Pubblicato il 10/02/2017, 17:34 | Scritto da La Redazione

Sanremo – Gruppo d’ascolto under 25: Ermal Meta e Paola Turci da brividi

I ragazzi di Radioluiss danno i voti alla terza serata del Festival: davanti a tutti Ermal Meta e Paola Turci

Serata cover come sempre tra le più attese del Festival di Sanremo, visto che si ha la possibilità di intrecciare ricordi del passato a diversi interpretazioni saziando improbabili «What If…?». Con 26 canzoni da portare sul palco gli ospiti interessanti sono molto pochi e si punta più sul sociale, non mancano però un Mika da Libro cuore e le diverse coppie: Giallini e Gassman per il cinema, Luca e Paolo per le risate, Anuchka Delon e Annabelle Belmondo per gli occhi (e la loro gioia). Il bollettino di guerra vede cadere Valeria Farinacci e uno sfortunato Pini tra i cadetti, mentre Raige & Giulia Luzi escono sconfitti insieme ai compagni di duetto Nesli & Alice Paba.

Maldestro voto 5,5: la vittima è Federica, l’imputato la canzone e l’accusa è di essere troppo insipida, quantomeno per poter tenere testa alla voce dirompente di Valeria e all’anima da rockstar di Lele. Graziato.

Tommaso Pini voto 6,5: voce femminile, voce particolare, voce fastidiosa. Spacca il pubblico in tre fazioni, ma la canzone sembra non convincere proprio tutto il pubblico di Sanremo. Peccato, perché il brano è canticchiato più o meno da tutti in Sala Lucio Dalla e se entra in testa ai radiofonici Tommaso potrà piangere su un bell’assegno. Cameriere, un altro.

Valeria Farinacci voto 6,5: la perfetta ragazza perfetta dovrà pagare una bella parcella al dentista, visto che con la sua voce così potente rischia di far saltare l’apparecchio ai denti. La cantante umbra resta perfettamente anonima finché non prende il microfono in mano. Clark Kent.

Lele voto 7: bisogna rassegnarsi a dire la fatidica frase: «vince lui». Ha presenza scenica, è bravo, ha carattere, la voce c’è, la canzone è la più interessante tra quelle in gara, ieri c’era Keanu Reeves, ma oggi è lui il prescelto. Bundle.

Chiara voto 6,5: ottimo ri-arrangiamento da parte del Maestro Pagani di Diamante. La canzone è insidiosa, ma la professionalità non la tradisce. Il risultato è una prestazione molto sopra la sufficienza, ma non raggiunge l’optimum perché il suo essere priva di errori tecnici non basta a rendere la performance all’altezza della musica. Raccomandata.

Ermal Meta voto 9: tecnicamente la cover di TerraMia è da 11, ma il tutto risulta pesante alle orecchie meno educate e dove la critica vede picchi di eccellenza il pubblico conta le pecore. Comunque Meta si riconferma tra i favoriti per la sua autenticità interpretativa E infatti vince la gara delle cover. Film francese.

Lodovica Comello voto 6: prende punti per il coraggio di portare un pezzo di Mina, Mille bolle blu, altri punti li prende per la scelta azzeccata visto che l’aria sbarazzina della canzone si sposa perfettamente con il sorriso innocente, ma non troppo, dell’ex cantante Disney. Nel complesso e anche a causa della coreografia sembra di aver sbagliato canale, ma la canzone è un grande classico, sempre orecchiabile. A differenza di Mina però che la interpretava con leggerezza, lei rimane superficiale. Principessa.

Al Bano voto 6,5: sembra il nonno materno che stimi da quando sei piccolo, è sempre bravo anche se la canzone non piace ai puristi, Pregherò, bisognerebbe prendersela con Celentano, ma nessuno ne ha voglia. La scelta può far discutere, ma sull’esecuzione nulla da dire. Anzi: anche se non è la voce più adatta e questa non è certo la migliore versione del pezzo, Al Bano non è nemmeno da eliminazione. Capofamiglia.

Fiorella Mannoia voto 7,5: «Ca va sans dire», non osa, infatti è piuttosto avvezza al pezzo che porta live più o meno sempre: Sempre e per sempre. Ma nella serata cover non è certo l’originalità a essere un criterio imprescindibile. Consigliato certo, ma non fondamentale. Tecnicamente porta a spasso tanta gente con polmoni ben più giovani dei suoi e con l’aggiunta di un filtro seppia l’intera scena sarebbe potuta essere collocata a metà di un film nostalgico sull’America anni ‘20. Bordata d’applausi in sala stampa e non ci sentiamo di dissentire. Bonciboncipopopo.

Alessio Bernabei voto 5: è praticamente la quarta volta in due edizioni di Festival che porta sempre la stessa canzone cambiando solo il titolo; sempre bravo, sempre pulito, sempre pettinato, ma fa lo stesso effetto dei torrent tarocchi. Emule.

Paola Turci voto 8: stesso outfit, stesso sguardo fiero e pronto a sfondare ogni barriera tra lei e l’obbiettivo. È sicuramente tra le cover più attese, Un’emozione da poco, e non delude le aspettative. Forse ha una piccola incertezza sul finale, ma la gente in sala ha capovolto i tavoli. E questo basta. Bella, energica e con una voce importante è sicuramente (almeno) da podio. La chiamavano Jeeg Robot.

Gigi D’Alessio voto 6: l’immensità, le stelle, i sentimenti e la malinconia la fanno da padroni, ma forse stavolta non bastano. Don Backy non sarà entusiasta, ma nemmeno disgustato. Però L’immensità al piano è meritevole di plausi. One Man Band.

Gabbani voto 7,5: la canzone, Susanna, è nelle sue corde, lo stile è il suo ed è chiaro che si diverte sul palco. Comunque un artista divertito è un’artista divertente e la sua esplosione di buonumore lo rende necessariamente un favorito dal pubblico. Certo che questi maglioncini però… Furbetto.

Marco Masini voto 7: abbiamo appurato che quest’anno le scelte facili non gli piacciono; ha perso la forza emotiva di un tempo, ma ci sa ancora fare. Prova di orgoglio e premio per la scelta di Minchia, signor tenente. Gli occhi lavorano molto meglio della voce. Minchia signor cantante.

Michele Zarrillo voto 6,5: la seconda cover di cover di Se tu non torni, praticamente sembra di star vedendo un film doppiato e sottotitolato. Forse un paio di stecche fanno cadere la ciliegina dalla torta, ma tutto sommato il lavoro è buonissimo. Usato sicuro

Elodie voto 6,5: brava, brava. Veramente niente da ridire su una ragazza che fa la cover di un brano molto duro da eseguire e difficile da onorare, Quando finisce un amore, ma si fa trovare pronta e ci mette anche del suo. Aggiunge una scarica emotiva impossibile da fingere. Guai in paradiso?

Samuel voto 4,5: l’avevamo premiato per aver mantenuta intatta l’anima dei Subsonica nella prima esibizione, ma stavolta non riesce a mettere né del suo, né del loro, né riesce a far respirare il brano originale, Ho difeso il mio amore. Mister X.

Sergio Sylvestre voto 6: forse non è la più entusiasmante delle esibizioni, ma la scelta concettuale è ironica di Vorrei la pelle nera e fa chiudere un occhio. La sorte non sorride a Sergione, che nonostante il bel featuring con i Soul System viene penalizzato da problemi tecnici. Continua a cadere in piedi. Gatto nero.

Fabrizio Moro voto 7: la canzone è un capolavoro immortale e l’abitudine del pubblico a sentire la voce di De Gregori che intona La leva calcistica della classe ‘68 lo fa partire da -1. Però poi si rilassa, c’è l’emotività che solo lui è in grado di trasmettere. Fabrizio c’è e lotta bene. Fabrizio paura non ne ha.

Michele Bravi voto 7,5: così giovane, ma così vecchio stile. Se ha vinto X Factor a 19 anni ha tutte le carte in regola per portare Battiato sul palco dell’Ariston con La stagione dell’amore. La cover è molto meno intensa dell’originale e nonostante questo convince. Piccolo lord.

Ron voto 4: si pensava che forse a un secondo ascolto… E invece no.

Raige e Giulia Luzi voto 7: meritano la salvezza e rimettono un po’ di pepe nella gara. Togliamoci la noia.

Bianca Atzei voto 5: il brano fa tenere il tempo con il piede, ma non basta ancora. Retrò.

Clementino voto 6,5: ancora forte della bella impressione fatta oggi in sala Lucio Dalla stasera l’MC di Napoli si supera. Ragazzo dentro.

Giusy Ferreri voto 5,5: non crede fino in fondo nella canzone. Rabbiosa.

Nesli e Alice Paba voto 3: non anima nemmeno gli estimatori più convinti del martedì. Non necessari.

Leggi qui i voti della prima serata e della seconda.

 

A cura di www.radioluiss.it Andrea Giachi, 25 anni, specializzando in International Relations; Elena De Santis, 22 anni, studentessa di Scienze Politiche; Edoardo Santarsiero, 20 anni, studente di Politics, Philosophy and Economics; Mira di Chio, 19 anni, studentessa di Politics, Philosophy and Economics; Lorenzo Tawakol, 21 anni, studente di Economia e Management.

 

(Nella foto Ermal Meta)