Pubblicato il 16/02/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Dario Cassini e Gabriele Cirilli: Noi coppia comica vincente, pensiamo a una sit-com

Dario Cassini e Gabriele Cirilli: Noi coppia comica vincente, pensiamo a una sit-com
I due comici diventano una coppia presentando Most Ridiculous su Comedy Central, dal 16 febbraio alle 22 sul canale 124 Sky. Il programma accoglie le clip del web e i video amatoriali in arrivo da tutto il mondo. Ogni episodio è monografico e punta alla viralità della rete: dai cuccioli ai gattini, dai bambini ai matrimoni, fino agli epic fail.

Dario Cassini e Gabriele Cirilli: “Esordire oggi nella comicità significa fare un percorso diverso rispetto ai tempi in cui esordivamo noi”

Totò e Peppino, Fruttero e Lucentini, Starsky&Hutch. Ogni mestiere, ogni porzione di vita ha le sue coppie capaci di esorcizzare il quotidiano mostrandolo per ciò che è: una partita coi dadi truccati. Gabriele Cirilli e Dario Cassini non fanno eccezione. Giocano di sponda, si passano assist vicendevoli manco fossero al Santiago Bernabeu. Poi calano la carta del paradosso con un’energia quasi aggressiva, tengono banco e svelano l’intento: essere un duo comico ben assortito, nazionalpopolare quanto basta per far breccia in un pubblico che li conosce bene per le rispettive esperienze, ma che dal vederli assieme si aspetta sorprese.

Dal 16 febbraio, ogni venerdì alle 22.00 con un doppio episodio, condurranno Most Ridiculous su Comedy Central, il canale Viacom Italia su Sky al 124. Prodotto da Comedy Central, il programma accoglie le clip del web e i video amatoriali in arrivo da tutto il mondo. Ogni episodio è monografico e surfa sulla viralità della rete: dai cuccioli ai gattini, dai bambini ai matrimoni, fino agli epic fail. L’umanità disastrata sotto la lente d’ingrandimento di due perculatori seriali che sanno quali sono i meccanismi di innesco di una risata.

Ogni puntata sviluppa un argomento preciso. Sceglietene una.

Cassini: Mi ha fatto impazzire la puntata in cui si vedono alcuni uomini fare scherzi esilaranti alle donne.

Cirilli: Quelle dedicate allo sport. Oppure al rapporto padri/figli piccoli, declinato attraverso il filtro del surreale.

Lavorate in coppia.

Cassini: La prima volta che lavoriamo a così stretto contatto. Sono sbalordito. Gabriele è un professionista pazzesco, lo dico senza retorica.

Cirilli: Ho iniziato a fare il comico grazie a Dario Cassini. Aprivo i suoi show. Potete capire quanto gli sia legato. Di lui apprezzo anche il suo essere autore di qualità. Quindi, nella coppia, abbiamo già chi scrive. Luca e Paolo, Ficarra e Picone, tremate.

A proposito di nomi. Una coppia comica a cui somigliate?

Cassini: Siamo come Malgioglio e il suo istruttore di pilates. Ma Malgioglio lo fa Cirilli.

Cirilli: Quando ho fatto Giusy Ferreri a Tale e Quale Show mi sono sentito molto Malgioglio (ride, ndr).

Cassini: Siamo come l’abbinamento pizza con mortazza. Da napoletano, potrei bollarla come ricetta blasfema, invece è una grande scoperta.

Trovatevi un difetto a vicenda.

Cassini: Cirilli non sa cucinare.

Cirilli: Mia moglie è innamorata di Cassini.

Avete sperimentato la grande tradizione televisiva dei contenitori in prima serata come Zelig. Quell’esperienza appartiene a un’era differente, oggi depotenziata rispetto al mainstream del passato. Pensate possa essere riattualizzata con i dovuti accorgimenti?

Cirilli: Premessa: alle nuove generazioni di comici manca la gavetta iniziale che forgia la tempra nel rapportarsi al pubblico in uno show dal vivo. La tecnologia ha spodestato l’esperienza formativa dei locali fumosi in cui un comico si faceva le ossa. Se proporre uno sketch su Youtube oggi consente di raggiungere un numero di persone ampio, non è detto che consenta di costruire un repertorio adeguato a impostare una carriera. Però questo cambiamento ha influito sulle generazioni di pubblico e sulle modalità con cui esse guardano uno spettacolo.

Cassini: Un tempo, quando cominciavi, ti capitava di esibirti in un autogrill improvvisando un palco con quattro tavoli attaccati assieme. La rete, cannibalizzante su tutti gli aspetti, ha invece modificato tempo e metodo di rapportarsi al mestiere, eliminando parte dello scontro quasi fisico che si ha col pubblico, specie agli esordi. Risultato: ha anche depotenziato i contenitori storici da prima serata.

Significa che state rimpiangendo il passato?

Cirilli: Niente affatto, i nostri show a teatro e in tv funzionano benissimo perché un pubblico c’è e risponde. Stiamo sottolineando però che la gavetta per un esordiente di oggi è diversa rispetto a quando esordivamo noi. Quanto ai grandi contenitori di cabaret, citando Vico, io credo ai corsi e ricorsi della Storia. Torneranno.

Cassini: Da questo punto di vista, l’esperienza con Comedy Central è stata molto interessante. Abbiamo registrato due volte le prime 4 o 5 puntate di Most Ridiculous perché, mano a mano che si andava avanti, Gabriele e io ci scoprivamo sempre meglio assortiti. Un rodaggio che ha pagato, hanno riconosciuto la leggerezza e la complementarietà dei nostri stili.

L’Italia è la terra della commedia dell’arte, delle maschere e dei tormentoni. Ma grazie alla contaminazione di generi, si sta affermando anche un certo modi di fare stand-up anglosassone, dai toni satirici abrasivi.

Cirilli: La contaminazione fa sempre bene. Personalmente lascio la satira a chi la sa fare e cerco di migliorare sempre di più la mia cifra, che appartiene al nazionalpopolare e alla capacità di suscitare empatia con gli spettatori. Parto dall’osservazione di tic e manie nella realtà e imposto un racconto dilatandone gli aspetti grotteschi.

Cassini: Gabriele è molto attoriale nell’impostazione dei suoi personaggi, dà loro corpo e connotazione. Io preferisco misurarmi con un avversario immaginario, quando sono su un palco. Il mio prossimo spettacolo teatrale, TPM, Troppe Pippe Mentali (a Roma, al Teatro Olimpico, il 6, 7, 8 aprile, ndr) partirà dall’analisi del rapporto tra un maschio cinquantenne e le serie televisive. Dunque contingenza e immedesimazione.

Cirilli: Dario è anche autore, ciò rende il suo ruolo completo a tutto tondo.

Cassini, come si comporta quando è nel cast di una fiction?

Cassini: Nella fiction il gioco è connotare le tinte del tuo personaggio per renderlo riconoscibile, a volte alzando il tiro, sottolineando il momento comico della narrazione.

Cirilli, come ha preso lo scarso riscontro della seconda stagione di Eccezionale Veramente, orfana della sua presenza? Non si è lasciato bene con la produzione, dopo essere stato presentatore della prima stagione e autore del programma.

Cirilli: Non intendo alimentare polemiche, mi è dispiaciuto essere stato allontanato in un modo poco piacevole. Tutto qui. Quanto alla differenza tra la prima e la seconda stagione, è una questione di sostanza. Eccezionale Veramente era pensato come una gara, come un festival di nuovi volti simile al Festival Ugo Tognazzi, non come un talent show. C’è una differenza di fondo e in parte sta proprio nel conduttore. Io, da capo-comico, mi preoccupavo di impostare un dialogo con i concorrenti partendo dal presupposto che facevamo lo stesso mestiere. Li tutelavo dalla giuria, che aveva il compito di criticarli. Si creava l’empatia col pubblico in uno spettacolo organico. Nella seconda stagione tutto ciò è mancato.

Cassini: Condivido il punto di vista di Gabriele. Aggiungo inoltre che un pezzo comico, se funziona, funziona nel preciso momento in cui si svolge. Dunque è fondamentale allestire il contesto giusto affinché ciò accada.

Vi è mai capitato di imbattervi in figuracce, nella vostra carriera?

Cassini: Agli esordi capitava. Mi ricordo uno show durante un Capodanno in un locale, avrei dovuto esibirmi per mezz’ora, non riuscendo a gestire la tensione condensai tutta l’esibizione in tre minuti. Oppure, durante il Maurizio Costanzo Show, grande vetrina televisiva per esordienti. Chiamarono me e Leonardo Pieraccioni, ma bruciarono prima tutto il mio repertorio argomentativo. Mi ritrovai senza idee. Ipotizzai una gag con protagonista un salumiere “basso, pelatello e un po’ in carne” e Costanzo mi guardò storto (ride, ndr).

Cirilli: Le brutte figure me le sono giocate tutte quando aprivo gli show di Dario: avrei dovuto scaldare il pubblico e glielo raffreddavo (ride, ndr). Scherzo. Ricordo con un pizzico di terrore gli esordi, quando capitava di esibirmi davanti a spettatori che si portavano i tipici ortaggi da tirare in caso di esibizione non gradita, in puro stile avanspettacolo.

Dopo Most Ridiculous che accadrà?

Cirilli e Cassini: Vorremmo fare una sit-com assieme, ci stiamo pensando seriamente.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Dario Cassini e Gabriele Cirilli)