Pubblicato il 28/04/2017, 13:31 | Scritto da La Redazione

Einstein diventa protagonista di una serie tv ed eroe per i ragazzi

Einstein diventa protagonista di una serie tv ed eroe per i ragazzi
Geoffrey Rush, protagonista di "Genius": Era un intellettuale bohémien. E i ragazzi indossano le t-shrt con lo slogan del programma, I love relativity genius". Così Giovanna Grassi sul "Corriere della Sera".

Einstein, un nuovo eroe in tv: “Ora è una guida per i ragazzi”

Rassegna stampa: Corriere della Sera, di Giovanna Grassi.

L’America ha un nuovo eroe e protettore, grazie al network National Geographic e alla Fox Television: è Albert Einstein (1879-1955), che sta conquistando tutti con la miniserie Genius (tratta dal libro di Walter Isaacson) interpretata da Geoffrey Rush, già premiato dall’Oscar per l’interpretazione del pianista David Helfgot nel film Shine. I ragazzi indossano le t-shrt con lo slogan del programma: «I love relativity genius» con la parola love disegnata come un cuore rosso. È tempo di biografie, in libreria, in tv, al cinema (dove già si parla come futuro contendente agli Oscar del 2018 con il film Churchill) e anche nella rosa dei documentari dove ha trionfato recentemente O. J. Simpson-American Crime Story. E gongola Ron Howard, che già aveva affrontato il tema della genialità nel film che lo premiò con un Oscar,A Beautiful Mind.

Howard è co-produttore con Brian Grazer della miniserie di dieci puntate ed è anche il regista del primo episodio sull’uomo privato e pubblico, che definisce: «La mente per eccellenza del Ventesimo Secolo». Ringrazia non solo Geoffrey «per la sua straordinaria interpretazione razionale ed emotiva di Einstein», ma anche l’attrice, Emily Watson, che interpreta Elsa, la seconda moglie (fu un vero conquistatore di donne) dell’uomo che amava, comunque, in primis la fisica teorica. Se la ride l’attore australiano dichiarando: «Einstein sta diventando per tanti giovani anche una guida alla vita spirituale e il profeta dell’esplorazione dell’immaginazione. Per me questo impegno è stato sommamente gratificante e stimolante e, attraverso gli occhi e le parole ho studiato, sognato e fatto mio il suo credo “love is the answer”. Considero Einstein non solo un genio, ma anche il profeta di cosmiche forme di religiosità e dei nostri sogni. Ammiro e mi ripeto spesso la sua dichiarazione: “Non ho alcun talento particolare: sono solo appassionatamente curioso”».

Rush è rimasto affascinato nello scoprire che «Einstein sapeva suonare benissimo il violino. Leggere le sue lettere è stata una lezione di vita. Einstein ha sempre avuto un sogno: diventare un grande musicista. L’uomo era speciale in tutto, condivido chi lo ha definito “la rockstar del suo tempo”». Ma ciò che ha maggiormente colpito l’attore è il fatto che «riusciva ad essere un intellettuale bohémien anche quando spiegava la teoria della Relatività. Quando ricevette il Nobel nel 1921 festeggiò dando un concerto con il suo violino per i suoi amici con i quali aveva fondato l’Accademia Olimpia per sviscerare e discutere di scienza e filosofia, che per lui andavano sempre a braccetto». Le persecuzioni antisemite lo avevano emotivamente prostrato per anni. Come è reso questo aspetto della sua esistenza nella miniserie? «Genius non è un lavoro specificatamente politico. Einstein fu sempre contro ogni regime totalitario e basta ricordare che quando fu invitato nel 1927 a partecipare in Italia al Congresso Internazionale dei Fisici rifiutò per la sua opposizione alla politica di Mussolini».

Chissà cosa penserebbe Einstein di tutta la tecnologia che ci gira intorno… «Aveva previsto il nostro mondo di oggi high-tech — conclude Rush —. Ma seppe dare alla scienza e alle sue scoperte anche una dimensione poetica. Per me entrare nel suo spirito è stato certo più arduo che cercare di somigliarli fisicamente. D’altro canto, mi sento un trasformista. Ho appena interpretato, diretto da Stanley Tucci il film Final Portrait in cui sono Alberto Giacometti, pittore e scultore, un uomo che in modo diverso da Einstein, ma come lui, ha voluto per tutta la sua vita, con la curiosità di un bambino, creare e scoprire».

(Nella foto Geoffrey Rush)