Pubblicato il 22/05/2017, 17:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Eva Robin’s: Ho detto no all’Isola dei Famosi, temo la vecchiaia

Eva Robin’s: “Ho sempre vissuto in modo superbo la mia parte femminile, che ha difeso il mio lato maschile”

Breve descrizione di Eva Robin’s: «Vivo in chiaroscuro, mi piace apparire e poi sparire, non amo la sovraesposizione, preferisco un po’ di mistero, ma nella mia vita sono sempre stata trasparente nel raccontarmi», dice, mentre a un desco assolato nel cuore di Palermo attende di sfidare un piatto di spaghetti ai frutti di mare. «Mangio moltissimo. Anzi, no. Mangio poco. Ma spesso. Cinque piccoli pasti al giorno. Ogni tanto trasgredisco». Nel capolouogo siciliano porta lo spettacolo teatrale Delirio di una transpopulista, un testo dedicato alla Premio Nobel Elfriede Jelinek: «Immaginatemi. Io, di sesso maschile per nascita e femminile per scelta di genere, vestita da leader di estrema destra mentre arringo un pubblico adorante fatto di transessuali». In tv, invece, Eva tornerà dal martedì 23 maggio alle 23.15 su Cielo, introducendo il ciclo di documentari Rivoluzione Gender: «Insegniamo ad abbattere i luoghi comuni. C’è ancora chi confonde la trans con il travestito», specifica, calcando l’accento sugli articoli “la” e “il”.

Ultimamente fa tanto teatro e poca tv.

Il teatro è versatile. Non ti chiede di rimanere incasellata in un unico ruolo. È di nicchia, ma non ti costringe alla sovraesposizione forzata. Guadagni meno, ma resti coi piedi per terra. E poi, da quando faccio teatro, lavoro moltissimo e mi sento realizzata.

Nessuna voglia di tornare in tv un po’ più spesso?

Il mio agente mi aveva proposto la candidatura per l’Isola dei Famosi. Ma ho rifiutato. Gli ho risposto: “Mi ci vedi a litigare per una vongola? Non ho più l’età per farlo”. Stessa cosa per il Grande Fratello Vip. Non lo farei.

La convivenza forzata in un reality la annoierebbe?

Preferisco la convivenza con la mia gatta Dana, un bellissimo Devon Rex. E il teatro.

Il pubblico che la segue a teatro, chi è?

Dipende. Nel caso di Delirio di una transpopulista, stiamo girando i teatri off, c’è un pubblico ricettivo. Ma porto in scena anche i classici come l’Avaro di Molière.

In tv però tornerà. Da martedì 23 maggio sarà su Cielo.

Piccole clip introduttive di una rassegna dal grande valore documentaristico. Per fare un po’ di chiarezza sull’universo gender. A partire da ruoli e sigle.

Per esempio?

Per esempio si dice “la” transessuale, non il transessuale, a meno che non ci si riferisca a una donna che sceglie di compiere un percorso che la porti ad assumere un’identità di genere maschile. Spiegherò la differenza tra una trans e un travestito. Che cosa si intende per MtF. Chi è una drag queen. Chi sono gli asessuali.

La sua presenza ha un valore didattico. Ai tempi di Primadonna, su Italia1, fu scelta invece per un ruolo trasgressivo, sull’onda del successo dei programmi con Antonio Ricci Lupo Solitario e L’Araba Fenice.

Primadonna fu per me un disastro emotivo. Uno dei periodi peggiori della mia vita. Rischiavo di perdere il contatto con la realtà. Troppa sovraesposizione, troppe pressioni.

Nessun bel ricordo di quell’epoca?

All’inizio, tutto era bellissimo. Poi mi chiesero di essere più trasgressiva. Mi sentivo i riflettori puntati addosso. Io vivo di comunicazione rarefatta. Troppa attenzione può far male.

Al suo fianco c’era un cast notevole.

Con me c’erano tanti ragazzi vestiti da marinai. Molti di loro sono diventati attori di buona fama al cinema. L’altra sera, quando ero ospite di Matrix, ho rivisto Irene Ghergo, che con Boncompagni firmava il programma. Ho rivisto anche tanti sopravvissuti della tv degli anni ’90.

Che tv era, quella degli anni ’90?

Una tv che sapeva anticipare i tempi.

La tv di oggi, invece, com’è?

Oggi è tutto troppo veloce. Poco rimarrà nella Storia. Da spettatrice, guardo molto Sky. E i reality. Anche se non vi parteciperei, mi incuriosiscono. Mi piace Selfie con Simona Ventura. Alcune storie raccontate mi hanno fatto piangere.

Piange spesso?

Quando piango, di solito, piango di gioia. Ma piango anche per rabbia, per impotenza. Come quando sento storie di maltrattamenti di bambini. Oppure storie di violenza sugli animali o sulla natura. Quando sono morti i miei gatti, ho pianto come una fontana.

Per amore di un uomo non si piange?

Sì, mi è capitato. Qualche ustione amorosa che andava curata. Ma piangere per amore è una forma inconscia di egoismo.

Chi ama è egoista?

Quando si piange per amore, spesso si piange per se stessi. Almeno, credo. Ho fatto anni di analisi e non ci ho ancora capito niente (ride, ndr).

Dunque l’analisi non serve.

Serve, serve. Ti insegna a saper dire “no” senza suscitare sensi di colpa.

Il “no” professionale che ha dovuto dire e che le ha fatto male.

Mi è spiaciuto dire “no” a Valter Malosti. Mi aveva proposto di recitare in Stabat Mater, ma non ho potuto, perché in concomitanza stavo portando in scena Beckett.

Teatro, cinema, tv. Non le è mancato nulla, in carriera.

Tutte le forme di comunicazione sono belle. Con qualche controindicazione. La tv ti esalta ma ti fa perdere il contatto col reale. Il cinema è un’ebbrezza a singhiozzo: lavori, poi trascorri settimane in attesa della telefonata successiva. Il teatro è faticoso. Guadagni poco, ma ti tiene coi piedi per terra.

Uno dei suoi ruoli più famosi al cinema è stato in Belle al bar, di Alessandro Benvenuti: affrontavate la questione gender con ironia garbata e disincantata.

Fu una lavorazione molto serena. Ricevemmo la nomination per il Nastro d’Argento. Con Benvenuti lavorai anche ne I miei più cari amici. Facevo una ex pornostar pentita. In questo periodo ho partecipato con un piccolo ruolo a Tu mi nascondi qualcosa, con Rocco Papaleo.

Che cosa le manca, nella vita?

L’omicidio e il parto (ride, ndr).

Escludiamo il parto per ovvie ragioni. Quanto all’omicidio?

Non si sa mai. Se dovessi assistere a una scena di maltrattamento di un bambino, non so come reagirei per istinto.

Non le manca altro, davvero?

Mi manca di affrontare la vecchiaia.

Invecchiare fa paura?

Mi spaventa. Ma per ora mi mantengo in buona forma.

Come si combatte la vecchiaia?

Mastico mandorle. Faccio circuiti tibetani. Ogni mattina mi sveglio e bevo cinque bicchieri di acqua calda con limone. Mangio spesso, ma non molto.

Se le chiedessi di raccontarmi un momento di vita in cui la sua scelta di genere l’ha penalizzata?

Non saprei rispondere. Sono stata così incosciente nel mio essere, che quando ho trovato la mia femminilità l’ho vissuta in modo superbo. E la mia parte femminile ha sempre difeso egregiamente il mio lato maschile.

 

Gabriele Gambini
(Nella foto Eva Robin’s)