Pubblicato il 02/02/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Selvaggia Lucarelli: Sono la Roberto Burioni dei rapporti sentimentali

Selvaggia Lucarelli introdurrà i film della rassegna Manuale per uomini e donne su Studio Universal (canale Premium)

«Non sono qui nella veste di esperta di tv e di costume, neppure in quella di scrittrice: Manuale per uomini e donne non è un ciclo di letture sull’amor cortese ma una rassegna dedicata a quattro film che esplorano, in modi molto differenti, il complesso rapporto tra l’universo maschile e quello femminile. E quando dico “complesso”, la mia mente corre all’affaire Dante-Beatrice più che ai Bosoni di Higgs. Perché va da sé che è più intuitivo spiegare come una particella riesca ad attrarre la materia piuttosto che l’attrazione tra uomini e donne, così tragicamente diversi tra loro», dice Selvaggia Lucarelli a proposito della rassegna di film dal titolo AldoBusiano che introdurrà su Studio Universal. Quattro pellicole, a partire dal 7 febbraio, in tre appuntamenti ogni mercoledì alle 21.15. Tootsie di Sydney Pollack con Dustin Hoffman e Jessica Lange, a seguire Qualcosa di cui… sparlare, con Julia Roberts e Dennis Quaid; Come farsi lasciare in 10 giorni di Donald Petrie con Kate Hudson e Matthew McConaughey e The English Teacher di Craig Zisk con Julianne Moore e Lily Collins.

Mentre parla dall’altro capo del telefono, Selvaggia Lucarelli riesce a essere Selvaggia Lucarelli sempre e comunque, non solo quando scrive. Mantiene intatte le prerogative di fustigatrice dei costumi italiani, ricorre alla similitudine beffarda, diventa un po’ “il tacco sui maccheroni” dell’attualità sbertucciata con meccanismi che i suoi lettori adorano. Dai libri (ultimi in ordine di tempo: Dieci Piccoli Infami  e Che ci importa del mondo, editi da Rizzoli) agli articoli. Certo, ci sono anche i detrattori, ma il gioco sta proprio lì.

C’è una rassegna sui rapporti uomo-donna e chiamano lei a presentarla. Parlarne nei suoi articoli e nei suoi libri l’ha trasformata in un’autorità in materia.

Sono la Burioni dei rapporti sentimentali, ormai nessuno mette in discussione la mia competenza, frutto anche dell’esperienza (ride, ndr).

Allora proviamo a sparare sulla Croce Rossa. Qual è il più grosso difetto dei poveri maschietti nel rapportarsi all’universo femminile?

L’utilizzo dei social come veicolo d’approccio privilegiato. Il risultato è che una volta una donna comprendeva se un suo sguardo era ricambiato. Oggi bisogna mettersi a interpretare i like. C’è un’alone di incomunicabilità dettato da una scarsa spontaneità di fondo.

La tecnologia cambia i rapporti?

Ogni epoca ha i suoi mezzi. Ma sa qual è il problema? Che i social alimentano oltremisura le aspettative di noi donne. Interpretiamo come dichiarazioni d’amore assoluto messaggi su whatsapp che altro non sono se non segnali flebili, pigri.

Ma se un uomo si lancia in corteggiamenti attivi non corre il rischio di essere scambiato per molestatore?

No. Le molestie non c’entrano nulla, un corteggiamento non valica mai il limite del rispetto per la persona. Il discorso sulle molestie può intimidire o spaventare chi ha già la coda di paglia.

Su questo argomento non si sta alimentando una certa foga forcaiola?

Gli eccessi sono sempre sbagliati e non mi piacciono. Ma spaventare chi abusa o ha abusato psicologicamente di alcune persone non mi dispiace.

C’è chi ha proposto di limitare sulle riviste patinate le rubriche dedicate alle donne più belle o meglio e peggio vestite.

Non occorre estremizzare, però è triste quando il corpo femminile è messo sullo stesso livello dei gattini pucciosi come escamotage acchiappaclick. Per lo meno, trovo bizzarro se a farlo sono i giornali che si presentano come alfieri di campagne femministe.

C’è chi ha criticato il suo ruolo di direttore editoriale a Rolling Stone.

Leggendo alcune critiche, ho scoperto che tutto d’un tratto sono nate schiere di puristi del rock più numerose dei fan di Cristina D’Avena. Ecco, forse con la nomina di un direttore uomo tutto questo clamore non ci sarebbe stato. In quanto donna occorre sempre dimostrare qualcosa di più. Ma l’editore non mi ha chiamata per fare il critico musicale. Esiste già un’ottima redazione. Io sono come l’A.D. di una compagnia aerea: non devo saper pilotare un aereo, devo conoscere i metodi per gestirne al meglio gli aspetti produttivi. Tradotto: non devo scrivere di musica, ma sfruttare le mie competenze di gestione di contenuti web. Rolling Stone poi è da tempo allargato a ben altro rispetto alle sole nicchie musicali.

Poi tornerà a Ballando con le stelle.

Commenterò la colonna sonora dei balletti in virtù del mio ruolo di esperta musicale, giusto? (ride, ndr).

Dopo Ballando che farà?

Lavorerò a un programma tv che sarà l’estensione naturale di ciò che già faccio. Ma è presto per parlarne. Sarà qualcosa di divertente e informale.

A che punto è della sua carriera?

Sto vivendo un momento felice della mia esistenza su tutti i piani, non solo su quello professionale. È bene accorgersene, quando capita, e me ne sto accorgendo.

Un tempo era meno felice di oggi?

Quando non ero consapevole dei miei mezzi soffrivo di dipendenze sentimentali e ciò mi rendeva insicura. Oggi ho superato quel periodo.

Ci sono cose che non rifarebbe, magari in tv?

Forse La Fattoria, ma tutto sommato mi ero divertita. Ha avuto un valore formativo. Ecco, forse un tempo facevo fatica a dire dei “no”. Oggi mi riesce naturale.

Quali “no” le capita di dire?

Un tempo, tra scrivere qualcosa e andare in tv, avrei scelto senza indugio la televisione. Oggi sono molto più centrata sul mio mestiere. Non faccio più ospitate casuali. Quando mi capita di fare l’ospite a qualche trasmissione, scelgo quelle che mi permettono di trattare gli argomenti che mi interessano con lo spazio necessario.

(nella foto, Selvaggia Lucarelli)