Pubblicato il 11/06/2018, 17:04 | Scritto da Tiziana Leone

Daniele Cesarano: Sabrina Ferilli, Gianni Morandi e Barbara D’Urso nelle nostre fiction. Pensiamo anche a Raoul Bova

Non è facile riuscire a competere con la forza di Netflix, la fiction deve sapersi rinnovare. Per questo Mediaset cerca storie nuove anche dai mercati internazionali

Ritorni importanti come quello della Dottoressa Giò con Barbara D’Urso o quello alla serialità di Alessandro Preziosi, conferme come l’Isola di Pietro e Rosy Abate, titoli nuovi tratti da storie di cronaca, commedie sentimentali e zero melò, tramontato sul Viale di Netflix. Là dove c’era Gabriel Garko ora c’è Gianni Morandi. Nella fiction Mediaset della prossima stagione si punterà meno all’amore tragico e più alla vita vera, una scelta dettata anche dalla concorrenza spietata di Netflix.«Anche se è la tv generalista ad avere ancora il primato», sottolinea il direttore della fiction Mediaset Daniele Cesarano.

Quindi dalla fiction della prossima stagione Gabriel Garko resterà fuori?

«Per ora è in stand by».

In compenso tornerà il pediatra di Gianni Morandi dell’Isola di Pietro?

«Le riprese sono in corso in Sardegna. Speriamo che le nuove puntate siano pronte già per l’autunno».

Come mai avete scelto di inserire nel cast Lorella Cuccarini e  Elisabetta Canalis?

«Sono due volti amati dalla tv generalista, ma i protagonisti della serie restano i componenti della famiglia di Morandi. Abbiamo cambiato formato, abbiamo puntato su quello internazionale. Ogni puntata sarà di 50 minuti».

Resterà in onda di domenica sera contro Fabio Fazio su Raiuno?

«Noi dobbiamo da una parte mantenere la fidelizzazione del pubblico, dall’altra dobbiamo proteggere i nostri prodotti. In questa ultima stagione abbiamo sperimentato con successo la collocazione della domenica e crediamo di mantenerla».

Ci sarà anche una terza serie?

«Dipende dagli impegni di Gianni Morandi».

Tornerà anche Giulia Michelini con Rosy Abate?

«Sì, per cinque serate. Le riprese sono in corso in Sicilia. Lo scorso anno è andata molto bene negli ascolti».

La scelta di riportare in auge la Dottoressa Giò è venuta da Mediaset o dalla stessa Barbara D’Urso?

«E’ stata reciproca».

Chi ci sarà nel cast  insieme alla D’Urso, si era parlato di Patrick Dempsey…

«Il cast si sta finendo di comporre, ma non ci sarà Patrick Dempsy».

Come sarà la serie?

«Un medical, con un linguaggio più moderno. Punterà su un gruppo ragazzi intorno al personaggio interpretato dalla D’Urso. Abbiamo scelto Antonello Grimaldi come regista, proprio perché cerchiamo di dare a questo prodotto il meglio, con un’anima molto pop.

Con Liar invece uscite dai nostri confini e puntate su una serie internazionale?

«E’ tratta dall’omonima serie inglese, che sul canale Itv ha già conquistato oltre nove milioni di spettatori a puntata. Sarà girata a Torino e diretta da Gianluca Tavarelli, e riporterà alla lunga serialità Alessandro Preziosi. Con lui ci sarà anche Greta Scarano. Abbiamo scelto un volto noto tradizionale e un altro di novità».

Altra coppia sarà quella formata da Ambra e Giorgio Pasotti in un Bel luogo per morire…

«Titolo provvisorio. Bel Luogo in cui morire è un crime tradizionale in cui una ragazzina viene trovata uccisa in un paesino: a indagare sarà un poliziotto del paese con l’aiuto di una detective esterna. Qui l’elemento di novità sta tutto nella narrativa: nel racconto non c’è la storia d’amore tra i due protagonisti».

Una rivoluzione?

«Sembra una rivoluzione copernicana, ma questa scelta ha già dato grandi successi a serie come Montalbano o Don Matteo, entrambe incentrate sul crime e meno sulla storia d’amore».

L’unica storia tratta dalla realtà sarà quella della fiction con Sabrina Ferilli?

« L’amore strappato sarà una serie in tre serate incentrata su un fatto di cronaca vero: quello di una famiglia cui la giustizia ha portato via la figlia di 8 anni per un’ingiusta accusa di molestie da parte del padre. E’ una serie di grande impatto emotivo, diretta da Ricky Tognazzi».

E poi ci sarà la prima co-produzione Mediaset Italia e Mediaset Spagna?

« Lontano da te, la prima co-produzione tra Mediaset Italia e Mediaset Spagna, è una romentic comedy in cui i due protagonisti, interpretati da Alessandro Tiberi e Megan Montaner, vivranno una difficile storia d’amore moderna tra una ballerina di flamenco spagnola e un giovane imprenditore italiano».

Finalmente un po’ di melò…

«Non abbiamo trovato un prodotto melo 2.0. E’ un genere che va rinnovato come il crime,  non lo vogliamo abbandonare, è nella nostra tradizione, ma al momento è in stand by».

Anche il genere eroi nazionali sembra tramontato? Insomma niente più fiction su grandi eroi che hanno reso servizio al nostro paese?

«Quel genere lì è ormai esaurito. Stiamo studiando delle fiction incentrate su eroi, ma non realmente esistiti. Solo frutto di fantasia».

Un nome cui affidare il volto di un eroe?

«Raoul Bova».

La concorrenza di Netflix si fa sentire?

«Tutti parlano di Netflix e di successi come La casa di carta. In realtà il bacino di utenza del pubblico generalista è ancora enorme. E’ chiaro che ormai fare fiction è diventato più complesso, soprattutto perché molti talenti, dai registi agli sceneggiatori, si stanno spostando su altre piattaforme».

E come fa la tv generalista a far fronte a tutto questo?

«La tv generalista, che resta quella principale, ha il problema di come collocarsi sul mercato, deve puntare a un pubblico molto dinamico che guarda la tv con il telecomando».

Una fiction che avrebbe volentieri “rubato” alla Rai?

«La linea verticale, il miglior prodotto di questa stagione».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Daniele Cesarano)