Pubblicato il 12/12/2017, 18:30 | Scritto da La Redazione

Feud: Bette and Jane e il voyeurismo pre Grande Fratello

Nel cast della serie Feud: Bette and Jane, su Studio Universal dal 7 gennaio, Jessica Lange, Susan Sarandon, Kathy Bates, Catherine Zeta- Jones, Alfred Molina.

Una era sponsorizzata Pepsi (ne sposò il fondatore), l’altra beveva Coca Cola. Entrambe avevano il vizio di correggerle col whisky. Ed entrambe erano capricciose, bellissime in gioventù, costrette a esserlo quando non lo potevano essere più nella maturità, bravissime attrici, e però molto diverse e molto rivali: una sarebbe stata capace di ghiogliottinarsi le falangi dei piedi pur di non ammettere il talento dell’altra. La storia di Joan Crawford e Bette Davies è la storia di Coppi e Bartali, di Rivera e Mazzola, di Schwarzenegger e Stallone. Ma è anche la storia delle allucinazioni competitive estremizzate hollywoodiane e umane.

Feud: Bette and Joan, ideato dal Ryan Murphy di American Horror Story, la racconta arruolando due arcidive contemporanee, Jessica Lange e Susan Sarandon, che magari nella vita reale non saranno rivali come lo erano la Crawford e la Davies, ma se lo fossero, completerebbero il racconto con un tocco metanarrativo in formato matrioska.

In attesa di appurarlo, le possiamo vedere nelle otto puntate della serie, in onda dal 7 gennaio su Studio Universal. La rivalità tra le due dive è descritta a partire dalla necessità di lavorare assieme nell’horror cult Che fine ha fatto Baby Jane? – correva l’anno 1962 – per rilanciare la popolarità di entrambe, in declino inesorabile, minacciata dall’arrivo di attrici più giovani e appetibili agli occhi concupiscenti dei produttori maschi, molto attenti a saggiare la consistenza delle carni femminili e gli incassi dei botteghini. Il copione di Che fine ha fatto Baby Jane? parla della rivalità forsennata di due sorelle attrici decadute, rivelandosi l’estensione cinematografica perfetta del rapporto tra la Crawford e la Davies.

In Feud: Bette and Joan, (negli USA è andato molto bene, con diciotto nomination agli Emmy e due Primetime Creative Arts Emmy Awards 2017, la seconda stagione sarà incentrata sul rapporto tra Carlo e Diana) c’è tutto quel che ci si aspetta da un universo tanto spassoso: il giornalismo di spettacolo a caccia di sensazioni, l’umorismo nero e cinico del divismo nell’era d’oro degli studios e in quella pionieristica della tv, produttori che sembrano macchiette e, proprio perché non lo sono, lo sono. E poi, dispetti, gloria, bassezze e solitudini di un’epoca, messe in scena con un certo piglio didascalico che si destreggia tra finzione narrativa e docu-drama. Col gusto di spiare dalla serratura gli aspetti meno istituzionali  e più appetitosi dello showbiz. Peccato che Joan Crawford e Bette Davies siano morte e sepolte. Fossero vissute oggi, altro che Baby Jane, le avrebbero arruolate per suonarsele di santa ragione in qualche Grande Fratello.

(nella foto, Jessica Lange e Susan Sarandon)