione con il pubblico».

Pistola alla tempia: quale sceglierebbe, tra i due ruoli?

«A parità di offerta, dinanzi a un bivio, continuerei a recitare nelle fiction. Di recente, è stato ampliato il mio ruolo di Gloria ne Un medico in famiglia, alla gente piace, mi arrivano conferme costanti. Lei, come personaggio, non incarna certo la mia personalità reale, ma mi diverte molto. E poi, diciamocela tutta, io vengo da una lunga gavetta, ho studiato recitazione per tanti anni: questo ruolo, così come quello nel recente Tutti pazzi per amore, gratifica la mia dedizione».

Al giorno d’oggi, le fiction riservano meno spazio agli attori, rispetto al passato?

«È mutato il filtro di selezione. L’avvento dei reality show ha cambiato numerosi aspetti. Non dico che abbia “sprofessionalizzato” il mestiere, ma quasi. Io sono una convinta sostenitrice di un ruolo anche pedagogico della televisione. Arriva direttamente nelle case, dunque ha la più democratica e completa delle fruibilità, deve accollarsi il compito di educare i gusti degli spettatori. Una rivoluzione estetica che parta dall’animo, dal talento, dalla qualità, più che dall’aspetto fisico e dal linguaggio volgare. Internet stessa svolge una parte non indifferente, in questo. Inoltre, il successo di Fiorello in Rai ha dimostrato una cosa: il varietà, pur in un senso ampio del termine, fatto con professionalità, tira ancora. La stessa cosa vale per le fiction ben sceneggiate».

Non trova che oggi ci sia una maggior compenetrazione tra televisione e cinema?

«Senza dubbio. E’ scomparsa quella patina di inviolabilità che avvolgeva il cinema, rendendolo un mondo distinto rispetto alla tv. La stessa cosa vale anche per il teatro. Il problema del teatro, però, è che viene utilizzato come veicolo di promozione anche da chi non nasce come attore teatrale, abbassandone l’offerta culturale».

Mi par di capire che a lei i reality non piacciano proprio, vero?

«Non è proprio così. Se mi si parla del Grande Fratello, lo confesso, preferisco starne alla larga. Troppa volgarità gratuita senza costrutto. L’Isola dei Famosi, invece, ha una dimensione già più coerente, un suo senso compiuto. Al reality, comunque, io preferisco i talent show. Lì ci andrei di corsa».

A quale talent le piacerebbe partecipare?

«Seguo con interesse Ballando con le stelle perché consente di mettere in mostra un talento come quello della danza. Fermo restando che il mio sogno è un altro».

Apra il cassetto e ce lo mostri, dunque!

«Recitare in una fiction storica, ispirata alla biografia di un grande personaggio. Qualcosa di ben sceneggiato, con ampio respiro narrativo e culturale. Forse sono un’inguaribile romantica, ma l’idea che la tivù si riprenda un ruolo sensibilizzatore dei gusti e dell’educazione nazional-popolari, mi solletica parecchio. E mi piacerebbe contribuire a far sì che ciò avvenga al più presto».

Chissà che Monica Vallerini non diventi Monica «Ballerini»: ballando con le stelle della propria ispirazione, coltivando nuove aspirazioni. Aspirazioni e ispirazioni, del resto, sono vitali quanto la respirazione. Ben vengano, dunque, gli artisti capaci di proporre ruoli…mozzafiato, arrotando il respiro e ridisegnandolo a forma di cuore.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Monica Vallerini)