Mediaset-Vivendi: Banca Imi suggerisce di trovare un accordo al più presto
Mediaset-Vivendi: Gaetano Miccichè auspica un accordo
Rassegna stampa: Milano Finanza, di Francesco Gerosa.
Nel contenzioso in atto fra Mediaset e Vivendi è meglio trovare un accordo. È quanto ha auspicato oggi Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi (Intesa Sanpaolo), advisor della società del Biscione insieme a Unicredit nella diatriba con i francesi. «Penso sempre che quando vi è una situazione di stallo di gruppi industriali è meglio che si trovino degli accordi, perché poi credo che un accordo sia sempre nell’interesse delle aziende», ha detto Miccichè a margine del convegno Italia-Russia. Miccichè ha aggiunto: «Questo fa parte di uno stile della mia banca e personale, che è quello di favorire gli accordi. Non possiamo parlare di società quotate, posso fare solo auspici». I francesi hanno il 29,9% dei diritti di voto di Mediaset , mentre è in corso una causa a seguito del mancato acquisto della pay tv Mediaset Premium da parte di Vivendi .
Il mercato è in attesa che l’Agcom stabilisca se la contemporanea presenza in Telecom Italia e in Mediaset del gruppo Vivendi , presieduto da Vincent Bolloré, violi le disposizioni del testo unico delle comunicazioni. All’Autorità presieduta da Marcello Cardani manca solo l’audizione dei francesi, che senz’altro ci sarà entro fine mese, per completare il quadro formativo dell’istruttoria aperta su Vivendi . Magari in tempo utile per il 21 marzo quando si terrà la prima udienza in Tribunale per il mancato rispetto del contratto su Mediaset Premium da parte del colosso media francese. A Piazza Affari al momento il titolo Mediaset segna un calo dello 0,41% a quota 3,84 euro. Ieri la società ha tranquillizzato i sindacati: il Cfo Marco Giordani ha, infatti, escluso tagli strutturali o trasferimenti del personale. Il piano industriale del gruppo prevede risparmi per 123 milioni di euro, ma non è stato specificato come saranno ottenuti. Inoltre, il Cfo ha confermato che la società parteciperà alle prossime gare per i diritti del calcio con un approccio opportunistico.
Come promemoria, la prima sarà per i diritti della Champions League (a fine aprile), mentre la seconda per la serie A è attesa prima dell’estate. «Durante la presentazione del nuovo piano strategico nel mese di gennaio, il management di Mediaset aveva già evidenziato che la nuova Mediaset Premium si sarebbe focalizzata sui canali non sportivi, adottando un approccio opportunistico per i diritti del calcio al fine di creare un business sostenibile», ricordano gli analisti di Mediobanca Securities. La pay-tv senza i diritti del calcio rappresenta lo scenario base di Mediobanca e questo si traduce in una forte riduzione dei costi nel periodo (quasi 900 milioni di euro al 2020, anche grazie ai risparmi organizzativi dove storicamente il track record della società è alto). «I nostri numeri mostrano anche un calo dei ricavi da abbonamenti a 80 milioni di euro, supponendo senza il calcio 500 mila utenti e un ricavo medio per utente a elevata singola cifra. Inoltre, abbiamo assunto che i circa 100 milioni di euro di ricavi pubblicitari legati alla pay-tv si ridurranno alla luce della diminuzione dei telespettatori», precisano gli analisti di Mediobanca che sul titolo Mediaset mantengono un rating neutral e un target price a 4,20 euro.
E’ invece alla controllata spagnola, Mediaset Espana (-1% a 11,06 euro alla borsa di Madrid), che guardano oggi gli analisti di Banca Akros in vista dei risultati del quarto trimestre 2016 il prossimo 23 febbraio. Gli esperti si attendono ricavi deboli (a 279 milioni di euro, -6,1% anno su anno) a causa del contratto perso con Movistar+, di minori ricavi nei film e della sottoperformance di Mediaset Espana rispetto al mercato pubblicitario televisivo spagnolo. Mentre il margine della pubblicità crescerà un po’, ma decelerando.
L’ebitda rettificato del quarto trimestre è visto scendere del 28,9% a 55,6 milioni di euro coun un margine al 19,9% (era pari al 26,3% nello stesso periodo del 2015). L’utile netto dovrebbe contrarsi del 29,6% a 36,8 milioni di euro, ma nell’intero esercizio è atteso a 173,4 milioni di euro, +4,3% rispetto ai 166,2 milioni del 2015. E con una posizione di cassa netta attesa a fine 2016 al di sopra delle previsioni (160,8 milioni di euro), Banca Akros non esclude che i numeri di Mediaset Espana possano sorprendere positivamente in termini di remunerazione agli azionisti con un dividendo elevato (90% il pay-out previsto, ma potrebbe anche essere più alto). Gli analisti della banca d’affari hanno stimato sul bilancio 2016 di Mediaset Espana un dividendo di 0,46 euro per azione (yield del 4,1%, 0,48 euro per azione nel 2015) e lo vedono salire a 0,50 euro per azione sul bilancio 2017. In aggiunta, «verrà rilasciata la nuova guidance sui costi nel 2017, possibilmente più bassa anno su anno a causa dell’assenza dei campionati europei», precisano gli analisti di Banca Akros che oggi hanno comunque rivisto al ribasso le loro stime su Mediaset Espana e, considerando che l’azione è aumentata del +15,5% negli ultimi tre mesi in scia alla possibile opa di Vivendi sul suo principale azionista, Mediaset , hanno limato il target price del titolo da 13,40 a 13,20 euro, ribadendo il rating accumulate.
(Nelle foto le sedi Mediaset e Vivendi)