Pubblicato il 16/11/2011, 13:07 | Scritto da La Redazione

CARLUCCI: VIERI CI INTERESSA, MA I VERI VIP COSTANO

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{Summary}La conduttrice di “Ballando con le stelle” risponde a TVZOOM sul presunto compenso di 800 mila euro che la Rai avrebbe dato a Vieri per far parte del cast. Conferma l’interesse per l’ex calciatore, ma sulle cifre ha qualcosa da dire.{/Summary} 

«Christian Vieri è un personaggio interessante, ma al momento so che nessun contratto è stato chiuso». Stavolta è Milly Carlucci, conduttrice di Ballando con le stelle, a parlare del controverso contratto di 800 mila che il calciatore avrebbe  strappato alla Rai. Ieri il direttore di Raiuno, Mauro Mazza, a nostra domanda, si era limitato a scherzarci su: «Io sono della Lazio, ho contattato solo Chinaglia». Intanto la notizia aveva già messo in agitazione il Consiglio di amministrazione Rai, pronto a giurare che una cifra del genere non è compatibile con le attuali politiche gestionali della tv di Stato. E il mistero si infittisce, anche perché nessuna delle parti in causa ha per il momento smentito la cifra. Certo è che 800 mila euro per un solo ballerino appaiano sinceramente troppi e non solo per la crisi economica in corso. Ma alla Carlucci tanto «spreco» di denaro non risulta. Anzi. La Rai avrebbe chiuso i rubinetti già da diversi anni. «Stiamo lavorando per fare un cast all’altezza della storia di questo programma – ci racconta la conduttrice – Quando la Rai avrà dato l’ok sulle firme, potremo fare i nomi. Da quando questo programma è iniziato, nel 2005, sento parlare di tagli, nessuno, nel corso di queste sette edizioni, ci ha mai detto “state tranquilli, il budget c’è”».

Quindi ormai è abituata?

«Non è una bella abitudine. Dal 2005 è stato un continuo scendere, sono stati fatti tagli di notevole entità, fino al 30%. Noi viviamo di un cast fisso, su cui bisogna investire perché chiedi a dei personaggi di venire a vivere con te per quattro mesi. Loro devono darci la disponibilità totale, sei giorni su sette. E poi l’Italia non è come gli Stati Uniti, dove ci sono ancora tante celebrità vere. Da noi sono rimasti tanti personaggi di fama istantanea. Non è facile trovare quelli veri e devi anche avere la fortuna che i loro tempi coincidano con quelli dello show”.

Lei parla di tagli dunque, non le fa rabbia che per uno come Fiorello la Rai  metta a disposizione milioni di euro. Capisco che siete entrambi prodotti dalla Ballandi, quindi…

«Fiorello è un evento come Sanremo, noi, pur con la nostra nobiltà di ascolti, siamo la cucina di base dell’azienda».

Un’azienda che l’ha mandata avanti da sola nella causa, poi vinta, contro Baila!

«Il tipo di causa fatto era per il diritto di autore, non per concorrenza sleale. E comunque la Rai è intervenuta nella causa».

Crede che con quella sentenza abbia scoperto il vaso di Pandora in una tv in cui tutti copiano tutti?

«Me lo auguro, la tv deve vivere di creatività e invenzione, il copia e incolla non può essere un sistema, provoca solo un effetto nausea nello spettatore. Le grandi battaglie tra programmi servono anche per non far spegnere il circuito televisivo».

Che sinceramente sembra già spento…

«Basta guardare i risultati di Ti lascio una canzone e Io canto, entrambi sono finiti al 20%. Quando ha esordito, da solo, Ti lascio una canzone aveva fatto il doppio».

È già arrivato in Rai lo scossone dopo la caduta del Governo?

«La nostra è una tv di servizio pubblico, è chiaro che l’ondata arriverà, quando, è difficile dirlo.  La Rai è molto legata agli avvenimenti politici».

Tra l’altro l’immagine dell’azienda, emersa da diverse intercettazioni in questi ultimi mesi, è già abbastanza compromessa…

«La Rai non è peggio o meglio di quello che c’è intorno, è solo più evidente perché è nell’occhio del ciclone».

Ha mai pensato di passare dietro le quinte e diventare direttore di rete, come avrebbe voluto Simona Ventura?

« No, per carità, è un lavoro terribile. Ho già lo stress da Auditel un solo giorno alla settimana, pensi che incubo averlo sette giorni su sette».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Milly Carlucci)