Pubblicato il 30/06/2015, 13:31 | Scritto da La Redazione
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Radio Rai è troppo Roma-centrica e snobba Milano – Fiorello dice addio alla televisione: “Non cucino”

Rassegna stampa: Libero, pagina 33, di Tommaso Labranca.

Il vizio di Radio Rai: imporci Roma e scordarsi Milano

Se qualcuno su Kepler-22 b, un esopianeta forse simile alla Terra che dista da noi 620 anni luce, captasse le trasmissioni di Radio Rai, si farebbe questa idea del nostro Paese: l’Italia coincide solo con la città di Roma. E nemmeno tutta, ma solo quella rete di amicizie e conoscenze di chi lavora al GR 1, un piccolo mondo che viene imposto a un’intera nazione spudoratamente ignorata, benché il canone venga pagato dal Brennero a Pachino. Anche oggi (ieri, ndr) mi accingevo ad ascoltare l’imperdibile Gazzettino Padano, una mia insanabile passione. Invece dell’immortale sigla, la Bela Gigogin suonata all’organetto, c’era però l’Angelus di Papa Francesco. Disorientamento: sta a vedere che è domenica e non lunedì come credevo. Invece no, era proprio lunedì. Ma era il 29 giugno, santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma. Quindi Radio Rai si sente in dovere di imporre i festeggiamenti capitolini all’intera nazione. Pur non facendo lo stesso nei giorni dedicati a Sant’Ambrogio o a Santa Rosalia. Se fossimo più furbi, tutti, milanesi e palermitani, pagheremmo il canone in percentuale allo spazio che la Rai dedica alle nostre città. Invece stiamo zitti e ci becchiamo le notizie rionali dell’ex Impero. Con il Santo Padre che invita allo spettacolo pirotecnico a Castel Sant’Angelo.

Per par condicio ora vogliamo che Francesco inviti i meneghini alla Fiera degli Oh Bei Oh Bei in diretta nazionale il prossimo 7 dicembre. Ma al GR della Rai il diktat è: meno si parla di Milano, meglio è. E se proprio si è costretti, si deve fare come L’Espresso che mette il capoluogo lombardo in copertina solo se può infierire su scandali, presunti razzismi e terreni avvelenati. Fosse solo Milano. Al GR Rai ignorano che oltre l’Appia c’è il mondo. Tutte le volte che ne sento una, la segno su un taccuino nero. Così ora posso ricordare quando, il giorno dopo il terremoto in Nepal su cui era concentrata l’attenzione globale, il GR 1 apriva parlando delle «violenze negli stadi» e di come diventi sempre più difficile portare i bambini a vedere una partita. Oppure il 30 aprile scorso. Mancavano poche ore all’inizio di Expo che resta un evento fondamentale per l’intera nazione. Al GR 1 ne parlarono come se la cosa riguardasse la Bolivia. Lo chiamarono «Expo Milano», nemmeno il nome giusto. Dissero a mezza voce che erano stati venduti dieci milioni di biglietti. Pensate all’entusiasmo con cui avrebbero annunciato che la processione della Festa de Noantri aveva raccolto 700 fedeli. L’accenno a Expo durò 35 secondi, fatto da due frasi di Giuseppe Sala tagliate male. Seguì un servizione su Anima Viva, l’ultimo libro di Francesca d’Aloia, scrittrice, regista, moglie di Marco Risi cui furono dedicati 91 secondi di nulla. La sezione culturale è lo specchio della mentalità romanocentrica di Radio Rai. Se a Milano si fosse tenuto, dopo 50 anni, un nuovo concerto dei Beatles, al GR 1 non ne avrebbero parlato, preferendo puntare sul cabaret dialettale di Centocelle. Le poche volte che il GR Rai si accorge della nostra città non ricorre ai giornalisti di corso Sempione, ma affida i servizi a uno dei mille assunti della sede tiberina che, portatori delle cadenze più ruspanti, sbagliano gli accenti. Ricordo lo strascicato cronista citare Castàno Primo. Più che un paese, una tinta per capelli.

 

Rassegna stampa: Il Giorno, pagina 39.

Fiorello: “Per la tv sono il passato, non cucino”

Fiorello ha chiuso con la tv. O almeno così dice lui. «Rappresento il passato della tv. Sono in via d’estinzione perché non cucino e non faccio talent». Parole con un pizzico di risentimento per lo showman intervistato da Periscope; Fiorello parla del suo futuro in televisione, scherzandoci anche un su: «Tornano Panariello e la Cortellesi per uno show per festeggiare gli ottanta anni di Pippo Baudo, poi per quelli di Arbore. E io come faccio a tornare in tv se non c’è posto?». Lo showman siciliano adesso è impegnato nel suo tour teatrale L’ora del Rosario e al momento questo è il suo unico pensiero, come ha raccontato recentemente al Festival della Tv e dei Nuovi media: «Faccio spettacoli dal vivo e mi diverto. Racconto e sono me stesso. Come al solito cerco di far ridere con semplicità. Ovviamente mi inviteranno come ospite, ma non ci andrò».

 

(Nella foto Fiorello)