Pubblicato il 28/02/2018, 17:00 | Scritto da La Redazione

Elezioni: altro che Politiche 2018, queste sono le Televisive 2018

I tre leader delle elezioni politiche osservati dal tubo catodico

Il Censis dichiara che gli italiani che si informano attraverso la tv sono il 95,5% (più del 60% la usano come mezzo d’informazione primaria, di questi il 54% sono giovani dai 14 ai 29 anni). Queste percentuali spiazzeranno chi sostiene frasi del tipo: «La tv è morta, non la guarda più nessuno… i giovani stanno solo su Internet e sui social».

Pensiamo, erroneamente, che quello che è valido per gli Usa con le campagne di Barack Obama e Donald Trump sia permeabile anche nel modello italiano. Ma la nostra realtà è ben diversa. Noi siamo un popolo ancora visceralmente legato alla televisione. E il continuare imperterriti a dichiararla morta, finita, sepolta, non aiuta una corretta, necessaria e seria riflessione su di essa.

Nelle aule universitarie si studiano tanto cinema e tante serie tv. Dimenticando o, peggio, volendo far dimenticare, che in realtà tra queste due forme di comunicazione sta, ancora ben saldo, il mezzo televisivo. Dobbiamo riconoscere che non siamo pronti a dare fiducia al web. E ci sentiamo ancora più confidenti nel darla alla televisione. Sarà un caso che i tre principali attori di queste Politiche 2018, nonché espressioni dei primi tre partiti italiani, siano profondamente legati al vecchio tubo catodico? Non credo.

Ma andiamo ad analizzarli: Silvio Berlusconi (Forza Italia) è il creatore della tv commerciale, editore televisivo. Attualmente suo figlio è il presidente del principale gruppo televisivo privato, Mediaset. Gioca consapevolmente, in questa campagna, ancora sul suo nome ben presente sulla scheda elettorale («Berlusconi Presidente»). Nonostante sia incandidabile per la Legge Severino fino al novembre 2019 e, tantomeno, potrà diventare Presidente del Consiglio.

Ma i suoi elettori sono sempre stati anche il suo pubblico televisivo e, come sappiamo, l’immagine in tv è tutto. Sarà per questo che non ha ancora dichiarato chi è il suo candidato premier? Probabilmente presentare a quel pubblico una figura non riconoscibile lo allontanerebbe.

Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) è colui che si fa promotore dell’informazione via web e delle «parlamentarie» come rappresentanza diretta, in realtà è conosciuto dagli italiani come comico televisivo di successo. Ancora rintracciabili sono i suoi interventi televisivi al fianco di Pippo Baudo, la tv fatta a persona.

E probabilmente ha avuto la possibilità di esprimersi politicamente e di lanciare i suoi primi «Vaffa» grazie proprio alla popolarità che la tv gli ha dato. Tra l’altro, dopo un primo arroccamento secondo cui un grillino veniva espulso se fosse apparso in tv, ora sono entrati anch’essi in tutti i talk show come protagonisti (e le parlamentarie sul web sono state un fallimento numerico evidente sotto gli occhi di tutti).

Matteo Renzi (Partito Democratico), vi chiederete: «Ma cosa c’entra con la tv?». Apparentemente niente. Ma andando a vedere la sua storia troviamo una sua partecipazione come concorrente a un celebre quiz televisivo. Era il 1994 e l’ex Presidente del Consiglio ha partecipato a La ruota della fortuna con Mike Bongiorno. E risale a pochi anni fa l’intervista a Vanity Fair in cui ha rivelato che una volta conclusa la sua carriera politica gli piacerebbe fare il conduttore televisivo. Perché vogliamo dimenticare la sua partecipazione ad Amici di Maria De Filippi in giacca di pelle nera e maglietta? Insomma, Renzi è sicuramente un televisivo della prima ora.

Che sia il caso di parlare non più di Politiche 2018, ma di Televisive 2018? A ogni modo ricordatevi che per essere bravi cittadini non basta cambiare canale… bisogna andare a votare!

 

Andrea Arinci

Collaboratore ai testi di SDL2005

 

(Nella foto, da sinistra, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Matteo Renzi)