Pubblicato il 12/04/2017, 16:04 | Scritto da Tiziana Leone

Morgan e quel nome preso in prestito da un corsaro giamaicano

Morgan e quel nome preso in prestito da un corsaro giamaicano
Dall'intervista a "Max" al Festival di Sanremo, da "X Factor" ad "Amici", fino a quando il dannato Morgan potrà abusare dalla pazienza nostra?

Ancora una volta Morgan è al centro di polemiche. Stavolta per l’addio travagliato ad Amici di Maria De Filippi. Ma la sua storia parla da sé. A cominciare dal suo nome d’arte

Lo conoscono tutti, Morgan. Ma nessuno, o quasi, ricorda una sua canzone, un brano di successo, un Occidentali’s karma qualunque. Perché di Morgan basta il karma. La sua vita da artista maledetto ha segnato più pagine di gossip che spartiti musicali, nonostante gli studi al conservatorio quando era ancora solo Marco Castoldi. La sua cultura musicale è estesa almeno quanto le foglie di marijuana che gli hanno rovinato la vita. Non per esserle fumate, ma per averlo dichiarato. Così ha detto appena pochi giorni fa, prima che Maria De Filippi lo salutasse: «L’intervista poco prima di Sanremo mi ha rovinato la vita. Mi hanno tolto una figlia, una vita, la casa, tutto. Prima di quell’intervista quando parlava Morgan lo ascoltavano tutti, ero una specie di guru, dopo quell’intervista ero solo un drogato».

Quell’intervista è datata 2010, quando il cantautore era già nel cast ufficiale del Festival di Sanremo con il brano La sera: al mensile Max dichiara di usare la droga come antidepressivo. Vengono giù tutti i santi. Con il seguito di cariche politiche pronte a dilaniare Rai 1 se avesse ospitato sul sacro palco del Festival nazional-popolare per eccellenza un drogato che ammette di esserlo. Non basta il mea culpa, non servono le scuse, Morgan in quanto drogato se ne stia lontano da qualsiasi festival che comincia con «San». È quell’intervista il vero spartiacque, perché oltre a segnargli una carriera che al Festival cercava rilancio e visibilità, gli ha disintegrato l’unione con Asia Argento, madre di sua figlia Anna Lou, passata immediatamente dal ruolo di figlia, a quello di palla pazza che rimbalza da un tribunale a un altro.

Un ruolo piuttosto complicato per una ragazzina, ma necessario per dimostrare alla giustizia che lei, la mamma, non esattamente un esempio di sobrietà aveva comunque il karma positivo e lui, il papà, fatto e drogato il karma se l’era già fumato la sera prima. Così il tribunale decide che la palla pazza deve restare a rimbalzare a casa della madre, che nel frattempo trova l’amore in un regista, lo sposa e dal chiodo passa ai cappottini di cachemire. Mentre Morgan continua a truccarsi e mettersi il rossetto.

La sua resurrezione mediatica arriva grazie a una croce, quella di X Factor che lo renderà vincente per cinque edizioni, anche se Morgan continua a trascinarsi dietro la sua fama di dannato. Ogni anno in più al talent di Sky è una condanna per la sua creatività: non lo sopporto più, non fa per me, è un mondo falso, la tv mi fa schifo. Eppure l’anno dopo è ancora lì, seduto accanto a Simona Ventura o ad Arisa, donne che per Morgan meritano una stima pari allo zero assoluto. Ma Sky paga. Soldi. Il motore che l’ha spinto a lavorare tanto in tv. Lo ha detto sempre lui, in un’altra dichiarazione di pochi giorni fa, giusto prima dell’arrivederci e grazie di Maria. «Lavoro in tv perché i miei commercialisti non hanno pagato migliaia di tasse senza che io lo sapessi. Sono pieno di debiti, che devo pagare io e non loro».

Così ora anche Morgan come uno Scajola qualunque è entrato di diritto nel club di coloro che il mondo gira a loro insaputa. A sua insaputa o meno, ha avuto problemi di liquidità anche con Sky, accusata di non pagare, se non fosse che gli onorari finivano prima sul conto dei creditori. Per otto anni hanno digerito le sue assenze, i suoi ritardi, la sua mancanza di connessione con il mondo esterno, le sue dichiarazioni di guerra contro tutto e tutti. Persino la seconda figlia Lara, nata dalla relazione con Jessica Mazzoli, giovanissima concorrente del talent è passata senza troppo clamore. Così come il suo ritorno al Festival di Sanremo con il suo storico gruppo i Bluvertigo, band di cui molti ricordano il nome, ma nemmeno una canzone, la maledizione di Morgan.

Poi è bastato. E dopo l’addio a X Factor è arrivata Maria De Filippi, cui Morgan aveva dato della «stronza», cattiva come tanti che lavorano in tv. Prima gli ha offerto la poltrona di giudice di Amici, convinta che l’arte di Morgan sapesse scavalcarne il karma. E così è stato. Poi incautamente ha pensato che l’artista fosse in grado di gestire un gruppo di giovani aspiranti artisti e gli ha affidato il ruolo di coach della squadra dei Bianchi nell’edizione di quest’anno. Un’edizione non particolarmente felice, costretta a piegarsi alle rumbe della rivale Milly Carlucci, pronta a sbranare Maria e tutti i suoi Amici, togliendole il primato degli ascolti del sabato sera.

Somma tragedia. Le sfuriate di Morgan non sono bastate a tenere testa al grido di dolore di Giulia De Sio, il suo karma evidentemente non serve nemmeno più a tirare su fondamentali punti di share, l’unica ragione di vita della tv generalista del sabato sera. Così ciao ciao Morgan, il cui nome d’arte è ispirato al corsaro Henry Morgan, governatore della Giamaica. Casualmente della Giamaica.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Morgan)