Pubblicato il 15/05/2017, 18:03 | Scritto da Tiziana Leone

Se l’Eurovision Song è diventato virale il merito è anche di Rai 1

L’Eurovision Song poteva restare un evento da sagra pan-europea, ma Rai 1 ha contribuito a dargli visibilità

L’Eurovision Song Contest è finito da due giorni, è sui giornali da almeno quattro, sui social da tre, nelle radio e nei jingle dell’Edicola Fiore da uno. E Francesco Gabbani non ha neanche vinto. A occhio, se fosse uscito Papa dall’arena ucraina ora sarebbe in giro in trionfo sul bus aperto per le strade della capitale. Accanto a Francesco Totti. A dare visibilità e importanza a questa manifestazione europea, dove i Rom cantano dopo i gorilla con il benestare di leghisti e animalisti, è stata Rai 1, che ha preso uno show con il germe del kitsch e l’ha affidato e Federico Russo e Flavio Insinna, coppia che in viale Mazzini si traduce in voglio osare, ma non troppo. Ma tant’è. Il primo ha contribuito ad abbassare l’età media degli spettatori, scesa sabato sera a 55 anni invece degli abituali 60, il secondo ha assicurato alle casse della rete quel bottino di ascolti necessario a far vincere la serata.

Se due anni fa quando Il Volo si classificò terzo, l’Eurovision Song era un prodotto da Rai 2, fermo al 16% di share, e alla domanda «si ma che è?», la risposta più gettonata era «boh», da quando è volato sulla rete diretta da Andrea Fabiano che l’ha affidata all’esperienza del Responsabile dell’intrattenimento Claudio Fasulo ha cambiato volto. Tolta la patina nebbiosa da mondo druido da cui veniva, Rai 1 l’ha trasformata in una sorta di Giochi senza frontiere della musica, dove scherzare si può, ma con stile, con la furbizia di disseminare pillole di Gabbani in ogni angolo di palinsesto, da Unomattina al Tg1 delle 20, senza mollare mai il colpo, perché se Eurovision deve essere che Eurovision sia.

E così non solo ha vinto la serata battendo la concorrenza di Canale 5, ma ha anche creato un evento su cui la stampa si è avventata nella convinzione che la Rai sperasse nella sconfitta di Gabbani, per evitare di doverlo organizzare il prossimo anno. Sbagliato. Perché questa Rai, nonostante le faide interne tra consiglieri, le lotte intestine nella dirigenza, lo sciopero dei dipendenti, il blocco dei palinsesti e il tetto agli stipendi, sa bene che un evento come l’Eurovision è un valore aggiunto, non solo economico.

Se dunque vogliamo dare a Cesare quel che è di Cesare, usciamo dal provincialismo che fa di noi quelli che l’Europa è «c’era un tedesco-un francese-un inglese-e poi l’italiano» e aspettiamo di vedere lo show che il prossimo anno metteranno in piedi i portoghesi, tornati a casa con la vittoria grazie a una ballata alla Caetano Veloso. Non esattamente uno da talent show. Che poi, se ci sono riusciti gli ucraini, ingaggiando come star internazionale Ruslava, onestamente…

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto, da sinistra, Federico Russo, Francesco Gabbani e Flavio Insinna)