Pubblicato il 02/07/2015, 11:44 | Scritto da La Redazione
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I conti Inpgi preoccupano e non poco – Ecco chi ha fatto il concorso Rai di Bastia Umbra

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 41, di Marco Mele.

Inpgi, preoccupa il divario entrate-uscite

Relazione sulla cassa dei giornalisti.

Inpgi, i conti tornano solo grazie alle plusvalenze immobiliari. La relazione al Parlamento della Corte dei conti sulla gestione dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” conferma come la profonda crisi del settore editoriale, «che stando ai dati disponibili non accenna ad attenuarsi, stia avendo gravi e preoccupanti riflessi sull’andamento della gestione previdenziale dell’Inpgi». Nel 2014, infatti, il saldo tra contributi e prestazioni mostra un disavanzo superiore ai 118 milioni (erano 92 nel 2013). La gestione ha chiuso con un avanzo positivo di 17 milioni (4.1 nel 2013), grazie a proventi straordinari per oltre 110 milioni da ricondurre alle plusvalenze dovute alla cessione del patrimonio immobiliare al fondo immobiliare chiuso “Inpgi Giovanni Amendola”. Al «deteriorarsi della situazione» contribuisce l’articolato sistema di ammortizzatori sociali, come i trattamenti di disoccupazione, i contratti di solidarietà e la cassa integrazione straordinaria.

Nonostante «la consapevolezza della governance dell’Inpgi circa la gravità del quadro venutosi a delineare», di cui sono testimonianza diversi interventi adottati, occorre interrogarsi, secondo la Corte dei Conti «sulla stessa sostenibilità nell’avvenire degli strumenti posti a tutela dei giornalisti, in assenza di più severi interventi intesi ad incrementare le entrate e a contenere le spese della gestione caratteristica». Tra il 2010 e il 2014, ad esempio, il saldo tra entrate ed uscite per ammortizzatori sociali, positivo nel 2010 per 8,8 milioni è negativo per 16,7 milioni nel 2014. La Corte sottolinea come il vertice dell’Inpgi abbia elaborato proposte di riforma «che prevedono interventi sulle entrate contributive e misure finalizzate al contenimento della spesa per prestazioni», senza entrate nel merito di queste ultime. Per la gestione principale, in particolare, il rapporto tra iscritti attivi e numero delle pensioni è in calo, passando da 2,11 nel 2013 a 1,91 nel 2014 (era di 2,88 nel 2009).

Gli iscritti in attività sono 15.734 nel 2014, oltre mille unità in meno, di cui 959 professionisti, rispetto all’anno precedente. Il 2014 consolida un’inversione di tendenza registrata dal 2010. I trattamenti pensionistici obbligatori sono aumentati di oltre 2mila unità tra il 2008 e il 2014 (4270 nell’ultimo anno). L’importo medio delle pensioni erogate passa, in un anno, da 56.927 a 57.209 euro. Quanto al valore di mercato del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Inpgi, una stima interna lo fissa in 740,3 milioni a fine 2014. Tra i costi, le spese per il personale sono pari a 16,4 milioni (15,9 nel 2013) mentre diminuisce quella per gli organi (1,3 milioni).

 

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 12, Lucia Galeotti.

Concorsone Rai, lotta di classe per un posto fisso

In 3 mila ieri per la prova scritta: noti giornalisti e over 50. Le domande: da Guccini a “House of “Cards”.

Il cartello si intravede da lontano, sulla superstrada che attraversa l’Italia in verticale. “Concorso Rai“, indica la freccia, sotto l’uscita di Bastia Umbra, Perugia. Qui, quasi 3 mila giornalisti stanno per tentare una delle ultime carte rimaste a questa disgraziata categoria: un posto alla tv di Stato. Fauna discreta impressione, vedere questa fila di auto incolonnate, quasi tutte semipiene, che la benzina costa cara, il viaggio va diviso, e tutto sommato, dopo, si va a pranzo insieme e ci si ride su. Perché, di ridere, c’è bisogno: almeno come antidoto alla malinconia che fanno queste giovani donne arrivate con i passeggini, questi cinquantenni (pochi, per la verità) ridotti all’ultima spiaggia, questi professionisti (della tv, soprattutto) che siamo abituati a vedere in prima serata e invece quando tornano a casa brigano con la partita Iva. C’è un certo imbarazzo, tra i colleghi che si incontrano. C’è l’inviato spregiudicato e giramondo costretto ad ammettere che mamma Rai è sempre mamma Rai.

Ci sono gli scaramantici professionisti che sono arrivati qui perché “nella vita non si sa mai”, ma un posto di lavoro ce l’hanno e devono guardare in faccia colleghi che si arrabattano alla giornata e nel concorso ci sperano davvero. Ci sono quelli che questo mestiere, in verità, non l’hanno ancora mai fatto e tengono in tasca un tesserino fresco di scuola. E infine quelli che, forse, di mestiere dovrebbero farne un altro (“Io sono una da stipendio fisso, che il 27 me lo devo vedere sul conto”, sentenzia una 40enne). Così, davanti al bar di Umbria Fiere, si accatastano le giustificazioni piú strampalate: chi l’ha “obbligato la mamma”, chi è qui per “osservazione antropologica”, chi si è concesso una “gita”: praticamente impossibile trovare qualcuno che ammetta che, sì, ci spera davvero di essere uno dei 100 che sopravvivranno alla lotteria. Dei quasi 5 mila candidati iniziali, 2 mila buoni non si sono nemmeno presentati. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ha raccolto sulla pagina Facebook un po’ delle storie (a tratti drammatiche) di quelli che si erano iscritti ma hanno deciso di rinunciare, perché non erano in grado di affrontare i risvolti economici e logistici di una selezione di cui non si avevano notizie da oltre un anno e che è stata improvvisamente convocata.

Chi c’è (2.828 per la precisione) esce dall’esame piuttosto provato: in 75 minuti ha risposto a 100 domande sull’universo mondo: dalla deontologia a Guccini, dal diritto costituzionale a Twitter, dall’Uruguay a House of Cards. Tutti però ammettono che chi uscirà vincitore se lo sarà meritato, perché tutto si può dire tranne che bastasse il puro nozionismo per fare bella figura. L’esame fila liscio, al netto dei candidati complottisti, in allarme per un gruppo di colleghi in fila per il bagno a pochi minuti dall’inizio della prova (“non è che lì ci sono le risposte?”). Si torna a casa dopo aver infilato i propri dati anagrafici in I numeri 2828 I partecipanti alla prima prova del concorsone Rai 100 i posti in ballo. Per la 29 prova ne resteranno in 400 40 L’età media dei partecipanti alla selezione 1581 i giornalisti Rai (su un totale di circa 12mila dipendenti) una busta color “avana”. Perfino Saxa Rubra, a questo mondo, è diventata una meta esotica.

 

(Nella foto il concorso Rai a Bastia Umbra)