Pubblicato il 13/11/2017, 15:35 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Sem e Stenn: Ci piace provocare sognando i Pet Shop Boys

Video – Sem e Stenn: Ci piace provocare sognando i Pet Shop Boys
Freschi eliminati dai live di X-Factor, Sem e Stenn raccontano il loro percorso di gara: dal rapporto con Manuel Agnelli all'inedito in lavorazione. E poi gli altri giudici, la frenesia del tritacarne televisivo, i progetti per il futuro.

Sem e Stenn: “A X Factor abbiamo sperimentato molto, l’unico rimpianto è non essere riusciti a cantare l’inedito”

I Pet Shop Boys cenano con i New Order in un ristorante dove gli chef sono i Dead or Alive. Tutto questo però non nella vita reale, ma in un sogno plasmato dai Culture Club. Se quest’immagine vi fosse sufficientemente chiara, avreste un’idea di chi potrebbero essere Sem e Stenn. Stefano Ramera, bresciano, e Salvatore Puglisi, siracusano, un sodalizio artistico esteso da dieci anni a questa parte anche nel privato, sono stati divisivi sul palco di X Factor quel tanto che bastava a lasciare un segno nonostante l’eliminazione, giovedì scorso, durante il Tilt.

Hanno impartito benedizioni sotto forma di provocazioni estetiche, rielaborato la lezione del synth pop e della dark wave, catturato l’attenzione dei social. Sono stati i primi a cantare una cover di Marylin Manson in un live del talent show Sky. «Però sapevamo di costituire la parte anomala del programma: usciamo senza rimorsi, felici di quanto fatto». C’è chi li considera freak: «Ci piace essere freak durante uno show, per poi mostrare quel che c’è sotto la maschera», chi sui social li ha bollati come franchi tiratori di misteriose lobby gay: «Effettivamente nel loft abbiamo tentato di convertire tutti», scherzano.

Ad aprile suoneranno al Forum di Assago prima degli Afterhours del loro mentore Manuel Agnelli: «Capiamo la scelta di Manuel di mandarci al Tilt, anche se ci dispiace. Con lui però la sintonia è totale: rivede in noi le tracce dell’onda musicale anni ’80». In quest’intervista a TvZoom, senza orpelli di scena («Siamo vestiti con le classiche tute comode che usiamo dopo la serata di live») parlano dell’inedito mancato, della frenesia dei tempi televisivi, di Levante, di Fedez, di Mara Maionchi.
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Gabriele Gambini
(Nella foto Sem e Stenn)