Pubblicato il 21/04/2017, 13:31 | Scritto da La Redazione
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Web e Telco all’attacco delle pay Tv europee

Web e Telco all’attacco delle pay Tv europee
Le televisioni a pagamento tradizionali accusano una flessione di ricavi e di abbonati nell'ultimo anno, con la concorrenza dei giganti del web comincia a farsi sentire in tutta Europa. Così Andrea Biondi su "Il Sole 24 Ore".

Telco e web spiazzano la pay-tv europea

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, di Andrea Biondi.

Un settore in stagnazione da anni. Dal 2012 in poi l’asticella ha comunque, seppur di poco, puntato verso l’alto. Negli ultimi dodici mesi il trend si però è invertito. E così, guardando ai cinque principali Paesi europei (Italia, Germania, Spagna, Francia, Uk), all’appello mancano 200mila clienti.

In percentuale è poca roba visto che, stando alle elaborazioni di e-Media Institute, si passa da 38,2 milioni a 38 milioni di abbonati. A ogni modo, la gran parte degli analisti concorda nel ritenere la pay tv tradizionale ormai posizionata su un inevitabile piano inclinato, schiacciata da un clima economico che in alcuni Paesi – Italia in testa – non favorisce, ma anche dalla concorrenza crescente delle telco e delle offerte di tv via internet: da Netflix, ad Amazon, a Now Tv (presente anche in Italia come Infinity, Chili Tv, TimVision, Vodafone Tv e via dicendo).

La pay tv per come l’a si è intesa sinora appare sempre meno come la tv del futuro se si pensa che, anche guardando a un’altra area, quella dell’Europa dell’Est, l’ultima analisi di Digital Tv Research prevede una perdita di 1 milione di abbonati per il settore della tv pay tradizionale da qui a cinque anni. Anche negli Usa gli abbonamenti ai servizi di pay tv alla fine dello scorso anno si sono attestati a 93 milioni, contro i 95 del 2011.

Certo, è vero che ci sono Paesi come Svezia, Svizzera o Belgio in cui l’offerta classica di tv a pagamento in pratica raggiunge ogni famiglia. Dall’altra parte però è anche vero che ci sono Paesi, come Italia o Francia, in cui il comparto pay sta mostrando più di qualche scricchiolio. Sky in Italia ha aumentato i ricavi e triplicato la redditività operativa, ma con numeri ancora bassi mettendo in relazione giro d’affari e profitti. E gli abbonanti comunque nell’ultimo trimestre hanno frenato, dopo cinque di crescita. Il competitor, Mediaset Premium, ha pagato dazio agli alti costi per assicurarsi i diritti della Champions league nel 2015-2018 ma anche, in quest’ultimo anno, alla contesa fra Mediaset e Vivendi. Uno scontro generato dal rifiuto dei francesi di tener fede alla promessa di acquisto della piattaforma.

Quest’anno Mediaset prevede per Premium ricavi tra i 630 e i 640 milioni, in equilibrio con il recente passato come è stato affermato l’altroieri nella conference call sui conti 2016 del gruppo Mediaset. Ovviamente occorrerà vedere come la piattaforma del Biscione uscirà dalle prossime aste per i diritti del calcio. L’approccio sarà «opportunistico» è stato detto negli ultimi mesi. Si vedrà. Di certo inizia ad apparire sempre più chiaro che difficilmente è da considerare sostenibile la presenza di più di un operatore pay tradizionale per Paese.

In Francia Canal+ anche nel 2016 ha proseguito nel suo trend al ribasso (-6,1% il fatturato e un altro mezzo milione di abbonati in meno scesi a 5,25 milioni, dopo i 300mila persi nel 2015). Gli abbonati totali (11,5 milioni) sono in aumento solo perché sale il dato dei sottoscrittori fuori dalla Francia, cui si aggiungono i 2,9 milioni di clienti Free e Orange. La pay tv di casa Vivendi continua comunque ad affrontare una crisi pluriennale sulla quale ha evidentemente impattato anche la presenza di Bein Sports, che nel giugno 2016 aveva annunciato di aver superato i 3 milioni in Francia, La rivista Capital aveva consultato i bilanci di 4 esercizi dal 2012 al 2015 per la tv del Qatar, da cui sarebbero emerse perdite superiori al miliardo.

Stabilità sostanziale negli abbonamenti c’è anche in Uk per le offerte tradizionali di Sky e Virgin Media che comunque devono fareb i conti con la pressione di BT. Dove si vedono ampi incrementi negli abbonati è nell’area di Germania e Austria di Sky: 400mila sottoscrittori in più passati in un anno da 4,567 milioni a 4,930. Quello tedesco però è un caso, dovuto a un mercato ancora giovane, molto legato alle offerte del calcio e con un ricavo medio per cliente più basso (35 euro contro i 42 in Italia e i 45 in Uk e irlanda di Sky). Sul mercato spagnolo, infine, a fare la voce grossa sono le telco, che hanno in mano l’intero mercato della pay. In testa Telefónica-Movistar con 3,657 milioni di abbonati alla pay tv contro i 3,671 del 2015. A crescere dall’altra parte sono Vodafone (1,28 milioni, con 78mila sottoscrittori in più nell’ultimo trimestre) e Orange, con 507mila abbonati nel 2016 (+66%).