Pubblicato il 21/01/2017, 18:01 | Scritto da La Redazione

Amore, mamme e ballate tradizionali. A Sanremo i big (e Conti) non rischiano

Amore, mamme e ballate tradizionali. A Sanremo i big (e Conti) non rischiano
Il conduttore svela i brani del Festival e conferma l'arrivo di Crozza: «Ci sarà tutte le sere». Così Andrea Laffranchi sul Corriere della sera.

Forti e irriverenti non sembrano invece le 22 canzoni

 

 

Rassegna Stampa: Corriera della Sera, pagina 49, di Andrea Laffranchi

 

Amore, mamme e ballate tradizionali

A Sanremo i big (e Conti) non rischiano

Il conduttore svela i brani del Festival e conferma l’arrivo di Crozza: «Ci sarà tutte le sere»

Chi osa di più Tra le canzoni meno scontate quelle di Samuel e della coppia Raige-Giulia Luzi

 

Ci sarà Crozza. Un po’ meno le canzoni. Conti svela i brani di Sanremo in anteprima (solo per la stampa e guai a chi registra o scatta foto ai testi) e conferma di essere uomo più attento alla costruzione dello spettacolo che alle scelte musicali. Nel 2016, per dire, Auditel alle stelle e 2-3 sanremesi al massimo nei primi 100 dell’anno nelle classifiche di album, singoli e passaggi radio. Così, dopo il colpaccio De Filippi, con Crozza il Festival delle larghe intese abbraccia anche Discovery. «Ci sarà tutte le sere, farà una specie di copertina, un intervento comico forte e irriverente», dice Conti. Forti e irriverenti non sembrano invece le 22 canzoni. Si va sul facile, non perché si parli quasi ovunque di amore, ma perché abbondano le metafore meteo e le categorie astratte dello spirito. Scarseggia il racconto. E nei suoni vince la ballad con abuso d’orchestra. Pochi gli iscritti alla categoria suoni del 2017. Premio contemporaneità a Samuel, voce dei Subsonica al debutto solista: «Vedrai» è electro-pop di sostanza. Ermal Meta dedica «Vietato morire» alla mamma che lo portò via dall’Albania: chitarre pop e allegre contrastano con la storia (il testo migliore) di una famiglia dove il padre alza le mani. Anche Gigi D’Alessio si rivolge a mammà: lei non c’è più, ma il sentimento si diluisce in un minestrone dove entrano anche fecondazione artificiale e migranti. All’annuncio del cast Fiorella Mannoia era fra i favoriti per i bookmaker. Sensazione confermata senza contare il peso che avrà la sua interpretazione dal vivo. Si è trovata fra le mani di meglio rispetto al messaggio buonista di «Che sia benedetta», ma la caccia alla ciliegina sulla carriera è aperta. Carriera all’ultima spiaggia invece per Chiara che si è affidata a un signore dei suoni come Mauro Pagani per dare eleganza alla sua ballad. Adesso tocca e lei non sparire, come in passato, sul palco. Francesco Gabbani, vincitore fra i Giovani 2016, replica la formula freschezza: «Occidentali’s Karma» farà ballare con tastiere anni 8o e un testo filastrocca fra citazioni filosofiche e satira sulla società al tempo dei social. La coppia Raige-Giulia Luzi, rapper e attrice della serie «I Cesaron», è incontro fra hip hop e pop, l’arrangiamento rischia con beat e chitarre slide, l’amore è sullo sfondo, ma vuoi mettere il sesso senza troppi pensieri? Marco Masini al Festival sbaglia raramente: qui si mette alla prova con l’elettronica e con un’autobiografia per immagini, quella caduta da bambino, il vizio del fumo, le auto-citazioni. Giusy Ferreri piacerà alle radio, contemporaneità e profumi western, ma il testo vince il premio banalità. Paola Torci fa il ritratto di una donna che col passare degli inverni si sente sempre più sicura. Ron gioca di esperienza con una classica ballad. Dal rap ci si aspetta il graffio, non per forza violento, invece Clementino sceglie una strada più melodica (canta pure) e morbida anche nelle rime. Fabrizio Moro ha un pianoforte che cita, senza la stessa ispirazione, «La cura» di Battiato. Il gigante buono di «Amici», Sergio Sylvestre, chiede una mano a Giorgia per il testo, ma sembra un pezzo pensato per lei e scartato. Michele Bravi, reinventatosi youtuber dopo il flop post «X Factor», ha dalla sua la buona idea del titolo: «II diario degli errori» è quello in cui non dovrebbe finire l’amore del momento, ma potrebbe finirci la sua interpretazione senza spessore. La stellina Disney Lodovica Comello cerca il contemporaneo ma finisce per essere piatta come la più classica Elodie, pupilla di Emma. Kekko dei Modà offre un pezzo poco ispirato a Bianca Atzei, le immagini di Michele Zarrillo erano già logore ai tempi della tv in bianco e nero (il fienile, il valzer), Nesli in affanno al terzo Festival in tre anni è azzoppato da Alice Paba. Al Bano porta una romanza, ma non scomodiamo Mascagni. Manuale Cencelli a parte, non si vede l’esigenza di aprire il cast da 20 a 22 artisti. C’era di meglio.

 

(Nella foto, Maria De Filippi e Carlo Conti)