Pubblicato il 29/06/2015, 20:04 | Scritto da Andrea Amato
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Netflix: TvZoom ha conosciuto di persona chi cambierà il nostro modo di guardare la tv

Netflix: TvZoom ha conosciuto di persona chi cambierà il nostro modo di guardare la tv
La banda larga italiana può sostenere la tv in streaming più grande del mondo, che da ottobre arriverà sul nostro mercato. E questa è una notizia. Le altre le potete leggere nel resoconto dell’incontro che abbiamo avuto oggi a Casa Netflix.

#ciaonetflix, con questo hashtag la tv on line più grande del mondo, Netflix, saluta il mercato italiano. A ottobre, infatti, il broadcaster in streaming che sta conquistando il pianeta sbarcherà anche nel nostro piccolo, ma affollatissimo mercato. In questi giorni alcuni manager del gruppo stanno incontrando la stampa italiana in una suite dell’Hyatt Hotel in centro a Milano, rinominata per l’occasione Casa Netflix. Noi di TvZoom oggi abbiamo incontrato Stuart Gurr, forse neanche quarantenne responsabile della comunicazione dei contenuti originali di Netflix. Dopo averci mostrato un’interfaccia molto semplice, intuitiva e “intelligente”, perché per ogni dei cinque profili compresi in un abbonamento il sistema suggerisce i contenuti più affini all’utente, Stuart risponde alle nostre domande. Non proprio tutte. Insomma, in fondo è da un anno che non si parla d’altro. La tv in streaming americana, nata negli anni ‘90 noleggiando dvd via posta e poi con immensa lungimiranza trasferitasi in Rete, è vista come il Big bang dell’intrattenimento del terzo millennio. L’uragano che spazzerà via la vecchia televisione italiana, il competitor che ha accelerato i processi di modernizzazione dei player nostrani. Per molti editori è l’uomo nero che una notte si mangerà i loro figli.

Al momento Stuart non sa dirci quanto costerà l’abbonamento in Italia, ma è sicuro che sarà in linea con quello degli altri Paesi europei, quindi tra gli 8 e i 10 euro al mese a seconda del pacchetto, dopo però aver usufruito di un mese di prova gratuito. Il catalogo comprenderà un’infinità di titoli e le loro produzioni originali, tranne House of Cards in esclusiva a Sky e Orange is the New Black a Mediaset Premium, ma sono già convinti che prodotti come Marco Polo, Grance and Frankie (con Jane Fonda) o Sense 8 sapranno conquistare alla stessa maniera il pubblico italiano. Non sono previsti, per il momento, eventi live o sportivi, perché il core business di Netflix è un altro. E qui tutti gli altri tirano un gran bel sospiro di sollievo. Forse l’uomo nero non è così nero.

Un loro pool di tecnici supernerd ha testato la banda italiana e pare abbia superato i test minimi per aprire qui il loro business, incredibile, ma Stuart precisa: «Più il segnale è forte più la qualità e il servizio è maggiore. Si può arrivare anche al 4k», troppa grazia. Con molta diplomazia Stuart evita alcune risposte dirette, per esempio su quanti abbonati vorrebbero raggiungere nel primo anno di vita, ma c’è da dire che il business è così ben congeniato che anche un Paese residuale come il nostro difficilmente andrà in perdita. Non esisterà infatti una sede operativa italiana, ma tutto sarà controllato dal quartier generale europeo di Amsterdam e quindi gli unici costi sono di diritti e library, che in gran parte già hanno. La concorrenza fa bene a tutti, soprattutto all’utente, quindi benvenuta Netflix.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nell’immagine Casa Netflix a Milano)