Pubblicato il 16/12/2017, 19:00 | Scritto da Gabriele Gambini

Angela Curri: Ne La Fornarina rivedo l’ingenuità della mia età

Angela Curri: “Da piccola amavo cantare, ballare, esibirmi. Mia mamma mi ha iscritta a un’agenzia di spettacolo per bambini. Ho iniziato i primi provini. Non ho più smesso”

Quando non fa l’attrice, Angela Curri ama passeggiare nei parchi col fidanzato. Scrive poesie, fa fotografie. Vive a Roma, ma le sue origini sono pugliesi. Il suo lavoro la porta spesso a viaggiare, ma la casa, profonda provincia barese, è il terreno dove ha piantato radici solidissime. «È bello sapere che il luogo in cui sei nata resta lì ad aspettarti, perdonandoti le lunghe assenze. La famiglia è il conduttore indispensabile di energie corroboranti», dice.

I viaggi di Angela, classe 1993, sono anche nel passato. Remoto. È suo il volto di Margherita Luti, La Fornarina, amante di Raffaello Sanzio secondo resoconti storici che sconfinano nel mito. Raccontati nel docu-film Raffaello, il principe delle arti, prodotto da Sky in collaborazione con i Musei Vaticani, Nexo Digital, Magnitudo Film, apprezzato nel mondo, in onda il 17 dicembre alle 21.15 su Sky Arte e su Sky Cinema Uno. Una ricostruzione potentissima della vita del maestro rinascimentale. La retorica di oggi la chiamerebbe “immersiva”. Ma, dicevamo, a immergersi in epoche diverse – vivendo molte vite – è proprio Angela. A gennaio sarà su Canale 5 con il film per la tv Renata Fonte, storia dell’assessore del comune di Nardò, in provincia di Lecce, assassinata da due sicari mafiosi nel 1984. In primavera si riapproprierà del ruolo di Angela Giammarresi nella seconda stagione della serie Rai La mafia uccide solo d’estate, ideata da Pif.

Si dice che La Fornarina avesse 23 anni quando incontrò Raffaello, durante una camminata lungo le sponde del Tevere. La sua stessa età, Angela.

De La Fornarina mi appartengono la spontaneità e l’ingenuità tipiche della mia età. Della sua vita si sa poco, pare sia stata musa di Raffaello per diverse opere, tra cui La Velata, la Madonna Sistina e, appunto, La Fornarina. Immagino il suo imbarazzo mentre lui la ritraeva. Il delicato pudore, sfociato in passione. In lei rivedo la bambina che ero un tempo e che sono ancora oggi.

Il provino per un ruolo tanto impegnativo non sarà stato facile.

Al provino ho saputo che, nel mio volto, la produzione rivedeva quello di lei. Mi ha dato una gran carica. C’è stato un momento in cui ho dovuto dimostrare di saper recitare senza dialoghi, solo attraverso la forza delle espressioni. Ce l’ho messa tutta. E ho scoperto un’epoca, un personaggio, dalle sfaccettature ricche.

Conosceva Raffaello Sanzio?

Conoscevo le sue opere più famose. Immagini ben note che ricorrono spesso sui libri d’arte, ma anche nella cultura pop. Però ho approfondito altri aspetti a me ignoti. Sono rimasta pietrificata per un’ora davanti al quadro della Velata. Una sorta di Sindrome di Stendhal autoindotta.

Che cosa ha cercato, prima di iniziare le riprese?

Di capire chi fosse l’uomo Raffaello. E chi potesse essere la sua musa. Pare che lui non potesse fare a meno di lei.

Le piacerebbe viaggiare nel passato?

Sono affascinata dall’estetica degli anni ’30 e ’40. Per certi versi, anche da quella degli anni ’70.

Però fa l’attrice negli anni duemila.

Amavo cantare, ballare, esibirmi. Mia mamma mi ha iscritta a un’agenzia di spettacolo per bambini. Ho iniziato i primi provini. Non ho più smesso.

Sognando di assomigliare a…?

Monica Vitti. Meravigliosa. Marillon Cotillard. Ma anche Natalie Portman e Penelope Cruz.

Se non fosse decollata la carriera di attrice?

Mi sarebbe piaciuto tentare quella di cantante. Amo il cantautorato italiano. De Andrè. Fossati. Tenco. E poi Mia Martini, Loredana Bertè.

A gennaio la vedremo nel film per la tv Renata Fonte.

Interpreto il ruolo di Rosetta, amante di uno dei sicari di Renata Fonte. La vicenda, avvenuta negli anni ’80, scosse la Puglia intera. Renata era assessore al comune di Nardò, si dice sia stata uccisa perché si oppose a operazioni di speculazione edilizia.

Che ragazza è, Rosetta?

Una ragazza fragile, che alla fine si scopre forte. Ama uno dei sicari di Renata, non rendendosi conto della brutta faccenda in cui si sta invischiando. Quando capisce chi è l’uomo di cui si è innamorata, che uccide l’assessore proprio con l’auto che lei gli presta, supera la paura, e lo denuncia.

Si possono fare follie per amore?

Sì, ma entro certi limiti. Mai danneggiando persone innocenti.

In primavera tornerà ne La mafia uccide solo d’estate.

Il mio personaggio, Angela Giammaresi, sarà preda di emozioni incontrollate. Si sentirà tritata da esse. Ma ci sono scelte che dovrà compiere per crescere, perché non avrà più l’appoggio dei suoi genitori.

Lei, l’appoggio dei suoi genitori, ce l’ha?

Sì, per fortuna. Vivo a Roma ma appena posso torno in Puglia, a casa. Il mio paese natale ha l’energia da cui devo attingere per rinascere, ripartire, continuare a fare ciò che faccio. Dovessi viaggiare per lavoro anche in un altro emisfero, sarei sorretta dal pensiero di tornare. Sempre.

Gabriele Gambini

(nella foto di Alessandro Pizzi, Angela Curri)