Pubblicato il 23/04/2017, 16:01 | Scritto da La Redazione

Ana Caterina Morariu: «Il pubblico ama le nostre storie»

«Lavorare con Licia Maglietta è la realizzazione di un sogno. Tra donne intelligenti, la solidarietà esiste in ogni ambito».

 

Rassegna Stampa: Libero, pagina 27, di Antonella Luppoli

 

Da «Sorelle» a «Tutto può succedere»: la regina delle fiction

«SONO UNA MORTA FORTUNATA»

Ana Caterina Morariu: «Il pubblico ama le nostre storie»

 

Il grande pubblico ha amato la sua Lara in Squadra Antimafia. Da allora Ana Caterina Morariu ne ha fatta di strada. Tutti i giovedì alle 21.10 su Rai1 – prima con Sorelle ora con Tutto può succedere 2 – è uno dei volti di riferimento della fiction italiana. Come si evolverà il personaggio di Giulia in Tutto può succedere 2? «Ha fatto pace con se stessa: è rimasta un bravo avvocato ma è diventata anche una brava mamma. È tenero il rapporto che ha con la figlia Matilde. In questa stagione, andrà alla ricerca del suo essere donna». Un tema collegato alla maternità è l’affidamento, quindi l’adozione. È favorevole a questo tipo di scelta? «Personalmente non ci ho mai pensato. Quando ero più piccola, ospitavamo a casa dei bambini russi durante le vacanze ed era bello. Ma bisogna essere consapevoli anche dei rischi». Nel cast di Tutto può succedere 2 ci sono molte donne. Tra attrici esiste la solidarietà femminile? «Lavorare con Licia Maglietta è la realizzazione di un sogno. Tra donne intelligenti, la solidarietà esiste in ogni ambito». La prima puntata ha fatto il 18% di share, quasi 3 punti in più rispetto alla prima stagione. Perché? «Il pubblico ha bisogno di normalità ed evasione e poi ci aspettava». Una fiction che celebra la famiglia tradizionale, è il suo ideale? «Sì, la mia famiglia è un po’ come quella dei Ferraro: ci scambiamo consigli e siamo molto uniti». Sorelle ci ha tenuto con il fiato sospeso per settimane, come ha fatto a mantenere il segreto? «La mia famiglia e i miei amici hanno provato a corrompermi per sapere in anticipo chi era l’assassino di Elena, ma non ho ceduto (ride, ndr)». Lo sa che l’epiteto «Eleenaaa» è diventato un cult in Rete? «Sì, in queste settimane per strada e anche tra colleghi è stato un continuo chiamarmi. All’inizio era quasi preoccupante, poi mi è piaciuto stare al gioco». Perché ha detto sì a un progetto in cui la morte del suo personaggio è avvenuta quasi subito? «Ho adorato Elena dalla prima volta che ho letto il copione: la ami pur non vedendola troppo. Mi sono affidata a Cinzia Th Torrini per calarmi nella parte: lei immagina perfettamente i personaggi e li sa trasmettere». E sul set come è andata? «Con Anna Valle avevamo già lavorato insieme e ritrovarci è stato bello, Loretta Goggi è una maestra, attenta e precisa. Giorgio Marchesi invece un amico: insieme alla compagna Simonetta Solder mi hanno sostenuta in quest’avventura». Ci sarà un’altra stagione? «Non so ancora, nel caso mi piacerebbe molto esserci, anche se non so cosa dovranno inventarsi gli sceneggiatori (ride, ndr)». Si dice che la fiction di Rai1 sia guardata da un pubblico anziano, le dispiace? «No. Le nonne portano davanti alla tv figli e nipoti, cioè tutta la famiglia. Bene così». Altra obiezione mossa alla fiction Rai è che ci sono sempre gli stessi attori, è un demerito? «È vero, come sono sempre gli stessi quelli del grande schermo: sarà per questo che la gente in Italia non va al cinema? Il successo di una fiction dipende più dalla storia che dagli attori». Cosa guarda in tv? «Preferisco ascoltare la radio. Comunque, in tv di solito guardo le serie straniere. In questo periodo House of Cards». Le piacerebbe vestire i panni di una donna cattiva come Claire Underwood? «Molto. Più un personaggio è lontano dal proprio modo di essere, più è divertente interpretarlo». Un sogno nel cassetto? «Lavorare con Meryl Streep».

 

(Nella foto, Ana Caterina Morariu)