Pubblicato il 19/03/2017, 16:07 | Scritto da La Redazione

Cinema, cabaret e tv per Claudio Bisio: 60 anni tutti da ridere

Conduttore di programmi di successo, da Zelig a Le Iene a Striscia La Notizia fino Italia’s got talent

 

 

Rassegna Stampa: Il Tempo, pagina 29, di Angela Di Pietro

 

Il Compleanno

II simpatico attore alla guida di «Italia’s Got talent»

Cinema, cabaret e tv per Claudio Bisio 60 anni tutti da ridere

 

Il diciannove marzo è giorno in cui si festeggiano San Giuseppe ed i papà, si sfornano le zeppole e si omaggia Claudio Bisio. Quest’anno poi, l’attore e cabarettista originario di Novi Ligure compie sessant’anni. Doppia ricorrenza, dunque: come uomo nato il 19 marzo 1957 e come padre (felice) di Alice e Federico. Complicato inquadrare l’artista, che si muove con l’abilita di un equilibrista tra l’impegno e la risata nazional popolare, tra le contemplazioni estetiche di Gabriele Salvatores ed il clima festaiolo di film campioni d’incasso come «Benvenuti al Sud», (20 milioni di incasso). Più cabarettista che comico, più anchorman che umorista, diffusore di una ipotermia solo esteriore, perché sotto il ghiaccio, s’intuisce una personalità che ribolle di creatività e saudade. Claudio Bisio insomma è l’uomo che non ti aspetti: uno che da piccolo voleva fare il pagliaccio e che si è avvicinato alla laurea in Agraria. La star televisiva che sogna di recitare con Bellocchio o l’amico Salvato-res, il sognatore che produce olio (sessanta ulivi) per la famiglia e gli amici ma sogna di vendemmiare e creare un vino. Qualche cenno biografico: a due anni si trasferisce con la famiglia a Milano: più tardi, studente del Liceo Scientifico «Luigi Cremona» di Milano, diventa attivista di Avanguardi a Operaia. Già da allora dicotomico: la politica da una parte, il teatro dall’altra, al centro sociale Leoncavallo. Il gruppo di Comedians facente capo a Paolo Rossi e a Gabriele Salvatores, gli aprirà la strada alle prime apparizioni sul palcoscenico e sul piccolo e grande schermo. Infatti Bisio apparirà nel 1990 nel videoclip della canzone Megu Megun di Fabrizio De Andrè per la regia dello stesso Gabriele Salvatores. L’altro perno alla base della sua attività è il palcoscenico dello Zelig, localino alternativo nella prima periferia nord milanese, che Bisio contribuirà nel tempo a rendere un luogo di culto. Tra gli attori preferiti del già citato Salvatores, che lo vorrà nei suoi film (anche in quel «Mediterraneo» che vincerà l’Oscar), ha recitato per Monicelli, Risi e Giuseppe Bertolucci. ha partecipato tra l’altro anche a «Natale a New York». In televisione ha spopolato in modo continuativo ma mai deflagrante, nel corso degli ultimi trent’anni. Esordio con «Zanzibar», quindici anni di conduzione di «Zelig» e poi «Le Iene», «Striscia la Notizia», «Mai dire gol», «Italia’s Got talento. Ai programmi televisivi alterna il teatro ed il doppiaggio nel quale diffonde la sua camaleontica verve artistica. Due titoli per tutti: L’era glaciale (tutta la saga) e Hotel Transilvania. Della sua vita privata si sa poco: sposato dal 2003 con Sandra Bonzi, ha due figli dei quali è orgoglioso. Dà l’idea di una occulta timidezza dietro la sfrontatezza del teatrante consumato: anche di una determinazione fuori dal comune, che gli tiene piantati i piedi per terra pur consentendogli di guardare verso le stelle. Di sé racconta con l’allegrezza del biografo scafato, gli aneddoti biografici che rivelano i palpiti di un cuore indomito: gli autografi che chiedeva da ragazzino ai componenti del clan Celentano, che vedeva nel quartiere di Milano in cui abitavo sia lui che il molleggiato, l’episodio del parrucchino che gli fu consigliato quando, da giovane, fu afflitto da una calvizie precoce ed al quale rinunciò subito perché voleva mostrarsi al pubblico per quello che era. Come padre avrebbe voluto essere più amico, ma in fondo in fondo è fiero del rapporto creato coi figli, cresciuti in una famiglia unita. A Bisio non si può non riconoscere la professionalità e quel particolare talento che gli consente di poter maneggiare pietre bollenti o diamanti senza fare una piega. Più difficile incasellarlo in una categoria artistica, affidargli una vocazione specifica, che ne esalterebbe forse le belle luci espressive ancora da approfondire, nonostante il suo curriculum prestigioso e le prove superate con efficacia.

 

(Nella foto, Claudio Bisio)