Pubblicato il 27/06/2015, 15:02 | Scritto da Alfio Rossi
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Rai Revolution: ecco perché il nuovo direttore generale sarà un interno di Viale Mazzini

È in atto la corsa al ruolo più ambito nella Rai, quello del capo azienda, direttore generale o amministratore delegato che sia. Il settimanale L’Espresso indica una serie di pretendenti alla carica più importante della Rai: dagli interni Giancarlo Leone, Tinny Andreatta, Valerio Fiorespino, Nino Rizzo Nervo, fino a Marinella Soldi e Andrea Scrosati (candidati da TvZoom un anno fa, leggi qui), passando per Vincenzo Novari, Antonio Campo Dall’Orto, Franco Bernabè e Andrea Guerra. La situazione in realtà è un po’ più semplice. E parte dal fatto che il Governo non ha ancora in agenda i tempi di approvazione della riforma. Riforma che a noi piaceva molto: avrebbe permesso alla Rai una catena di comando molto più agile, l’avrebbe tolta dalle paludi burocratiche che di fatto la indeboliscono giorno dopo giorno, e sarebbe stato il primo passo per un’azienda di contenuti moderna, in grado di competere su mercati internazionali.

Fatto sta che il Governo sono ormai mesi che prefigura questo fantastico scenario, senza poi riuscire a portarlo a casa in tempi brevi. Abbiamo letto e riletto della nuova Rai annunciata dal Governo: innovativa, al passo con i tempi, portatrice della creatività italiana, slegata dalla politica. Ma a oggi il nulla. Il Governo è ancora in balia della Legge Gasparri e si trova costretto a prorogare Luigi Gubitosi and friend, anche loro controvoglia. Per questo motivo manager come Soldi e Scrosati, che vengono da percorsi di sviluppo televisivo di successo, sono di fatto, per loro scelta, fuori dalla partita. La Soldi difficilmente rinuncerà a una carica internazionale (è capo di Discovery Sud Europa), con ampi margini di ulteriore sviluppo e carriera all’interno del gruppo, per andare a ricoprire un ruolo pieno di insidie come quello al vertice di Viale Mazzini.

Andrea Scrosati, ormai con pieni poteri decisionali sui contenuti Sky, ha già dichiarato a Maurizio Caverzan de Il Giornale che non cambierebbe mai un’azienda dove tutti i giorni può investire in innovazione e creatività. Un po’ tutto il contrario della Rai odierna. E allora la patata è diventata veramente bollente per Matteo Renzi: gli unici due esterni gettonati sono di fatto un po’ ai margini a sarebbero una scelta di ripiego. Campo Dall’Orto è di fatto parcheggiato alle Poste e fuori dai giochi televisivi da tempo, mentre Novari non ha mai brillato nella gestione di Tre e le uniche esperienze televisive sono quelle della fidanzata (Daniela Ferolla) o di un canale come La3, finito nel dimenticatoio. E allora il passaggio diventa dalla patata bollente al cerino in mano: rimasto solo nelle mani di uno interno Rai: Andreatta (Rai Fiction) o Leone (Rai 1), uomo per tutte le stagioni, anche se arriva da parecchie scelte sbagliate per l’ammiraglia. Gli outsider potrebbero essere Luigi De Siervo (Rai Com), con una carriera in crescita nell’azienda pubblica e renziano di ferro, o Valerio Fiorespino (Risorse umane), il meno conosciuto, ma forse proprio per questo pronto a dare quel senso di novità, in una situazione che di nuovo non ha veramente nulla.

 

Alfio Rossi

 

(Nella foto la statua equestre in Viale Mazzini)