Pubblicato il 24/11/2011, 09:43 | Scritto da La Redazione

I SOLITI IDIOTI SI RACCONTANO A TVZOOM

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«Il produttore Pietro Valsecchi non sapeva nemmeno chi fossimo», ammette Fabrizio Biggio a TVZOOM, «Poi, un giorno, suo figlio gli ha parlato di noi e dei tanti fan che, tramite i Social Network, ci chiedevano di fare un film».

Sapevate che, per Pietro Valsecchi, produttore della pellicola su I solidi idioti, oggi campione d’incassi al botteghino, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio erano insoliti e ignoti? 

«È stato suo figlio, nostro fan, a segnalargli il programma su Mtv, proponendogli di produrne un film», ammette Biggio ridacchiando, «Narra la leggenda che lui, sulle prime, abbia risposto: “E chi c…o sono questi soliti idioti?”»
Biggio, questo conferma che il vostro successo parte dalle nuove generazioni?
«Dalle nuove generazioni e dai social network. Quando le prime due serie de I soliti idioti sono andate in onda su Mtv siamo stati investiti da una valanga di commenti dei fan che ci domandavano perché non pensassimo all’idea di un film. Quasi per gioco, Francesco Mandelli e io abbiamo pensato a un soggetto per il cinema, abbiamo buttato giù una storia, così, senza pensarci troppo. Dopo qualche mese ci ha contattati Valsecchi, il produttore, che voleva davvero realizzare una pellicola con noi, grazie al suggerimento di suo figlio, che ci seguiva in tv e su internet. Gli abbiamo proposto il soggetto già scritto e lui ha accettato al volo».
Il padre romano, alfiere del trash, dissoluto ed erotomane. Il figlio ingenuotto, perbene, dalle aspirazioni sincere. Non potevano essere che loro, il punto di raccordo tra le serie tv e il cinema!
«Erano gli unici in grado di prestarsi a una concatenazione narrativa di ampio respiro. Gli altri personaggi erano pensati solo per sketch brevi, impossibili da inserire in una sceneggiatura da film. Non a caso, su Facebook sono risultati da sempre i più apprezzati dalla gente».
Dalla televisione al cinema e, fino a dicembre, anche in tour teatrale. Pensa ci sia una maggior compenetrazione tra le tre arti, rispetto a un tempo?
«Non sono più tre compartimenti stagni, anche se per quanto riguarda il nostro rapporto con il teatro, occorre fare una precisazione. Non abbiamo intenzione di fare una tournee con uno spettacolo teatrale vero e proprio. Il fatto è che abbiamo realizzato un cd musicale, intitolato I soliti idioti- Dai, cazzo!, che contiene canzoni inedite, non presenti nella pellicola. Intendiamo proporle a teatro in quello che sarà un mix tra un musical e un concerto di una garage-band, puntando molto sull’interazione con il pubblico. La musica in chiave parodistica è stata sempre una caratteristica dei nostri programmi. Per ora, a livello teatrale, non è previsto altro».
Poi tornerete in tv?
«Lavoreremo a una quarta serie del programma, che andrà in onda in primavera su Mtv. Abbiamo anche in mente di proporre nuovi personaggi, capaci di richiamare vizi tipicamente italici. Li proporremo nella nuova serie e, perché no, anche in un secondo film, al quale stiamo già pensando».
 
Che cosa rispondete a chi vi accusa di essere troppo volgari?
«Il nostro riferimento è quotidianità. La realtà di oggi può anche essere volgare, a tratti, noi vogliamo rappresentarla estremizzandola, dunque in qualche modo esorcizzandola. Attenzione, però: la nostra non è mai volgarità gratuita, quando vola una parolaccia, è sempre funzionale al racconto».
I Soliti idioti come I mostri di Dino Risi?
«Magari! L’intento c’è».
 
Gabriele Gambini
 
(Nella foto Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli)